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MARTEDÌ 15 GIUGNO 2021 - INTERVISTE

VIDEO - ADL 'SHOW': «SUPERLEGA? DISSI AD AGNELLI CHE ERA UN ERRORE. FARÒ UNA SERIE SUL NAPOLI. QUI GIRO CON LA SCORTA...»


Le parole del presidente azzurro


 
     
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A cura di: Ciro Gaipa
Fonte: Napolicalcionews.it

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è intervenuto come ospite al Passepartout Festival rilasciando una lunga intervista. Ecco alcuni passaggi raccolti da Napolicalcionews.it:

«Draghi? È un gentiluomo, oltre che un amico. Mi fece i complimenti anche per il ricorso vinto al Coni contro la Juventus.

Napoli Capitale? Lo era già nel '600 e nel '700, era la terza città europea dopo Parigi e Londra. Scrittori, pittori e poeti venivano a Napoli. Non voglio diventare un Borbonico, ma è chiaro che Cavour è stato un gran 'paraculo' a mandare un personaggio cinematograficamente valido come Garibaldi a fare manfrina con la mafia in Sicilia per poter conquistare e unire l'Italia. In realtà la ricchezza napoletana era gigantesca, loro si sono portati via tutte le riserve d'oro borboniche. Questa unificazione non è avvenuta sul piano territoriale.

I napoletani in nazionale l'hanno rincuorata? Sì, mi hanno rincuorato. Mi pare che abbiano fatto due gol su tre. Quanto pesa un evento sportivo di questo tipo? Se continua a pesare poi mi chiederanno l'aumento (ride, ndr).

De Luca? Per quanto possa essere contestato, è uno che ci mette la faccia e lavora. È uno che deve decidere, già siamo in ritardo di un secolo in Italia. La sua gestione? È ingiudicabile come in tutto il territorio italiano visto che sono due anni che abbiamo questo problema del Covid, paragonabile a una terza guerra mondiale. Perché secondo voi è antipatico? Perché è un uomo del fare, e chi fa diventa sgradevole. 

Cinema e calcio sono contenuti di massima presa popolare. Io ogni volta che ho realizzato un film nella mia vita ho studiato la gente. Ogni volta che ho la fortuna di leggere due righe su un giornale, io cerco di tramutarla in un'idea per una fiction o per un film. Ieri mi sono appuntato 14 idee diverse per film e serie televisive.

Modello Napoli? Io sono arrivato a Napoli ma la conoscevo poco. La mia famiglia era napoletana ma non conoscevo la trasformazione dei napoletani che si erano avviliti, intristiti, abbandonati, erano diventati fatalisti. A un certo punto ogni volta che avevo un'idea mi dicevano tutti di no, allora ho deciso di fare di testa mia come ero abituato a fare.  Mi prendevano per pazzo, ma ero solo un visionario.

Rapporti con altri industriali? Un grande industriale è il proprietario di MSC Crociere Aponte. Spende un miliardo e mezzo a nave solo per le crociere, eppure vive e opera a Ginevra. Come mai non sta a Napoli? A Napoli ha tutte le flotte di collegamento con Capri, Sorrento, Ischia... Io ho la scorta quando vado a una partita, ma quando sono da solo mi rifiuto. Anche se qualcuno mi scrive 'ti uccidiamo', 'sei un merda', perché magari l'ho fatto arrestare. Con me il compromesso non esisterà mai. Io quando vado a dormire non deve avere problemi di coscienza, infatti mi addormento subito e poi mi sveglio molto presto la mattina. 

La prima cosa da fare a Napoli? Convincerei lo stato a prendere misure importanti sul piano infrastrutturale per l'ammodernamento del territorio. C'è una grande cultura partenopea, anche di strada. Non va abbandonata ma utilizzata come attrazione per i visitatori. La città ha una grandissima forza, purtroppo gli manca una classe dirigente con le palle che abbia coraggio. Ma servono tanti soldi a disposzione, il problema non è solo Napoli ma il Sud in generale.

Quando sento dire che il signor Commisso, che ha già investito 350 milioni, vuole fare lo stadio e gli dicono 'quello non lo puoi toccare perché è un monumento...'. Ma monumento di che? Quello è il regno del pallone che serve per la gente che è vessata tutta la vita e che vuole andare allo stadio per sfogare ed essere uguale agli altri. Tu gli impedisci di rimodernizzarlo per quale motivio? Poi esiste la burocrazia politicizzata, è contro Commisso perché rappresenta un potere da annientare in quanto americano. Lo stato è vincente perché siamo tutti silenti e 'appecoronati'.

