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SABATO 27 NOVEMBRE 2021 - CONFERENZA STAMPA

SPALLETTI IN CONFERENZA: “CONTRO LA LAZIO PARTITA VERA, DI LIVELLO; INSIGNE E FABIAN ABILI ED ARRUOLABILI”


Il tecnico azzurro ha parlato in conferenza stampa


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Luciano Spalletti ha tenuto la sua conferenza stampa al Centro Tecnico Konami di Castel Volturno alla vigilia di Napoli-Lazio. Le sue parole sono state trasmesse da Radio Kiss Kiss Napoli.

Emergenza come un anno fa: è l’occasione giusta per per tirar fuori dai giocatori che giocano meno questa mentalità di cui lei ha parlato?
Tutto sommato va bene quel che si dice ma preciso che questa è una rosa di un certo livello e lo dissi anche quando Mertens era fuori per una operazione, quando giocavano gli stessi e siamo riusciti ugualmente. Attraverso  queste risposte si dà impronta a quel cammino che vogliamo fare. Noi non abbiamo da dimostrare niente, non dobbiamo  innervosirci o da ribaltare ma da lavorare quotidianamente  e seriamente. Questo trova la soluzione; abbiamo un metodo e attraverso questo metodo ci mettiamo qualcosa in più: sono i metodi che fan la differenza, dobbiamo essere di un livello superiore alla volta precedente senza coinvolgimenti in polemiche o risposte. In tutto questo se andiamo lì a giocare contro lo Spartak sapendo di un clima meteo e di un clima nello stadio e prendiamo una situazione dopo appena 30’’ il primo che deve fare un esame sul come abbiamo lavorato sono io. Si posson fare tanti discorsi ma è trovare ciò che arriva ai singoli calciatori, è più importante un silenzio dove ritrovare quel che deve essere il comportamento rispetto a frasi fatte se non si compiono quei gesti e responsabilità dentro le situazioni di partita.

Domani giornata suggestiva con la posa della statua di Diego. Che tipo di energia può dare questo ai calciatori? Poi ha un ‘Maradona’ suo come ognuno ha a Napoli?
Maradona è sempre nei pensieri dei calciatori: non solo di quel che è lo sportivo in generale che ha ammirato le gesta, ci sono quelli che vorrebbero emularlo, la sua grandezza, anche nelle canzoni. In ritiro facemmo una cena fuori dagli schemi e tutti insieme abbiamo  cantato le canzoni di Maradona. È uscito questo nel libro de Il Mattino. L’ho detto: non importa sapere se Maradona è stato buono o cattivo esempio, il più grande numero 10 della storia del calcio, è fondamentale sapere il vuoto che ha lasciato quando è mancato. Una sensazione di vuoto, di spazio lasciato al niente. È stato uno smarrimento totale mai visto nella storia del calcio. E parlare di storia del calcio quando si parla di Maradona è anche riduttivo, ci ho giocato una volta contro e mi ricordo quello che ci creò… per capire la profondità della sua anima non va guardato neanche quando giocava a calcio, va ascoltato quando cantava, lì si coglieva  la profondità della sua anima. Le persone più umili che han lavorato con lui come le ha fatte sentire al  suo livello: è quella la grandezza di far sentire grandi tutti coloro che sono vicini, mischiandosi con delle assolute normalità, alla gente normale, così è riuscito a farli sentire ancora più importanti.  

Qual è il peso specifico della partita di domani, cosa deve venir fuori?
Assume un peso diverso: veniamo da 2-3 risultati che non sono stati quelli che avremmo voluto; davanti abbiamo una squadra che è del nostro livello, la Lazio fa parte di quelle 7 proprietà del condominio e quel che dobbiamo fare sempre è questa continua attenzione, evoluzione rendersi conto di che calcio abbiamo proposto e lavorare correttamente e seriamente giorno dopo giorno senza lasciarsi ribaltare da un risultato di una partita. A volte nelle partite gli episodi danno brusche sterzate all’andamento delle cose. Non è detto che tutto il lavoro sia stato sbagliato anche se hai perso la partita.

Mercoledì abbiamo trovato sgradevole il tweet dello Spartak per la sua mancata stretta di mano  a  Rui Vitoria…
La stretta di mano: vedo questa premura e passione a volermi far cambiare ma io non ci tengo a cambiare. Mia mamma che ha 90 anni mi dice sempre ‘rimani come sei’ e io do retta a lei. Poi in Russia ci sono stato e ci sono persone vere che hanno un comportamento di quelli seri, da persone perbene. Ci sono società serie che sanno stare in un calcio europeo e poi c’è lo Spartak che decide che può fare quel che gli pare. Aggiungo che a chi non mi saluta correttamente o all’inizio lo posso dire che le offese si fanno di persona non via twitter o dopo in conferenza stampa. Se hai qualcosa da dire a qualcuno glielo dici come ho fatto io. Vedendo che non interessa a nessuno quel che han fatto i calciatori dell’Inter che mi hanno abbracciato, quei 5 minuti a fine partita tutti, tutti dal primo all’ultimo e l’avete visto tutti e non avete visto quel che han fatto i dirigenti e quelli che lavorano dietro le quinte. I calciatori li avete visti tutti e quello non ha interessato nessuno.

