A cura di: Redazione
Fonte: uscremonese.it
Ultima gara del 2025 per la Cremonese di mister Davide Nicola,
che domenica 28 dicembre ospiterà i campioni in carica del Napoli in occasione
della 17a giornata di Serie A Enilive. Ecco le parole del tecnico grigiorosso
alla vigilia della gara. Il Napoli ha vinto diversi scontri diretti, ma
nell’ultimo periodo ha perso con l’Udinese e pareggiato con il Cagliari in
Coppa Italia. Cosa può prendere la Cremonese da queste ultime due? “Se ogni tanto il Napoli lascia dei punti agli altri non dispiace, parliamo
dei campioni d’Italia e di una squadra che, insieme all’Inter, è tra le più
attrezzate e organizzate della Serie A oltre ad avere un allenatore
straordinario. Saranno anche galvanizzati dalla vittoria della Supercoppa, i
numeri dimostrano le differenze che ci sono tra noi e una squadra che ha
obiettivi così importanti. Sappiamo che incontriamo una grande squadra con
grandi giocatori abituati a questi ritmi. A volte però può succedere di essere
ulteriormente competitivi e domani per noi sarà una partita nel quale dovremo
fare tesoro di quanto incontrato finora mettendolo all’ennesima potenza
cercando di fare le cose con serenità e grandissima dedizione”. La coperta in difesa è corta. Ci sono delle novità? “Non dovremmo avere problemi nel recuperare Bianchetti, spiace aver perso
Ceccherini ma ci sono altri giocatori a disposizione e chi ha giocato ha sempre
fatto la propria parte. Siamo a sufficienza”. Quali sono le condizioni di Collocolo? Vandeputte in
settimana si è allenato? “Vandeputte ha avuto l’influenza, ma conto di poterlo recuperare anche se
non dovesse essere al top della forma. Vedremo nel debriefing con i dottori se
sarà convocabile e coinvolgibile. Per Collocolo il discorso è più ampio, si è
fatto male a settembre ed è tornato per fare una preparazione mirata prima di
lavorare con noi. Sarà un mese dedicato a ritrovare la condizione di base per
poi riprendere il ritmo squadra, non vediamo l’ora di riaverlo con noi e lo
stesso vale per lui, che per mesi ha dovuto rinunciare a fare ciò che ama. A
breve tornerà con noi”. Quanto può contare il tifo in una partita così delicata?
Sono attesi diversi tifosi azzurri… “Napoli è una realtà seguita, ma anche la nostra gente ci segue e si vede
sia dentro che fuori casa. Domani il pubblico avrà un’ulteriore importanza,
soprattutto nel trasferire la sicurezza che dev’essere qualitativa e non da
presuntuosi, cosa che non ci appartiene. Quando il pubblico tiene i decibel e
inietta energia è sicuramente d’aiuto, anche sui singoli contrasti. Non ho dubbi
che ci sosterranno, dobbiamo alzare tutti i decibel in campo e fuori nel
rispetto dell’avversario”. Cosa aggiunge la sfida col Napoli a quanto avete raccolto
sin qui? “Una grandissima opportunità per verificare tutto ciò su cui abbiamo
lavorato finora, perché sanno fare tante cose e tutte per bene. La fase
difensiva è maniacale, puntuale e qualitativa per spirito ed efficacia, in
possesso uniscono abilità individuali eccelse ad organizzazione e umiltà di
gestire i momenti della partita. Sanno lavorare di spada e fioretto,
interpretare il calcio, come le squadre che lottano ad alti livelli: la
vittoria dello scudetto ne è la prova, oltre alle partite di quest’anno, quindi
tutto ciò su cui abbiamo lavorato sin qui è la verifica migliore. Io, come i
ragazzi, sono curioso perché servirà fare uno step mentale, dovremo essere
abili a fare tutto bene e sperare che loro non siano al top della forma.
Incontrarli è motivo di gratificazione e sfida, vogliamo fare questo aiutati
dal nostro pubblico anche sui contrasti o i palloni recuperati”. C’è il rischio che si ripeta un primo tempo come quello
con la Juventus, in cui i suoi hanno pagato l’aggressività ospite e sono
riusciti a farsi vedere di più nella ripresa? “Dobbiamo aspettarci momenti del genere ed essere bravi a provocarli. Una
partita prende pieghe diverse di quarto d’ora in quarto d’ora, ci sono momenti
in cui è più pulita a altre in cui c’è più confusione. Dovremo essere
particolarmente bravi nelle transizioni, che si vedranno spesso da una parte e
dall’altra, e non dobbiamo mai perdere la lucidità nell’interpretazione delle
situazioni di gioco. Dove non si può essere efficaci bisogna essere puliti,
adattarsi alla partita e avere fiducia in ciò che si fa. Il calcio è somma di
errori, il flusso giusto e le occasioni si trovano quando si fanno le cose per
bene”. Domani inciderà di più l’esperienza dei singoli o la
voglia dei giovani di incidere contro una squadra di prima fascia? “In una partita incide tutto: l’abilità, una lettura e anche cose più
banali. Anche solo correggere la posizione di 20 o 30 centimetri può fare la
differenza in un’azione e provocare o meno un gol, quella di domani è una
verifica che ci permetterà di mettere a frutto quanto abbiamo fatto sin qui. Il
Napoli sa fare bene tutto e noi dovremo essere pronti a far bene tutto, questo
mi galvanizza perché riuscire a far bene quanto imparato permette di fare bene.
Accada quel che accadrà”. Tra pochi giorni aprirà il calciomercato. Ha chiesto
qualche rinforzo? “Non parlo di mercato prima di una partita come quella di domani. Senza
troppi giri di parole, io sono contento della rosa che ho a disposizione. Sarà
importante capire se qualcuno ha esigenze diverse, a fronte di questo faremo
un’analisi approfondita tra un paio di settimane”. Il presidente del Napoli De Laurentis ha detto che le
trappole sono sempre dietro l’angolo. Semplice battuta o tecnica per mantenere
alta l’attenzione dei giocatori? “Quando una squadra lotta per tanti obiettivi ed è competitiva in tutte le
competizioni la fame aumenta sempre, soprattutto quando ottiene risultati.
Ripetere l’importanza che ha una certa mentalità, unità all’approccio al lavoro
e all’umiltà, è un discorso che fanno tutte le società, gli allenatori e i
giocatori. La parte più difficile del nostro lavoro è la capacità di mantenersi
affamati e regolati alla competizione, ma fortunatamente è una delle poche
giustizie del calcio: anche i più bravi, se non hanno l’asticella ben
posizionata, possono trovare delle difficoltà. Poi è chiaro, perché noi
arriviamo al loro livello dobbiamo fare il doppio o il triplo del lavoro, ma il
discorso vale per tutti e in questo io credo”.
L’etichetta di rivelazione del campionato vi stimola? “Non so chi ci definisce così, se non è una semplice gufata spero che lo
dicano a fine campionato: in quel caso ci farebbe piacere. Ad oggi non mi
interessa”.
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