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GIOVEDÌ 24 NOVEMBRE 2022 - STAMPA

KIM, QUANTI SACRIFICI PER IL CALCIO: "VIAGGIAI CON PAPÀ SU UN CAMION CHE TRASPORTAVA PESCE FRESCO PER LA PRIMA CONVOCAZIONE IN NAZIONALE..."


La storia del difensore azzurro raccontata da The Guardian


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Con la sua Corea Kim è stato protagonista della sfida contro l’Uruguay del compagno di squadra nel Napoli Mathias Olivera, terminata 0-0. E The Guardian gli ha dedicato un lunghissimo articolo, che ne racconta la storia accompagnandolo con alcune sue dichiarazioni. Napolicalcionews ne ha già pubblicato un saliente estratto (clicca qui per leggerlo) ed ora ne ripropone la versione integrale in traduzione.

Kim Min-jae descrive questo momento come “uno dei più belli della mia vita”, ed è stata di sicuro una scena insolita, specie l’ingresso. Questo imponente centrale difensivo sudcoreano si è reso subito protagonista in Serie A dal primo momento in cui ha firmato con il Napoli la scorsa estate ed ora ha in mente di fare lo stesso anche a Qatar 2022. E riguardando indietro al suo passato riflette su come è iniziato il tutto.

Kim ha dovuto percorrere una strada difficile. Un ragazzo da Tongyeong, una cittadina sulla costa meridionale della Corea letteralmente elettrizzato dalla prima chiamata dalla Nazionale sudcoreana U17 nel 2012, cosa che, però, voleva anche dire un lungo viaggio al Centro tecnico della Nazionale a Paju, dall’altro lato del Paese.

Alcuni dei suoi compagni viaggiavano durante la notte, altri ancora la mattina stessa dell’incontro. Per Kim era più difficile. I genitori lavoravano h24, dovendo gestire un piccolo ristorante sushi a Tongyeong e lasciar andare al nord il ragazzo era una vera e propria sfida.

La soluzione l’ha trovata il papà di Kim, anche se non proprio perfetta… Kim sarebbe partito verso il Mar dell’Est in combinazione con un suo viaggio d’affari ed avrebbe guidato personalmente il camion del pesce. Sarebbero dovuti partire nel cuore della notte perché la velocità massima del camion non era proprio un granchè e il viaggio sarebbe durato 7 ore. Ma ce la fecero.

“Il camion era grande, enorme, tra le 15 e le 20 tonnellate – racconta Kim.  Era dotato di un serbatoio  d’acqua che poteva contenere il pesce fresco. Mi ricordo benissimo di quella giornata perché ero veramente al settimo cielo. Mi dispiaceva solo una cosa; che papà doveva poi andare in un’altra città a consegnare del pesce.

Era la mia prima chiamata in Nazionale. Ero giovanissimo, un po’ timido e provavo anche un filo di vergogna ad arrivare in quel modo. Gli altri ragazzi arrivavano in macchine normali. Ma per me è una bella storia. Sono vicino a mio padre e questi sono quei momenti che mi hanno reso quel che sono oggi”.

Kim potrebbe raccontarne tante di storie sulle sue umili origini. Ad esempio sul fatto che indossava stivali di seconda mano i giorni feriali, a scuola, perché i genitori non si potevano permettere di comprargli quelli nuovi. E quando arrivò all’Università di Yonsei al secondo anno per la sua carriera nel mondo del calcio – aveva studiato sport, educazione fisica e tempo libero – dichiarò di non veder l’ora di poter aiutare i genitori dal punto di vista economico.

Ma le difficoltà e i sacrifici si sono trasformati in qualcosa di prezioso. Il difensore ha fatto centro al Napoli dal  Fenerbahce ed ha fatto dimenticare ai tifosi azzurri l’addio di Kalidou Koulibaly, approdato al Chelsea.

Kim non ha perso un colpo in questo grande avvio del Napoli capoclassifica di Serie A e nell’exploit nella fase a gironi di Champions League. È stato incoronato giocatore del mese di settembre per la Serie A dalla EA Sports ed ha ricevuto la stessa onorificenza dall’Assocalciatori per il mese di ottobre. E questo si vede di rado per quei giocatori non dotati di esperienza pregressa nei campionati europei d’elite. 

Se lo status di Kim come ‘eroe’ a Tongyeong è ben consolidato – c’è un cartello in città che lo celebra come nazionale di Sud Corea – adesso è testimonial per il calcio asiatico a Qatar 2022.