Come stanno Insigne e Fabian?
Sono a disposizione, hanno svolto l’intera seduta in gruppo, con grande intensità e sono pronti per partire dall'inizio.

Quali cambiamenti?
Anche durante partita l’essere differenti può essere una soluzione in più. Dovremo esser attenti alla linea sottile tra propongo qualcosa di diverso e il creo confusione in squadra. Il mio discorso e sguardo va sempre al di là del recinto e del confine. In Europa le squadre forti sanno adattarsi, ci mettono qualcosa di più nelle partite: cominciano in un modo e si evolvono in un altro. L ’utilizzo di un calciatore o altro lo determina. La costruzione a 3 o a 4 non fa trovare la stessa misura nelle pressioni avversarie poi c’è il rovescio della medaglia, alias a non perdere convinzioni e sicurezze. L’equilibrio è sottile ma più soluzioni danno vantaggi.

Sarri che avversario è e cosa cambia senza Osimhen?
E’ un avversario difficile, perché lo hanno visto qui come altrove come è bravo a organizzare  il gioco di squadra e nel mantenere la squadra corta nel far ragnatela con passaggi stretti, nel prendere subito la posizione e lo spazio in campo in pochissimo tempo, la percezione di dove poter far male, loro stanno anche bene come hanno fatto vedere in settimana in  Russia: sarà partita vera, di livello.
Osimhen è  un calciatore un po’ unico, ha tutte le qualità e caratteristiche, è completo e si può migliorarne la tecnica, raffinandola, ma le altre caratteristiche le  ha tutte e sono difficili da trovare in altri. Mertens tecnicamente e nelle scelte di posizionamento non sbaglia niente, ma se deve fare uno strappo di 70 metri, colpire di testa, è differente ma se gli capita una palla al limite la piazza dove vuole. Si perdono delle caratteristiche e  se ne prendono altre, ma si deve essere al top. Idem con Petagna, siamo ben assortiti in attacco. Si lavora in maniera corretta rimanendo nel percorso che ci siamo organizzati.

Come sta Demme?
Sta bene. È stato a casa, noi lo teniamo in grande considerazione perché è uno che conosce la materia del centrocampo e può fare più cose.

Il discorso è che anche questo fa parte delle qualità da migliorare, dei livelli di cui parlavo prima. Quando si analizzano le partite diventa completo il discorso, si analizza una fase di pressione, di costruzione, di linea – e quando parlo di linea intendo difensiva di solito – di come deve guadagnare campo o mangiarlo o rubarlo, fare la squadra corta, quello è fondamentale per una linea, non lasciare spazio tra lei e la linea di metà campo altrimenti sulla trequarti creano problemi. Avere una linea corta con il resto della squadra.

Quanto non essere schematico ma camaleontico può giovare al momento non semplicissimo del Napoli insieme alle sue qualità morali?
Se vado ad affrontare un discorso del genere è perché lo ritengo un vantaggio da dare ai calciatori quello di poter cambiare modulo. Le distanze sono poche da assumere e cambiare, si può fare in tutti e due i modi come nell’ultima partita. Per me bisogna lavorarci più in profondità ma è un vantaggio che si dà alla squadra.

A Dimaro disse che avrebbe voluto vedere una rumba di posizioni sulla trequarti. Ad oggi Insigne 0, Poli a 1 e Lozano a 2 gol il bottino è povero, specie senza Osimhen. La motivazione è nella brillantezza, mancano i guizzi dei singoli o altro?
Se il discorso è sui gol in totale – non so di preciso – qualcuno lo abbiamo fatto. Se si va nello specifico alle voci da lei elencate, vero c’è qualcosa da migliorare e fare in più, occorre credere di più nel gioco di entrare tutti in campo e perfezionare la qualità nello stretto, negli spazi un po’ cupi tra difensori e  mediani, lì bisogna fare di più.

La Lazio ha un centrocampo forte e di qualità, tatticamente si può alzare l’esterno basso portandolo alla trequarti nell’interno? È una soluzione che dà equilibrio?
Corretto, quel che ho detto voleva assomigliare a quanto detto da lei. Se  ci dà il suo consenso ci sentiamo ancor più forti.

Nel Napoli di Sarri la novità tattica fu Mertens centrale. Al momento potrebbe essere lui la chiave di volta per punire Sarri con sua stessa arma?
Mertens non ha tanti problemi con la confidenza con la porta  è uno che sa far benissimo il ruolo del 4 2 3 0, perché Mertens si sa nascondere, viene dentro e tra le linee, mentre altri hanno caratteristiche che ti danno più riferimento. Mi sono divertito – apro e chiudo parentesi – Messi o Ibra o CR7 o altri, quando domandi al centrale di turno chi preferisce marcare ti dice quello più visibile anche se ti fa gol uguale. Quello meno preferibile da marcare è il piccolino, quello che non trovi. Sono situazioni redditizie da far funzionare.