A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, si è
raccontato ai microfoni della RSI (Radiotelevisione svizzera),
ripercorrendo il suo doppio percorso tra cinema e calcio. Di seguito le sue parole: “Quando sono arrivato nel mondo del pallone non ne sapevo
nulla. Quando mi parlavano di 4-4-2 pensavo fosse un modo di sedersi a tavola.
Il cinema mi ha insegnato disciplina, amore per il lavoro e professionalità. Ma
soprattutto la differenza tra imprenditore e prenditore: io ho sempre voluto
creare. Venivo da un
mondo completamente diverso, quello del cinema, dove serve immaginazione ma
anche concretezza. Ho cercato di portare nel calcio la stessa visione:
costruire, programmare, guardare avanti”. Sulle critiche che spesso lo accompagnano nel suo ruolo di
presidente, De Laurentiis risponde con franchezza: “Veda, anche qui: il calcio,
ahimè, lo si vive partita dopo partita. Non ho mai sentito i miei tifosi
cinematografici pretendere sempre di più, mentre nel calcio non basta mai, non
fai mai abbastanza. Ti chiedono acquisti e altro, tutta gente che spesso fa
fantacalcio e di calcio capisce molto poco!”. Poi aggiunge: “Ci sono 85 milioni di tifosi del Napoli nel
mondo, di cui 15 milioni negli Stati Uniti. Mi sento amato dai più, criticato
solo da una piccola parte, spesso gli ultras, che nella maggior parte dei casi
non rispettano le regole. Lo abbiamo visto anche recentemente con alcuni
episodi spiacevoli a Milano”.
Infine, De Laurentiis racconta un episodio emblematico del suo
rapporto con la tifoseria: “Mi hanno sempre abbracciato, chiesto foto e firme.
Le do una risposta al contrario: tanti anni fa, scendo dall’aereo a Torino e
viene da me un ragazzo con la maglia della Juventus. Mi dice: ‘Presidente, mi
può mettere una firma? Mi permette una foto?’. Io gli risposi: ‘Ma tu non sei
juventino?’. E lui: ‘Sì, ma noi un presidente come lei non ce l’abbiamo!’. Mi
ha fatto piacere, perché significa che rappresento una diversità”.
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