Io ho avuto due mentori, uno è l'umiltà. Io a 19 anni alle 4 del mattino caricavo i camion aiutando i macchinisti sul set, prima di passare al mondo della produazione creativa e distributiva. L'altro mentore è stato mio padre. Lui si è mosso da Napoli negli anni '30 ed è andato a Sofia, in Bulgaria, e ha fondato un giornale di grande successo. Lui è sempre stata la parte intellettuale della famiglia. 

Verdone? C'è un'esclusiva che va avanti dal 2002. C'è un'intesa profonda perché Carlo è un grande professionista e un grande autore olte che un grande amico.

Futuro del cinema? Lo vedo bene, perché vedo bene l'industria dell'audio-visivo. Il cinema nelle sale invece lo vedo meno bene. Ma questo lo dico pure in America. Si spendono 50-60 milioni di dollari in pubblicità per il primo week-end di uscita e magari non tutti possono andare al cinema la prima settimana per diversi motivi. È antidemocratico non dare la possibilità a tutti di vedere un'opera importante cinematografica. E allora dissi che bisognava uscire in parallelo in televisione, mettendo un prezzo più alto per la visione in pay per view. Ci è voluto il Covid per iniziare, la Disney, Netflix e tanti altri hanno deciso di uscire contemporaneamente sia al cinema che sulle piattaforme. Le serie televisive sono importanti perché sono film che durano 10 ore e hanno la possibilità di sviluppare personaggi che prima era impossibile vedere in un'ora e mezza. 

Pennac metterà in scena uno spettacolo su Maradona. Cosa c'è in Maradona che convince? È stato unico e irripetibile. La fortuna e la sfortuna è che lo hanno avuto i napoletani. La sfortuna è che con un calcio malato delle istituzioni non si può sempre vincere lo Scudetto. Maradona gli ha portato a vincere due scudetti perchè era un personaggio che veniva da un altro pianeta.

Mio figlio sta realizzando una fiction in stile Jordan. Faremo tre stagioni sulla storia del Napoli, la prima stagione va dal 1984 al 2001, quindi c'è Maradona. Ci saranno interviste con tutti quelli che hanno giocato all'epoca e poi ci saranno le partite e tutto quello che c'è stato attorno. Saranno 10 puntate. Poi faremo una storia prima del 1926, anno di nascita del club, con la storia del cavallo che divenne un 'asino', spigheremo da dove nasce il famoso 'ciuccio' del Napoli. Racconteremo questa storia dal 1926 al 1984 nella seconda stagione. E la terza sarà sui miei 17 anni anni di presidenza.

Bari? L'idea del Bari è nata perché il Sindaco mi ha chiamato e mi ha chiesto che dovevo interessarmi del Bari che era appena fallito. Mi ha chiesto di scrivergli due pagine su come vedevo la cosa e io ne ho scritte trenta. Non lo avessi mai fatto, mi ha bombardato di telefonate affinché lo prendessi io. Allora chiamai mio figlio che mi disse di no inizialmente, poi mi telefonò dopo due ore e accettò di occuparsi del Bari. E oggi è felicissimo di questa cosa.

Superlega? Questo fatto della Superlega è figlio del fatto che le istituzioni del calcio pensano di fare loro con i soldi nostri. Che interesse possono avere club come Real Madrid, Juventus e Napoli a fare la Champions League per poi indebitarsi e gudadagnare al massimo 100 milioni in più? Io faccio parte dell'ECA e mi sono sempre interessato del marketing. Ho detto ad Agnelli che stava sbagliando con questo sistema della Superlega, in quanto volevano essere gli attori principali di questo sistema. Invece democraticamente tu devi lasciare la porta aperta a tutti. Quindi noi dobbiamo stabiliare un'altra competizione, levandola dalle mani della Uefa, dando noi a loro una percentuale e non facendoci pagare noi da loro. Io adesso ho tanti giocatori del Napoli in giro per i campionati europei. Se qualcuno si rompe un ginocchio, un menisco, una caviglia, una spalla e non mi ritorna sano per sei mesi, poi, chi mi ripaga? E io perché ti ho dovuto prestare un mio calciatore? Per prendere gli spiccioli? Non esiste. Tu fatturi 3 miliardi e mezzo in 15 giorni? E allora devi sederti per rivedere tutto.

I signori Perez e Agnelli hanno sbagliato sicuramente. Ma non hanno sbagliato a dichiarare che il calcio è diventato fallimentare per colpa delle istituzioni. Lo stesso Gravina, persona rispettabilissima, disse che avrebbe fatto grandi cambiamenti. Ma sono due anni e mezzo che è lì e ancora non è andato dal Governo per farsi abolire la legge del '91 che è vecchia di 40 anni. O per ottenere l'abolizione della legge Bossi-Fini del 2001 sugli extracomunitari che costano mano e aiuterebbero tante squadre piccole a crescere. Perché non hai dato un calcio alla legge Melandri che fu scritta da Gentiloni? Il calcio cambia, va modificato di anno in anno».