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GIOVEDÌ 22 MAGGIO 2025 - INTERVISTE

SACCHI: "CON GENOA E PARMA HO AVUTO LE PALPITAZIONI. ORA È TUTTO NELLE MANI DI ANTONIO"


"Vincere con il Cagliari sarà il tocco magico del suo cammino"


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it

Arrigo Sacchi parla del cammino del Napoli delle ultime due gare: «A vedere le sofferenze con il Genoa e poi con Parma, ho avuto anche io delle palpitazioni pensando a quello che stava provando Antonio. Ora il pallino è nelle sue mani: per Inzaghi non sarà facile strapparglielo», dice l'ex allenatore ai microfoni de Il Mattino.

Sacchi, un po’ tutti dicono che lui in panchina porti almeno una decina di punti in più?
«Di preciso non lo so. Ma sono tantissimi. È un valore aggiunto come pochi. E di sicuro la classifica degli azzurri è merito suo. Vincere con il Cagliari sarà il tocco magico del suo cammino. Poi spero che decida di restare ancora nel Napoli, ma quello che conta è che qualsiasi decisione prenda, non gli faccia poi venire dei rimpianti nel futuro».

«La classifica fa sospirare: se vinci, ma non è facile perché vincere non lo è mai, non devi aspettare di conoscere il risultato dell’Inter che gioca a Como e con Fabregas non è semplice. È una finale, è una vigilia da grandi emozioni, consapevoli che poi non ci sono vie di fuga, altri paracaduti. Domani si decide ogni cosa. Ed è bello così: non sempre la vita dà un’altra possibilità. Il calcio, come dico sempre a mia moglie che ne sa poco di pallone, è proprio lo specchio della vita. Lavori tutta una stagione, notte e giorno, per arrivarti a giocare una partita di questo genere».

Come vanno vissute queste ore di attesa?
«I ragazzi hanno la fortuna di avere un grande professore: lo ascoltino. Non devono fare altro. Basta seguirlo, fare quello che dice sia giusto fare. E lui lo sa bene. Se pensano di avere già vinto lo scudetto, ci penserà Conte a portarli nella dimensione giusta: lui non gli permetterà di avvicinarsi a questa partita senza umiltà e modestia, con l’idea che gli avversari ti facciano un regalo».

Si dorme la notte prima di una gara del genere?
«Sì, io lo facevo. Dormii prima della sfida del San Paolo e anche prima della finale di Coppa dei Campioni a Barcellona, l’anno dopo. E dormirà anche Antonio. E sa perché? Perché sa di avere degli uomini affidabili a sua disposizione. Magari non saranno tutti dei grandi campioni, ma sono persone che per arrivare a giocarsi lo scudetto l’ultima giornata hanno dato tutto loro stessi. Tutto. E non c’è nulla di più bello che lavorare con calciatori così».