A cura di: Redazione
Fonte: Radio Marte
Daniele Adani parla a Siamo Tutti Allenatori: “Se De Bruyne
rischia di diventare un problema? De Bruyne è la soluzione. Chiaramente bisogna
fare un’analisi profonda e rispettosa. Per trovare equilibri c’è da alternare
chi va ad occupare quella zona di sinistra perché per far giocare McTominay e
De Bruyne, visto che la squadra è asimmetrica, da un lato c’è Politano che è
un’ala pura che si abbassa e copre tutta la fascia, dall’altra se non si
allarga e non si alza il terzino, a turno devono farlo i centrocampisti che
sono interni. Sono gli stessi centrocampisti che ti hanno permesso di vincere
lo scudetto, sopperendo alla mancanza di gol degli esterni. Tanto è vero che i
primi sei punti in campionato arrivano da questi centrocampisti interni, quindi
per arrivare ad avere degli equilibri bisogna trovare soluzioni tattiche e
strategiche, ma ciò non va a discapito dell’impiego di De Bruyne che deve
essere il valore aggiunto tra le linee che permette di alzare il numero di goal
e assist della squadra. Il Napoli è stato subito pronto a prendere Hojlund dopo
l’infortunio di Lukaku? Adesso il Napoli è una squadra rispettata nel panorama
del calcio mondiale ed europeo. Io non riesco a metterla dietro a Milan, Inter
e Juve, come spesso sento dire da altri, io non la voglio mettere dietro, non
mi piace e non lo farò. Se parliamo di proprietà va dato merito al presidente
Aurelio De Laurentiis. È giusto sottolineare anche una cosa, con le cessioni di
Kvara e Osimhen, la vittoria dello scudetto e la partecipazione alla Champions
sono entrati circa 300 milioni, il Napoli ne aveva investiti 150, ai quali
vanno aggiunti quelli spesi per Hojlund e anche Elmas. Il Napoli si permette di
pagare un pochino in più del valore di un giocatore come Lucca per farlo
crescere alle spalle di Lukaku. Appena si fa male il belga, il Napoli rilancia
con Hojlund, questo è davvero un segnale forte, sia da parte della società che
consente di fare gli acquisti, ma anche da parte di Conte che invoglia i
giocatori a venire a Napoli e a mantenere un livello alto. Quando Antonio Conte
dice che Napoli non deve essere un momento, un’occasione, c’è la voglia di far
salire il brand, il marchio, la maglia, la città, la società e farla rimanere
in alto. Anche con l’arrivo di Hojlund, giocatore giovane, forte, che ha
giocato allo United esploso all’Atalanta conosce bene la serie A e subito
arriva a Napoli appena si fa male Lukaku. Se Conte lavora sugli uomini prima
dei giocatori? A Napoli sono tutti Antonio Conte, ed essere lui è una richiesta
grossa che fai a te stesso perché lui chiede tanto a sua volta a se stesso,
alla famiglia, allo staff e per attecchire lo puoi fare fino al limite della
sopportazione, ma se diventa stile di vita lasci un segno che rimane ed è
quello che sento. Lo scudetto è stato vinto grazie a tante cose fatte bene,
sopperire alle assenze, agli infortuni, diversi cambi di sistema di gioco,
entusiasmo, ognuno al proprio posto togliendo qualcosa all’io e mettendolo al
gruppo, il famoso ragionare col ‘noi’ e non con l’’io’, ecco quando questa cosa
la senti dentro come stile di vita, metodo quotidiano, come contenuto
valoriale, allora i nuovi che arrivano vengono coinvolti. Lo stesso De Bruyne è
stato elogiato per la serietà di un lavoro massacrante, che probabilmente non
era abituato a questa intensità e tra le altre cose dobbiamo anche dargli il
tempo di smaltire i carichi visto che è un classe ’91. Tutto questo, dove tutti
portano qualcosa, vuol dire comprendere una mentalità, comprendere un livello
di pensiero, un sentimento interiore, una dedizione al lavoro che ha
l’allenatore perché tutti, essendo Antonio Conte diventa più facile. Napoli
favorita per lo scudetto? Il Napoli secondo me è candidata a vincere ma non da
sola. Credo che il Napoli sia in prima fila alla pari con l’Inter. Devo pensare
anche a cosa ha fatto il Napoli per vincere, quanto è costata in termini di
sforzo quella vittoria e devo essere lucido ad analizzare quanto l’Inter sia
arrivata in fondo a tutte le competizioni, Champions compresa, e che in
concomitanza della vittoria del Napoli c’è stato qualche scivolone dell’Inter.
Io non posso togliere l’Inter dalla prima fila, le metto alla pari. È vero che
l’Inter ha cambiato allenatore ma ha trattenuto tutti i giocatori forti
aggiungendone altri bravi, poi ci sarà il fattore lavoro. Ecco l’importanza, ad
esempio, del lavoro di Conte che è riuscito a rimanere un punto davanti
all’Inter per l’intera stagione. Rrahmani, Lobotka, Anguissa sottovalutati? I
giocatori arrivati quest’anno hanno permesso al Napoli di allungare la rosa perché
ne aveva bisogno, ma non di rinforzarla come forza massima nella qualità perché
quelli del Napoli dell’anno scorso sono bravi. Nello specifico Beukema non
toglie il posto a Rrahmani, offre un’alternativa a Rrahmani, ma io tengo lui in
campo pur stimando Beukema. Il terzino Gutierrez non toglie il posto ad
Olivera. Lang, che è un giocatore forte, che ha fatto la Champions, non so se
sia meglio di David Neres, anche se in questo momento quella porzione di campo
è occupata da McTominay. Tolto De Bruyne perché De Bruyne è De Bruyne. Il belga
se sta bene, se è ispirato e parte titolare se Conte decide di mettere la
formazione migliore. Ma tutti gli altri allungano la rosa, non perché sono più
deboli, semplicemente perché i titolari sono forti. La società ha operato bene,
allungando la rosa perché c’è da fare bene anche in Champions. Senza calcolare
che l’anno scorso Buongiorno è stato fuori la metà delle partite e Neres ha
fatto la differenza solo in una decina di gare”.
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