A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews
Per Il Corriere dello Sport di oggi il Napoli è già sfuggito di mano a Garcia. Il quotidiano enumera ‘le 5 spine nel fianco’ del tecnico azzurro, 5 problematiche, non di poco conto, emerse in modo preponderante dopo la serata di Marassi.
La squadra ha smesso di giocare a partire già dal secondo tempo di Napoli-Lazio: evidenziando mancanza di idee, in fase di impostazione o in quella passiva, ha sempre subito le condizioni altrui. E le soluzioni adottate da Garcia sono state molteplici, anche ardite, via il tridente, spazio al 4-2-3-1, ha inserito Cajuste sabato sera, idem Raspadori, sia da esterno che da sottopunta. Ma sempre tutto confuso.
Il secondo punto si chiama Khvicha Kvaratskhelia: hanno fatto il giro del web la smorfia ed il gesto del georgiano alla sua sostituzione all’89’. Il brillantissimo attaccante azzurro, miglior giocatore della stagione non ha ancora segnato in stagione ed è stato ancora una volta sostituito. Il quotidiano sottolinea come le sostituzioni per il georgiano siano state 21, la scorsa stagione ma non si è mai avuta alcuna espressione di insofferenza da parte sua. “Non un atto di insubordinazione, semmai di umano stupore” questa volta, chiosa il quotidiano.
Il terzo punto porta il nome di Victor Osimhen, o meglio ancora la sua solitudine in attacco. Mai coinvolto il nigeriano nelle giocate, “distante dalla squadra ma anche da se stesso”, finito nella trappola dei due centrali Bani e Dragusin. In questa morsa è stata inutile la richiesta di spazio da parte di Osimhen, cercando soluzioni in solitaria o con la collaborazione di Kvaratskhelia, senza mai riuscire a tirare. “Possibile che Osimhen non tiri più...?”.
Il quarto punto si chiama Frank Anguissa, autentica linfa vitale per il centrocampo azzurro per due anni di seguito a partire dal suo esordio a settembre 2021 contro la Juve. Sabato il centrocampista è apparso smarrito nella sua leadership, come ‘evaporato in una terra di nessuno’.
Il quinto ed ultimo punto, ma non meno importante, si chiama comunicazione. Il quotidiano fa osservare come Garcia abbia scelto la via della «provocazione», ad esempio, quando stuzzicato sul ruolo di Lobotka, ha risposto di non conoscere la storia. Oppure ancora, interpellato su Raspadori, la risposta è stata di non essere riuscito a seguire tutte le partite dei suoi giocatori impegnati nelle varie Nazionali. Ma se il tecnico cerca di sdrammatizzare, magari per una forma di autodifesa, “il pubblico è attento, assorbe e riflette, semmai s’amareggia o si preoccupa, in un’atmosfera che può appesantirsi”.
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