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SSC NAPOLI
STORIA DEL CLUB

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A cura di Valerio Rossano e Pietro Gentile
LA STORIA DEL NAPOLI: DAL 1960 AL 1970
1960-61: Nel Giugno del 1960, dopo 5 anni e 69 gol in 152 partite in maglia azzurra, Luis Vinicio viene ceduto al Bologna in cambio di Pivatelli, Baldi e Miliach. Lauro, artefice del mercato, cede anche Pesaola al Genoa, dopo 204 presenze con la maglia del Napoli, e Gennaro Rambone. Vengono acquistati Girardo e l'argentino Tacchi. Inutile dire che i risultati furono disastrosi. Sconfitte per 3-0 dall'Internazionale, 4-0 dalla Juventus, 5-2 dalla Lazio, con un totale di 16 partite perse e appena 7 vinte. Si succedono sulla panchina azzurra Amadei, Cesarini ed addirittura il vecchio Sallustro, ormai direttore dello stadio San Paolo. Il Napoli arriva 17° realizzando appena 25 punti. Siamo alla terza storica retrocessione in serie B.
1961-62: Il Napoli è di nuovo in serie B. La campagna acquisti è roboante: via i vari Postiglione, Di Giacomo, Miholich, Gratton, Pivatelli, Bertucco, Posio, Del Vecchio e Bugatti. Arrivano il portiere Pontel, il mediano Corelli, la mezzala Fraschini, l'ala sinistra Gilardoni ed il centromediano Rivellino. Alla guida tecnica della squadra viene chiamato Fioravante Baldi. L'inizio di stagione è tutt'altro che esaltante, tanto da portare il nuovo tecnico a chiedere le dimissioni dopo 9 partite. Le dimissioni, inizialmente respinte, vengono accettate il 29 gennaio del '62, a causa dei risultati scadenti riportati dalla squadra che realizza appena 18 punti in 20 partite. Il Presidente Lauro decide di sostituire Baldi con un giovane Bruno Pesaola, allora tecnico della Scafatese. La scelta del Comandante si rivelò felice. Subito 6 risultati utili consecutivi e poi tanti successi che consentono di raggiungere il bottino di 25 punti in 18 gare. Si arriva al recupero della gara di Verona, decisiva per la promozione anche degli scaligeri cui sarebbe bastato un pari. Il Napoli vince grazie al gol di Corelli ma dal Veneto partono accuse di tentata corruzione ai danni degli ex di turno Postiglione, Bertucco e Maioli che però alla fine si riveleranno infondate, anche se due dirigenti azzurri verranno squalificati e la promozione azzurra viene macchiata da un episodio che gli stessi napoletani non gradiscono. In questa magica stagione il Napoli vince anche la Coppa Italia, impresa mai riuscita a nessuna squadra di serie B. Dal cammino azzurro vengono eliminate Alessandria e Sampdoria, superate ai rigori, Torino e Roma. In semifinale viene battuto il Mantova (2-1 a Fuorigrotta con gol di Tomeazzi e Fanello). La finale, giocata all'Olimpico di Roma il 21 giugno del 1962, è Napoli-Spal: gol di Corelli, pareggio di Micheli e raddoppio di Ronzon che regala la Coppa alla squadra azzurra.
