A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it
«Una Juve da
fischiare più dell’allenatore». Con questo titolo Antonio Corbo apre, su
Repubblica, la sua analisi di Napoli-Juventus,
un approfondimento che parte dai fischi del Maradona: rumori che coprono
perfino gli applausi per Luciano Spalletti. Una contestazione “gentile”, scrive
Corbo, quasi una formalità dopo una settimana segnata da un amarcord acido nei
confronti dell’allenatore del terzo scudetto, colpevole — per molti tifosi — di
aver romanzato una fuga improvvisa come un gesto d’amore verso la città. Il calcio, però, ha memoria breve e una logica crudele: è la
partita stessa, secondo Corbo, a “inchiodare” Spalletti ai suoi errori
attraverso il cinismo del Napoli. Due, in particolare, vengono evidenziati. Il primo riguarda la scelta iniziale: una Juventus definita
“sgrammaticata”, nella quale Spalletti mette del suo affidando la marcatura di Neres a Koopmeiners. Uno accoppiamento che non regge: il brasiliano,
brevilineo, scattante, imprevedibile, con passo corto e finte continue, si
trova di fronte un giocatore non solo inadatto fisicamente, ma anche abituato a
marcare “a distanza”.
Il secondo aspetto chiama in causa direttamente Conte, che imposta un pressing
forsennato nei minuti iniziali. E proprio in quel contesto — osserva Corbo —
Neres si rivela l’attaccante finalmente ritrovato: applica alla perfezione gli
ordini, recupera, accelera, inventa. Un interprete ideale per la partita che il
Napoli ha voluto giocare.
|