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LUNEDÌ 3 MAGGIO 2021 - STAMPA

TN – MARADONA, GONFIORE DIFFUSO E ALTRI SINTOMI IGNORATI DA LUQUE: PER LUI E GLI ALTRI ERA ‘LA BELLA ADDORMENTATA’


Il portale argentino pubblica il documento nel quale è dimostrato che era Luque il medico curante


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Tn.com.ar

Nonostante le raccomandazioni lo scorso 11 novembre, Diego Maradona lasciò la Clinica Olivos dopo l’operazione per rimuovere ematoma subdurale e fu poi trasferito in una casa della Contea di Tigre per ricovero domiciliare. Da allora, l’ex capitano della Seleccion evidenziò sintomi che dovevano mettere in allerta l’equipe medica che lo assistiva ed il neurochirurgo Leopoldo Luque.

“Io so che si tratta di una invasione quotidiana, tutto ciò che è relativo alla riabilitazione dall’ alcool. Non è un cretino, si rende conto. La psichiatra può andare per una qualsiasi affezione postoperatoria alla testa. Tu per l’operazione ed il medico per la testa...”, comincia a dire in modo introduttivo Nicolas Taffarel, assunto come kinesiologo di  Maradona, a Luque, medico curante, secondo egli stesso si definì in uno dei documenti che compongono la storia clinica di Diego.

“È tutto per la testa, però era molto gonfio. Te lo giuro su Dio, non ti dico bugie su questo. Immagina che l’ho visto gonfio a luce spenta e non volevo vederlo con la luce accesa”, gli confessò il massaggiatore. Non  era l’ unico ad aver notato questa condizione nel corpo del Diez.

“Si idiota, stai tranquillo, perché è ovvio che se rimani a dormire 20 ore nella stessa posizione, come fai a non gonfiarti, non preoccuparti di questo, si sgonfierà rapidamente”, gli rispose il neurochirurgo che credeva si trattasse di una conseguenza di uno stato d’animo.

“Voglio vedere che succede, perché vuol vedermi. Il punto è perché rimane a dormire tanto tempo. L’altro giorno mi disse una frase: ‘Ho cambiato il mio amore per i miei figli, non l’ho capito, ho pensato che quel cretino mi stesse dando una bella rottura a cambiare l’alcool per i figli. Gli dissi, non ti ho capito, qual è il tuo amore. Rocío, mi disse, o magari era depresso un’altra volta’”.

Di sicuro il gonfiore osservato da Taffarel sarebbe stato il sintomo più evidente del degrado della salute di Maradona.

Il capo della Commissione  Medico-Legale di San Isidro, Federico Corasoneti, incaricato dell’ autopsia, ha sottolineato che, oltre alla congestione viscerale generalizzata, un cuore aumentato di volume con segnali di patologia cardiaca cronica, segnali di patologia renale cronica, come nel fegato ha riscontrato una cospicua quantità di liquido dall’aspetto citrino nelle cavità sierose, “edema polmonare diffuso” molto marcato.

I procuratori incaricati del caso gli hanno domandato se la sintomatologia che presentava El Diez doveva essere notata dal personale sanitario che lo assisteva. Corasoneti è stato lapidario: sì. “È evidente la difficoltà respiratoria,  l’alterazione dello stato di coscienza, il colore della pelle e la saturimetria, ecc.

Lo stesso ha risposto riguardo ai problemi cardiaci di cui soffriva Maradona, spiegando che “un quadro di insufficienza cardiaca si manifesta in maniera graduale, con fatica, dolori al petto occasionali, tosse notturna, mancanza d’aria nel coricarsi, minzione in episodi ripetuti nella notte, accumulo di liquido nelle cavità sierose, perdita di massa muscolare ed edema negli arti inferiori o zone dicibili”.

In ultimo, anche se il forense non ha saputo accertare se Diego avrebbe potuto continuare a vivere nel caso di  vita in una casa con elementi di  terapia intensiva mobile o elementi di emergenza, ha considerato comunque che le possibilità di sopravvivenza sarebbero aumentate.

“La bella addormentata nel bosco”, era questo il soprannome con cui chiamavano Diego

Diego Maradona quasi non si alzava dal letto. Non arrivava al bagno  ed era irascibile. Licenziava gli infermieri e non voleva contatti con gli accompagnatori terapeutici. L’entourage si burlava di questa situazione.

Maximiliano Pomargo, cognato di Matías Morla, assistente personale di Maradona e una delle persone che convivevano con lui nella casa di  Tigre, comunicò la sua preoccupazione a Luque tra il 14 ed il 17 novembre.

Maximiliano Pomargo: Guarda che ha dormito tutto il giorno ieri e continua a dormire. L’infermiera nostra mi dice che è pesantemente medicato.

Leopoldo Luque: L’hai visto la bella addormentata?

MP: Sono preoccupato.

LL: Non si alza? Avvisamo se non lo vedi bene.

MP: La faccia è piuttosto gonfia. Qui Taffa dice che è ritenzione idrica.

LL: È normale. È prevedibile. Può essere perché è stato a letto per molto tempo. Ok, gli tolgo i punti e diamo il via libera perché faccia attività fisica.

LL: Porca miseria, devo andare a vederlo quando è come un orsetto, che dorme tutto gonfio. Ma perché non mi chiamano un giorno quando va tuto bene? Ma davvero non me ne va bene una.

LL: Continua a non svegliarsi? Non mi spaventare amico. Dagli un caffè.

MP: Si.

LL: Comincio a guadagnare meglio nel consultorio amico. Ho avuto un poco di notorietà.

MP: Chiaro, caro, devi approfittarne.

LL:  È fondamentale che  il nano faccia un video quando sta bene. Questo mi farà andare a mille.

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