Quello che caratterizza Kim è la sua altezza di 190 cm. “Non è di certo difficile riconoscermi per le strade di Napoli” – ammette con un sorriso, mentre riflette sul fatto che a volte deve rimanere a casa per prendere un po’ di respiro in una città che è pazza per il calcio. Il suo soprannome è “Il Mostro” ed è ben giustificato, glielo hanno dato i tifosi e i media al principio di carriera. “Mi piace moltissimo – dice. Riassume tutte le mie caratteristiche positive come difensore”.

Ha anche ritmo, è a suo agio palla al piede, aggiungiamoci anche la sua determinazione e la sua fissa per l’apprendere – dai suoi allenatori in Nazionale e nel Napoli, alias Paulo Bento e Luciano Spalletti; dagli attaccanti che affronta. “Non vedo l’ora di affrontare Darwin Núñez contro l’Uruguay” – ammette  Kim. E c’è anche Cristiano Ronaldo nel mirino. La Corea del Sud è nello stesso gruppo con il Portogallo e il Ghana, oltre che l’Uruguay.

“Non smettere mai di sognare, il tempo non ti aspetta” – è la frase che Kim si è tatuato sul braccio sinistro, il che la dice lunga. E si è tatuato anche Carpe diem sul petto. “Il nostro obiettivo numero uno è passare la fase a gironi – dichiara Kim, e la Corea lo ha fatto due volte, la più memorabile delle quali nel 2002 quando era organizzatrice del Mondiale insieme al Giappone. Allora raggiunse le semifinali.

Kim era troppo giovane per far parte di quella spedizione ma parte della preparazione per il Qatar ha compreso anche riguardare le vecchie partite nelle quali la Corea ha sovvertito i pronostici.  Una di queste è stata l’ sul Portogallo nella fase finale a gironi del 2002, in quell’occasione segnò Park Ji-sung.

“Mi è piaciuto tanto, davvero. Si poteva vedere il desiderio negli occhi dei giocatori. E sono rimasto impressionato da come il difensore destro Song Chong-gug, ha marcato Luis Figo. Sono un difensore e mi sono concentrato su quella parte”.

La conversazione si sposta su Son Heung-min, capitano e autentica star della Corea, che ha mandato il Paese in panico quando si è fratturato l’orbita oculare giocando una partita del Tottenham al principio del mese. È stato operato e ha giocato con una maschera protettiva.

“Siamo stati tutti devastati dalla notizia ma abbiamo cercato di essere positivi quando abbiamo saputo che avrebbe comunque fatto parte della squadra. È un giocatore fondamentale e deve essere con noi a tutti i costi!”.

Kim ha giocato con  Son nell’U23 della Corea del Sud ai Giochi Asiatici del 2018 – Son era un jolly per via dell’età e gran parte della copertura mediatica che ha seguito la loro medaglia d’oro si è concentrata su come la squadra, e Son in particolare, si era assicurata una esenzione di 21 mesi dal servizio militare. E resta ancora la richiesta per completare le 4 settimane di base per l’addestramento dei soldati.

“Partirò con l’esercito l’estate prossima – ha detto Kim. Ma ora sto completando alcuni contributi via Zoom. Parlo con i giovani calciatori coreani, dico loro come mi sentivo quando avevo la loro età, come si arriva dove sono arrivato io. Cerco di condividere le mie conoscenze per quanto mi è possibile in queste sessioni di un’ora. Ma la maggior parte del tempo non basta per cui devo farlo due volte per ogni giocatore”.

Kim è stato seguito da una serie di club in Europa dopo una stagione stellare con il Guoan di Pechino nel 2019 e poi al Fenerbahce nell’estate del 2021. I suoi ‘corteggiatori’ di Premier League includono il Tottenham, l’Everton e il Leicester. Ma poi tutto è andato per il verso giusto con la chiamata del Napoli ed i risultati sono stati spettacolari con gli azzurri in lotta per il titolo dopo 32 anni, quando Maradona era il Dios.

“Mi hanno raccontato tutto di Maradona, di come ha portato il Napoli alla gloria – racconta Kim. Ma  quello che mi stupisce è come ancora tutte le maglie numero 10 con Maradona si vendono ancora tantissimo allo stadio ed anche ad ogni angolo di strada. E i tifosi le indossano ancora! Questo dimostra l’amore e il rispetto che hanno per lui”.

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