A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it
A Radio Punto Nuovo, nel corso di “Punto Nuovo Sport“,
è intervenuto Giuseppe Incocciati, allenatore. “Supercoppa? È una gara che fotografa un
po’ le forze in campo. Napoli e Milan arrivano
entrambe non brillantissime dal punto di vista dei risultati e delle energie.
Contro l’Udinese ho visto un Napoli stanco e non so se questa competizione
riuscirà davvero a ridare subito lo slancio necessario. La Supercoppa, così
com’è strutturata oggi, non mi convince. Dovrebbe essere una partita secca, non
una Final Four. I calciatori giocano già ogni tre giorni tra campionato, coppe
e viaggi: allungare ulteriormente il calendario mi sembra assurdo e poco
rispettoso del materiale umano. I giocatori sono stanchi in tutte le squadre,
sottoposti a uno stress psicofisico enorme. Detto questo, la competizione va
giocata e il Napoli deve ritrovare se stesso, anche se non è semplice in questo
momento. Le motivazioni però la Supercoppa le dà sempre: parliamo di un trofeo
e tutte e due le squadre vogliono vincere. Chi è la favorita? In questo momento il
Napoli ha più struttura offensiva del Milan. Se gli attaccanti azzurri stanno
bene, la partita può girare nel verso giusto. Il Milan si affida molto a
Pulisic: se controllato con intelligenza può essere limitato, anche se il loro
centrocampo resta solido. Il vero problema dei tanti impegni non è solo
muscolare, ma mentale. Le energie nervose si recuperano con più difficoltà
rispetto a quelle fisiche. Anche con tutta la buona volontà dello staff, ci
sono limiti fisiologici che non si possono aggirare. Così aumenta anche il
rischio di infortuni. Il corpo umano non è una macchina: quando i recuperi non
sono adeguati, il muscolo non avvisa, si rompe e basta. Queste competizioni
dovrebbero essere collocate in momenti più logici della stagione, per tutelare
lo spettacolo e soprattutto i calciatori, che prima di tutto sono esseri umani.
Per chi tiferò tra Napoli e Milan? Devo
essere onesto. Io sono nato calcisticamente nel Milan, che mi ha dato
tantissimo. Ma nella mia vita ho avuto anche un grande amore: il Napoli, che mi
ha fatto vivere momenti storici. Ricordo una frase di Omar Sivori che mi colpì
molto: un calciatore dovrebbe indossare almeno una volta nella carriera la
maglia del Napoli per capire davvero cosa significa giocare qui. Ecco, questo
dice tutto“.
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