1962-63: A Pesaola viene affiancato Monzeglio non essendo il primo dotato di patentino per allenare in serie A (anche se la deroga arriverà alla 3ª giornata di campionato). Dopo la vittoria in Coppa Italia ed il ritorno in Serie A, Lauro nega il premio promozione sia al tecnico (poi erogato al 50%) che ai giocatori. Il Presidente continua nel suo atteggiamento di ripicca verso i napoletani giudicati "traditori" dal momento che non aveva ottenuto il successo elettorale sperato, ripetendo sempre di non avere quattrini per il Napoli. Dopo innumerevoli pressioni e dopo le cessioni di Greco II, Bodi, Simoni e Costantini, vengono presi l'argentino Rosa (in prestito) ed il brasiliano Jarbas Faustinho Cané, costato soltanto $ 4.000 al mediatore e, "si dice", scelto da Achille Lauro su fotografia, tra un certo numero di calciatori di colore dell'Olearia, per il solo fatto d'essere più "nero" degli altri, e che per questo avrebbe fatto "più paura" ai difensori avversari; vengono promossi in prima squadra il portiere Pomarici ed i giovani centrocampisti Montefusco e Juliano. Tra gli episodi particolari, da ricordare il 6/1/63: durante Napoli-Torino un petardo scoppia sotto la panchina azzurra tramortendo Monzeglio. Da menzionare anche la partita Napoli-Roma 3-3 con ben 5 rigori assegnati dall'arbitro Campanati. L'illecito dell'anno è in Milan-Napoli, prima della quale i giocatori azzurri assunsero una razione di simpamina pochi minuti prima di sapere che quel giorno si sarebbe effettuato il controllo anti-doping. Risultarono sette giocatori positivi al controllo, ma soltanto quattro furono squalificati per quattro turni, dal 31/3 al 21/4, perchè alcune provette furono "casualmente" esposte per troppo tempo al sole. Gli squalificati furono Molino, Tomeazzi, Rivellino e Pontel. Nelle ultime quattro partite si assiste al crollo della squadra anche se il momento più triste e deprimente è vissuto in Napoli-Modena. Quel giorno era in corso una tornata elettorale per cui le forze dell'ordine allo stadio erano davvero poche. Qualche errore di troppo dei giocatori azzurri, qualche svista arbitrale (Campanati, di nuovo) ed il patatrac fu inevitabile: utilizzando dei grossi cartelloni pubblicitari come ponti per scavalcare il fossato, una marea inferocita si riversò in campo, spezzando le traverse e sradicando i pali delle porte. Risultato: 62 feriti, 148 fermati, 130 milioni di danni e 4 giornate di squalifica. Il Napoli termina la stagione al 16° posto in serie A. E' di nuovo retrocessione con 16 sconfitte, 27 punti, 59 gol al passivo e soltanto 35 realizzati. Quarta retrocessione in serie B della storia del club azzurro.
1963-64: Lauro presenta le sue dimissioni e si apre la lotta per la sua successione. Pretende ben 407 milioni a saldo (a suo dire) delle sue personali contribuzioni, non dimostrate né giustificate poiché nessun rendiconto era mai stato stilato in Società. Ma il passivo, a giugno, ammonta a 700 milioni per quanto dovuto all'Esattoria comunale ed al Credito Sportivo. Il primo che si mostra interessato all'acquisto è Pasquale Gagliardi, un cilentano che ha fatto fortuna in Venezuela. Gagliardi viene convinto ad avanzare l'offerta a Lauro (8 rate annuali di 60 milioni) da Fiore, che gli aveva promesso un sostanzioso contributo da parte di suoi parenti ed amici, e da Scuotto. Poiché Lauro non si esprime in merito, viene chiamato a dirimere la questione il Presidente della Lega Perlasca. Alla fine Lauro rifiuterà l'offerta e nominerà Scuotto "reggente". Questi opererà con l'appoggio di Fiore che così, piano piano, riuscirà ad entrare in società. La campagna trasferimenti risulta povera come l'anno precedente; arrivano l'ala Bolzoni, Rimbaldo e Prenna mentre partono Bodi, Mariani, Fanello e Tomeazzi. L'allenatore è Lerici perché Pesaola preferisce andare via. Ma Lerici, già nel febbraio 1964, viene affiancato da Bruno Gramaglia in qualità di "consigliere" e, a marzo, viene definitivamente licenziato. Alla guida tecnica della squadra viene nominato Molino in qualità di allenatore-giocatore. Il campionato si conclude all'8° posto con 39 punti, 39 gol fatti e 35 subiti. Miglior marcatore azzurro è Gilardoni con 10 reti.
