A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it
Luciano Spalletti, ct della Nazionale, si racconta per la
prima volta in un'autobiografia. Pagine scritte insieme con Giancarlo Dotto, ricche di
aneddoti, curiosità e retroscena. Nel capitolo «Le verità nascote», in particolare, si legge del rapporto conflittuale con Aurelio De Laurentiis nel biennio di Napoli. “Il presidente era
quello che metteva la ceralacca sulle cose, su tutto, che certificava se una
scelta era giusta o meno. Ero stanco di fare battaglie per ogni questione. Che
fosse dare una maglia ai giocatori che la chiedevano per i loro figli o il
dover cambiare gli alberghi di continuo per i motivi più disparati. Anche in
questo, il Sultano sapeva sorprenderci. L’uomo, si sa, è molto estroso.
Imprevedibile. Capace di quel ragionamento in più che ti spiazza. Come quella
volta, agli inizi della mia storia al Napoli. Il nostro albergo abituale era in
corso Vittorio Emanuele. Arriva la Juventus e
ci viene comunicato che dobbiamo cambiare «casa». Uno sfratto esecutivo. Noi
veniamo dirottati in un altro hotel in centro, scomodo per lo spostamento verso
lo stadio, con i naturali dubbi che una mossa del genere può far nascere nei
calciatori. Tipo quello che sulle nostre abitudini comandino gli avversari.
Quell’anno, questo cambio forzato si verificò varie altre volte: avemmo a che
fare con quattro-cinque strutture diverse.
Insomma, in tutta la
mia storia a Napoli, ho giocato due partite contemporanee: quella con gli
avversari e l’altra con il presidente. Un confronto costante, spesso al confine
dello scontro".
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