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GIOVEDÌ 11 SETTEMBRE 2025 - STAMPA

BIANCHI: "NAPOLI È AL CENTRO DEL MONDO. GLI AZZURRI SARANNO PROTAGONISTI ANCHE IN CHAMPIONS"


Le parole del tecnico del 1° Scudetto


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Il Mattino

Ottavio Bianchi, ex allenatore del Napoli, ha rilasciato un'intervista al quotidiano Il Mattino.

«Finalmente Napoli è al centro del mondo. È una città che ha attraversato periodi difficili e i napoletani sono stati bravi a superarli grazie al loro carattere e alla loro capacità di adattamento. Ricordo le mie due esperienze a Napoli, prima da calciatore e poi da allenatore. Se passeggiavi nei vicoli dovevi fare molta attenzione e invece adesso quei luoghi sono frequentatissimi dai turisti, senza alcun problema. C’è stata una crescita straordinaria in tutti i campi, dalla cultura alla ristorazione. E poi c’è il calcio, la ciliegina sulla torta che mancava».

Trentott’anni fa lei portò lo scudetto a Napoli. E poi la Coppa Uefa. Quali sono le differenze tra le due squadre e tra i due momenti?

«È cambiato il mondo, non una squadra o un allenatore. Cominciamo dallo staff tecnico. Io avevo un paio di collaboratori: nell’attuale team di un allenatore quanti ne contate? E poi le differenze su preparazione, infortuni e tempi di recupero, alimentazione. Ai tempi nostri mangiavamo cose che adesso sarebbero proibite. Infine, la conoscenza di altri mondi calcistici: adesso sai tutto di tutti, a qualsiasi latitudine, prima dovevi affidarti alle conoscenze e alle esperienze di qualche amico. È tutto migliorato, pensate ai record nell’atletica. Gli unici progressi non sono stati fatti nel calcio, visto che la Nazionale è rimasta fuori dagli ultimi due Mondiali. L’evoluzione del Napoli è stata significativa, direi esaltante. Due scudetti in tre campionati testimoniano l’apertura di un grande ciclo. E la squadra ha un vantaggio rispetto alle concorrenti».

Quale?

«Non ha cambiato l’organico e ha aggiunto calciatori. Quando si cambia vi possono essere rischi tattici e tecnici perché un giocatore ha bisogno di tempo per conoscere la nuova squadra e inserirsi. È un pericolo che il Napoli di Conte non corre, avendo riconfermato il gruppo che ha vinto il quarto scudetto».

Ma rispetto alla scorsa stagione c’è la Champions da giocare.

«E allora? Il Napoli sarà protagonista anche in Europa perché si è attrezzato per essere competitivo. Certo, bisogna poi prendere atto della realtà del calcio italiano. Negli anni ‘80 la serie A era il campionato top: da Maradona a Platini, venivano tutti a giocare qui. Adesso l’Italia si trova in quinta fascia dopo Inghilterra, Spagna, Francia e Germania».

Nella prima stagione di Conte sono stati fatti paragoni con Bianchi, sottolineando il comune rigore per conquistare un titolo. Condivide?

«Mi spiace per Conte se hanno fatto questi paragoni... Io non sono abituato a giudicare un allenatore dal numero delle vittorie, che nel caso di Conte sono pure tante. Perché talvolta un insuccesso può essere causato da un dettaglio. Invece, quello che conta, almeno ai miei occhi, è il segno che si lascia in un club. E dovunque sia andato Conte ha dimostrato la sua serietà e la sua bravura, sostenute dal lavoro della società. Perché c’è poco da fare: puoi essere il migliore pilota al mondo ma se non hai l’auto giusta... L’esempio può essere la Ferrari, magari in grado di vincere un gran premio ma non il Mondiale. Invece, il Napoli è attrezzato per vincere il Mondiale, non solo la gara su un circuito. Con un pilota bravo».