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GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2022 - INTERVISTE

BEHRAMI: “NAPOLI ESPRESSIONE DEL CALCIO MODERNO; MI RIVEDO UN PO’ IN ANGUISSA”


In squadra non più pochi leader ma responsabilità ben condivisa


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Valon Behrami, ex azzurro, è intervenuto a Radio Goal su Radio Kiss Kiss Napoli.

Quanto ti sta piacendo il Napoli di Spalletti?

In questo momento direi che è la squadra perfetta. Ha sorpreso un po’ perché in estate sembrava ci fosse un’aria di tempesta per i tantissimi cambiamenti, invece no, hanno trovato la quadra giusta. Oltre al fatto che magari è una squadra più adatta a Spalletti che la può plasmare: ci sono meno leader affermati e più giocatori da costruire. Però l’abbiamo vista già abbastanza avanti nella costruzione di squadra.

Diventa difficile per gli allenatori rinunciare a giocare, se gli vai addosso per fare delle cose pericolose, tipo Torino. L’alternativa è chiudersi indietro per 90 minuti?  

La chiave non è semplice contro questo Napoli perché è sempre imprevedibile, con i suoi uno-due molto rapidi, con Kvara che se non trova spazio sull’esterno si accentra. È un po’ la modernità del calcio quello che rappresenta il Napoli oggi: i giocatori possono fare molte cose. Se vai a prenderlo nell’uno contro uno prendi le imbarcate, poi ha giocatori fisici anche a centrocampo, tipo Anguissa che nell’uno contro uno ci sguazza. Altri, poi, con caratteristiche diverse sono difficili da controllare. Se resti dietro puoi magari limitare i danni: l’unica parentesi un po’ più negativa è stata contro il Lecce, anche se c’erano tanti giocatori nuovi, con tanto turnover, per me, a seconda delle qualità che hai, è meglio attendere, non subire, fare innervosire il Napoli, avere pazienza e fare ripartenze che ti permettono di essere pericoloso. Il Napoli sa fare tutto e rappresenta la modernità del calcio, ad un calciatore non si chiede solo di svolgere un compito ma di esser capace di farne molti nell’arco di una partita.

Anguissa, per caratteristiche ti ci rivedi un po’ in lui?

Con le dovute misure, lo ammiro tantissimo e non ho la sua tecnica oltre che al suo fisico. Mi è sempre piaciuto molto già dall’Inghilterra dove non ha trovato forse la dimensione giusta. Ad oggi per me è il giocatore che dà equilibrio a questa squadra, di fatto a centrocampo è quello che ha giocato più di tutti, anche se manca Lobotka che è un fulcro importante. Per avere questo tipo di gioco per me lui è fondamentale e stravedo per lui.

Sentivi dal campo il coro ‘Lotta con noi Valon Behrami’?

Non ricordo il coro ma ricordo che la politica della curva era ‘solo per la maglia’…

Questa squadra è la squadra del ‘noi’, a differenza del passato dove c’erano molti ‘io’, delle primedonne che volevano emergere?

Questo sì e vedo anche delle dichiarazioni molto equilibrate rispetto agli anni scorsi. Più che ‘io’ la responsabilità si è divisa in tante parti rispetto a prima, ad esempio, quando si perdeva si poteva puntare il dito contro un Insigne o un Koulibaly, che dovevano prendersi grandi responsabilità e che magari non sempre riuscivano a gestire. Ora invece mi sembra una squadra completamente responsabilizzata in tutto e per tutto ma divisa bene. Questo ti crea una sorta di gruppo forte che ti manda avanti nei periodi che arriveranno, negativi. Ho la sensazione che tanti hanno preso la leadership e non ce ne sono solo due o tre di senatori o quelli che consideravamo di spessore nel Napoli.

Questo dato significativo, svantaggio ribaltato: la squadra non accusa il colpo perché ha la memoria della partita e va oltre il gol subito. Mi sembra un passaggio nuovo.

Assolutamente! Il Napoli non si fa condizionare perché è sicuro del gioco che fa: sa che prima o poi diventerà pericoloso e che le azioni verranno. Ricordo la partita con la Fiorentina, a reti bianche, ma c’è stata l’occasione, la più importante e l’ha avuta il Napoli che ha continuato a giocare e non si è mai spazientito. Sono segnali di un gioco ben definito e che la squadra riconosce appieno soprattutto grazie al lavoro di Spalletti che secondo me è stato finora straordinario. Da non sottovalutare il fatto che ha allenato all’estero e quindi per giocatori come Kim o Kvara che si devono abituare, ne comprende le reazioni. Ci sono alcuni che non capiscono infatti che i giocatori stranieri a volte reagiscono in maniera diversa e il fatto che Spalletti sia un allenatore internazionale fa sentire subito a proprio agio i giocatori. Non a caso i nuovi si sono subito inseriti alla grande, grazie anche al fatto che Spalletti conosce bene le diverse mentalità dopo l’esperienza in Russia.