A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it
Nel suo libro edito per Rizzoli, Luciano Spalletti ha parlato ancora di Aurelio De Laurentiis, soffermandosi sulla questione rinnovo. "Qualche tempo dopo, il presidente mi fece recapitare dal
nuovo direttore del centro di Castel Volturno assunto da poco, che io quasi non
conoscevo, una sua lettera scritta a mano. Esauriti in una riga e mezzo i
formali complimenti per lo scudetto, mi sottoponeva la necessità di attenermi
al contratto, rispettando il suo prolungamento automatico per un altro anno.
C’era un’opzione che gli riconosceva il diritto unilaterale di avvalersene.
Lui, alla firma del contratto, si era fissato che voleva fare due anni più due di
opzione. A fatica ero riuscito a levargli un anno di opzione. Nel suo entusiasmo congenito che, a volte, sconfina
nell’eccessiva sicurezza di sé, al presidente viene facile dimenticare che,
dietro i contratti, non ci sono solo dei dipendenti ma degli uomini. Come gli
feci presente di rimando in una mia lettera, anch’essa scritta a mano, sarebbe
stato utile e giusto parlarsi, per il bene del Napoli. Farlo, magari, avrebbe
cambiato il corso delle cose. Invece lui, già a marzo, intervenendo al Maschio
Angioino alla consegna del premio Bearzot che avevo vinto, prese il microfono e
si fece la domanda che nessuno gli aveva fatto: «Vuole domandarmi se Luciano
Spalletti resterà al Napoli?» chiese al conduttore della cerimonia. «Luciano
Spalletti resterà al Napoli» si rispose. Forte della convinzione di potermi
imporre la sua volontà. Ancora oggi in tanti mi chiedono: «Ma se il presidente si
fosse comportato diversamente allora, se avesse mostrato maggiore attenzione e
sensibilità, avresti fatto una scelta diversa? Saresti rimasto al Napoli?».
Domanda che ho sempre lasciato cadere. La risposta è sì, se ci fosse stato più
rispetto umano, più dialogo e più apertura su cosa ci volesse per rivincere,
alla fine sarei rimasto.
In ogni caso, lo ringrazierò sempre per avermi permesso di
allenare il Napoli".
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