A cura di: Redazione
Fonte: Gonfialarete.com
A Stile TV, nel corso della trasmissione “Salite sulla
Giostra” di Raffaele Auriemma, è intervenuto Tiberio Ancora, ex personal
trainer del Napoli: “Ho lavorato 20 anni con Antonio Conte prima di andarmene,
sin dai tempi del Bari. Lui aveva iniziato con l’Arezzo, sapeva di cosa mi
occupavo e vide in me la possibilità di avere un valore aggiunto per far
raggiungere ai calciatori una condizione migliore. Da lì siamo sempre stati
insieme e abbiamo lavorato in sinergia. Abbiamo creato una figura che
all’interno delle squadre non esisteva, perché curare i dettagli attraverso la
mia visione ti può dare qualche vantaggio in più, siccome un atleta con
efficienza fisica e organica di livello può avere una chance in più per
vincere. Io non sono un nutrizionista, ma un personal trainer specializzato in
allenamento di forza funzionale, educatore alimentare ed esperto di
integrazione per sportivi. Ho costruito un protocollo, che non si trova in
nessun libro, per raggiungere determinati livelli di massa magra, massa grassa,
idratazione, condizione generale, le mie valutazioni passano attraverso
frequenza cardiaca, ossigenazione, stabilità, agilità, e questo mi dà una
visione completa delle percentuali che gli atleti a questi livelli devono
assolutamente avere. Le percentuali che io indico sono incontestabili perché se
si rientra in esse allora le prestazioni sono di livello, appena si esce da queste
percentuali possono sorgere problemi fisici. Il mio obiettivo è di far
rientrare i calciatori nelle percentuali, confrontandomi con gli allenatori
affinché i ragazzi possano raggiungere l’efficienza che gli garantisca di non
avere problemi. Quando il livello è alto (e noi abbiamo sempre seguito squadre
importanti) a parità tecnico-tattica, la cura del dettaglio nella condizione
atletica ti dà una possibilità in più di vincere. Noi vogliamo dare ai
calciatori tutti gli strumenti che gli forniscano il massimo beneficio, e più
il livello si alza e il calciatore è intelligente, più aumenta la cura del
dettaglio. Anche perché, altrimenti, a quei livelli non si può competere. A
livello fisico e organico devi essere efficiente al massimo. I calciatori
intelligenti, e ce ne sono tanti, lo fanno. La nostra visione parte da questi
dettagli che curiamo alla perfezione. Perché ho lasciato Napoli? Mi avevano
chiesto di rimanere, ma io a Lecce ho uno studio importante che ha risentito
tanto della mia assenza perché ero sempre a Napoli. L’idea di non tornarvi più,
voleva dire chiudere lo studio. Ho fatto le mie valutazioni, e ho deciso di
fare marcia indietro. Mi è dispiaciuto immensamente perché ci sono scelte
professionali e di vita che a volte tocca fare, con i ragazzi ho sempre avuto
un rapporto di massima collaborazione e fiducia, in tutte le squadre. Loro
vedono in me un punto di riferimento e grazie al mio modo di fare riesco ad
avere credibilità. Sono andato via e Lukaku si è fatto male? Lui è uno di
quelli che va curato nei minimi dettagli. Io so come è strutturato e come
bisognava preservarlo. Poi, poteva anche succedere quando c’ero io, ma, fino a
quando ci sono stato, ho sempre avuto una visione completa. Mi dispiace
immensamente, dovrà stare fuori tanto, e uno come lui è difficile trovarlo.
Considerando l’entità dell’infortunio, non è una cosa semplice. Se si dovesse
operare, i tempi aumenterebbero. Lukaku bisogna conoscerlo a fondo per capirne
l’importante, non è solo quello che ha fatto 14 gol ma è anche uomo squadra e
riferimento nello spogliatoio, con un’intelligenza tattica eccezionale, quasi
impossibile da sostituire. È uno di quelli che si mette al servizio della
squadra, mentre solitamente avviene l’opposto. Non so cosa sia successo, magari
lui stesso ha saltato qualcosa che con me faceva sempre. Non voglio puntare il
dito, ma siamo stati un anno insieme e non è mai accaduto nulla. Quando abbiamo
fatto la preparazione ad inizio campionato, tutti i dati erano favorevoli. È
arrivato un po’ in sovrappeso ma poi si è rimesso in carreggiata, non c’erano
avvisaglie particolari. Bisognava aspettare un tempo stabilito affinché
raggiungesse il massimo, non vorrei che inconsciamente abbia spinto più del
dovuto andando fuori giri. Lui è un volenteroso che cerca sempre la perfezione,
forse in quel momento non doveva esagerare così tanto. È l’unica cosa che mi
viene da pensare. Mi hanno già chiamato altre squadre, ma il mio obiettivo era
di continuare a stare con il Napoli migliorandosi e cercando di avere dei ruoli
sempre più competitivi ed importanti. In queste squadre al momento non mi va di
andare, perché la visione che avevo di quello che dovevo fare lì non si poteva
realizzare a pieno. Ho ricevuto chiamate anche internazionali, dove mi chiedono
di curare personalmente atleti di alto livello, che magari mi occuperebbe molto
meno tempo, permettendomi anche di seguire il mio studio. Valuterò senza fretta
perché non mi va di fare scelte sbagliate”.
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