1964-65 : Viene costituita la S.S.C.N., Società Sportiva Calcio Napoli SPA. Presidente onorario Achille Lauro, presidente esecutivo Roberto Fiore. Nella costituzione della Società il capitale sociale di 120 milioni fu sottoscritto subito da Achille Lauro (defalcando i suoi 40 milioni dai 480 del suo credito consolidato), e da Gigino Scuotto con 17 milioni. Il neo presidente Fiore, nel momento del suo insediamento, trova che restano da pagare debiti per 423 milioni. A questo punto compare un nuovo socio: Gioacchino Lauro (primogenito del Comandante); ma mancano ancora 40 milioni dal Gruppo Fiore e 40 milioni da Corcione-Tardugno. Uno degli esclusi dalla "scalata" al Napoli è Giovanni Proto, consigliere comunale del partito di Lauro, che si prese la rivincita rilevando il "Cirio" che diventerà l'Internapoli di Wilson e Chinaglia. Vengono acquistati il portiere Bandoni, l'ala Bean, Panzanato, Zurlini, di nuovo Fanello e Pesaola allenatore. Campionato tiratissimo e deciso all'ultima giornata con la vittoria in trasferta sul Parma per 3-1. La serie A viene riconquistata con un secondo posto a 48 punti, 45 gol fatti e 21 subiti (migliore difesa del campionato). Tatticamente Pesaola arretrò Ronzon a libero (nella posizione che poi ricopriranno i vari Scirea, Tricella, ecc.) sistemò Juliano tra Emoli e Girardo, Bean ala tornante e Fanello e Cané, quest'ultimo autore di 12 goal, di punta.
1965-66 : La campagna acquisti è di quelle importanti. Arrivano Sivori ed Altafini. Ma insieme a questi due campioni arriva anche un ottimo Nardin, precursore dell'arcigno Bruscolotti e Stenti, libero giovane ma già affermato. Il campionato è di ottimo livello e il Napoli si piazza 3° con 45 punti, ad un punto dal Bologna secondo e 5 punti dall'Internazionale Campione d'Italia. In questa grande stagione Altafini va a segno 14 volte, Canè 12 e Juliano viene convocato in Nazionale. Inoltre questa grande annata, una delle migliori della storia azzurra, fu sublimata in Svizzera con la vittoria della Coppa delle Alpi cui parteciparono, tra le squadre italiane, anche Catania, Spal e Juventus. A questa manifestazione mancò Juliano, convocato da Fabbri per i Mondiali Inglesi, sostituito da Orlando. L'assenza del nazionale, tuttavia, non impedì la conquista del trofeo.
 
1966-67: Vengono acquistati Bianchi, che verrà convocato in nazionale così come Stelio Nardin, Orlando, Micelli e Braca. A dispetto di un buon inizio di campionato nel quale vengono conseguiti nove risultati utili consecutivi, arriva la doccia fredda delle dimissioni di Roberto Fiore (19/12/1966) la cui carica di Presidente esecutivo viene assunta da Giacchino Lauro dal 27/1/67 (nel mese vacante fu commissario Diamante). L'eccessiva popolarità di Fiore aveva cominciato ad infastidire Lauro che, una volta riuscito a consolidare l'asse con Corcione, fa di tutto per rendere difficile la vita a Fiore fino a quando lo costringe a dimettersi. Gioacchino Lauro tuttavia non ha né le capacità né il carisma del predecessore. La squadra si classifica al 4° posto con 44 punti, ma la sensazione di tutti è che avrebbe potuto fare molto di più. Il bomber Altafini vive la sua migliore stagione napoletana realizzando 16 goal.
