A cura di: Redazione
Fonte: Kiss Kiss Napoli
Antonio Caliendo, agente di calciatori, ha rilasciato
un’intervista a Radio Goal, in diretta su Kiss Kiss Napoli:
“La prima volta che vidi Osimhen nel Napoli, anni fa,
pensai che sarebbe diventato un calciatore da 200 milioni. Io lo avrei venduto
a 200 milioni, intravidi delle qualità che subito salgono agli occhi. Quando ho
visto che s’è inceppata la macchina del management ho pensato che un campione
di questo livello sia stato portato ai minimi termini e mi piange il cuore. E’
più di una sconfitta vederlo in Turchia, ma non tanto per la squadra, ma per
come ci è arrivato in Turchia. Ci è arrivato come una scarpa di scarto, non è
arrivato come il campione che è. Non mi sono voluto intromettere nella
trattativa Osimhen nonostante il suo agente si tuffò su Maicon, anni fa, che
era un mio calciatore. Se l’avessi gestito io in cinque minuti gli avrei
risolto i problemi, prima quelli d’immagine perchè oggi la sua immagine è sotto
terra. Questo è un omicidio sportivo, quello di far apparire un suo video nei
social in cui attacca Napoli ed i napoletani. Ho i miei metodi e sono quelli
alla portata di tutti, avrei fatto una conferenza stampa, avrei riabilitato la
sua immagine dichiarando amore per Napoli. Avrei parlato anche con Conte se
fosse stato il caso e per questo si doveva fare un trasferimento concordata tra
club, allenatore e calciatore. Se ci ricordiamo il passaggio di Baggio dalla
Fiorentina alla Juventus, ci furono sei mesi di lavoro e Baggio ne uscì
benissimo. Osimhen ne esce malissimo perchè quel video è un’offesa ai
napoletani e a De Laurentiis. Ho visto un ragazzo nervoso, sotto pressione in
quel famoso video. Non fu un errore venderlo l’anno scorso, fu una presa di
posizione. E’ lì che vale il manager se c’è o meno. Se un presidente si oppone
alla cessione di 100 mln e a me agente mi viene un’offerta per il calciatore
che è il triplo del Napoli allora sono io che mi devo esporre. Quando si parla
di calciatori di quel livello bisogna parlare di manager e non di procuratore.
Il suo manager avrebbe dovuto far capire alla società che sarebbe stato giusto
cederlo. Ebbi un problema simile con Sensi della Roma per Aldair, non a caso
Sensi accettò le condizioni dettate da Aldair per restare alla Roma”.
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