 
1967-68: Il Campionato italiano viene ridotto da 18 a 16 squadre. In campagna acquisti sfuma sia l'ingaggio di Gigi Riva (per ragioni di mobilitazione popolare in Sardegna) che quello di Sergio Clerici. Arriva il grande portiere Dino Zoff al posto di Bandoni, anche se il contratto di acquisto viene depositato fuori tempo massimo. Viene ingaggiato Claudio Sala e lasciato per un anno al Monza di Gigi Radice. Inoltre arrivano il terzino Pogliana e le ali Barison e Bosdaves. La qualità della rosa a disposizione convince Pesaola a restare anche se solo per un anno. Frattanto, sotto la presidenza di Gioacchino Lauro, Fiore cede un piccolo numero di azioni del valore di 100.000 lire all'ingegnere Corrado Ferlaino. Nessuno diede importanza a questa compravendita, nemmeno Lauro che non esercitò il diritto di prelazione che gli spettava. Il campionato finì con il 2° posto conquistato con 37 punti, alle spalle di un imprendibile Milan a ben 9 punti di distanza. Questo sarà il migliore piazzamento azzurro fino alla metà degli anni ottanta. Altafini si conferma ancora una volta il miglior marcatore azzurro con 13 reti.
 
1968-69: Con Corcione Presidente e Fiore amministratore delegato, parte la stagione 1968. Pesaola, visto il trambusto nella dirigenza azzurra e temendo uno smembramento della squadra, si accorda con la Fiorentina. Nuovo trainer azzurro è Giuseppe Chiappella. In campagna acquisti viene ceduto Orlando alla Spal ed al suo posto arriva Harald Nielsen; dal Bologna arriva l'ex nazionale Guarneri, per la cifra di 125 milioni che, un po' per nostalgia, un po' per l'età non più verde, rende molto meno di quanto ci si aspettasse. Viene riscattato Claudio Sala dal Monza per 125 milioni di lire, cifra che nell'anno a Napoli vede quadruplicare il suo valore con la cessione al Torino per ben 470 milioni. La stagione non è delle più serene. Varie grane si accavallano nel corso dell'anno (ingaggi da ridurre, infortuni, ecc.). La partenza non è buona. Il Napoli raccoglie solo 6 punti nelle prime 8 partite. La nona giornata vede di scena la Juventus a Fuorigrotta (1/12/1968): al gol iniziale di Anastasi, risponde Montefusco con una doppietta, ma la scazzottata finale tra Sivori, Favalli, Panzanato e Salvadori provocherà la squalifica di Panzanato per 9 turni e quella di Sivori per 6. La squalifica sarà per quest'ultimo l'occasione per abbandonare definitivamente il calcio italiano. Il 7 dicembre 1968 muore il presidente Corcione. Corrado Ferlaino, proprietario di sole 5 azioni del valore di 100.000 lire, ne diviene il successore. Il giovane ingegnere decide di "retrocedere" Chiappella ad "osservatore" ed il suo vice Parola a "osservatore in Piemonte". La squadra viene affidata a Di Costanzo che, con grande stupore generale, riesce ad infilare una serie positiva di sette partite. Dopo la sconfitta casalinga con la Fiorentina, tuttavia, Ferlaino richiama Chiappella alla guida della squadra destituendo il suo temporaneo sostituto. Il campionato finisce con il Napoli al 7° posto in classifica, con 25 gol subiti e soltanto 26 segnati.
1969-70: Ferlaino riesce ad acquistare dalla vedova di Corcione un ulteriore 21% della Società, divenendo così azionista di maggioranza. Parte così l'operazione di risanamento societario. Vengono ceduti Sala al Torino per 470 milioni, come detto, quasi il quadruplo di quanto pagato l'anno precedente, Faustinho Cané al Bari, Guarneri, Nielsen e Stenti. Viene riscattato dalla Spal Improta, e arrivano anche Manservisi, Vianello, Bosdaves ed Hamrin che segnerà il primo gol del Napoli al S. Paolo all'ultima giornata del girone d'andata. Il Napoli chiude al 6° posto con 31 punti, 24 gol fatti e soltanto 21 subiti. Per la nazionale in partenza per i mondiali messicani, il CT Valcareggi porterà Juliano e Zoff, ignorando Bianchi autore di un campionato assolutamente superlativo.