TORNA IN HOMESOCIETA'SQUADRASTAGIONECalciomercatoSTATISTICHECONTATTI



VENERDÌ 24 FEBBRAIO 2023 - CONFERENZA STAMPA

SPALLETTI IN CONFERENZA: “AD EMPOLI GARA DELICATA PER LA LORO GEOMETRIA E COMPATTEZZA TATTICA”


Il tecnico azzurro ha parlato in conferenza stampa


 
     
0


A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Luciano Spalletti ha tenuto la sua conferenza stampa alla vigilia di Empoli-Napoli presso il Centro Tecnico Konami di Castel Volturno.

Un anno fa la sconfitta di Empoli ha segnato il momento più critico della sua gestione per quel che accadde dopo più che per via del risultato. Un pezzo di questo Napoli  è stato  costruito per superare quelle difficoltà e con che spirito andrete ad Empoli?

Il Napoli ha fatto passaggi importanti su questo tipo  di sconfitte, anche un anno fa avemmo un bel rimbalzo dopo quella sconfitta. Per quel che si è visto in futuro la lettura e la gestione di situazioni simili sono state ammortizzate bene. La partita è  delicata, delicatissima, per quel che è la loro precisa geometria tattica, dovrem esser bravi noi a dilatare la loro compattezza tattica. Il loro modo di giocare viene da lontano, stanno in campo benissimo, hanno calciatori forti, fortissimi: Vicario e tutti ne parlano, Baldanzi Parisi, calciatori che ci ritroveremo in grandi squadre per classifiche importanti e già ora sanno come comportarsi. Conosciamo le qualità di Luperto che è andato via per giocare con più continuità: segni della difficoltà di questa partita qui. Noi dobbiamo esser bravi a meccanizzare bene nella testa l’importanza di queste partite non considerando altro… Ha mai fatto il fabbro lei? Io sì, il fabbro dilata, vede solo il punto grazie ai suoi occhiali, non vede oltre il metro, qui è uguale agli occhiali del fabbro, di questo c’è bisogno.

A Empoli ha avuto inizio la sua carriera, un po’ ‘da Empoli ad Empoli’: come è stato il suo percorso, come è cambiato e come immagina il traguardo?

Sono partito da Empoli e vi sono molto grato anzi, parentesi corretta – nel calcio cerchiamo sempre modelli dai quali prendere qualcosa e imparare correttamente: da quelle parti si può vedere come si fa calcio. A Monteboro ho preso gli spunti di come si fa calcio e la visione in proiezione futura: di questi se ne trovano tanti e io  sono stato avvantaggiato da quella impostazione vissuta per  4-5 anni  da tecnico, 7 da calciatore e 20 da tifoso. Insomma ho accumulato un buon bagaglio. Poi si fanno nuove esperienze per fare passi successivi più avanti e per avere la possibilità di accorgersi del bello che hai davanti senza esser presuntuosi. Il mio percorso è stato di queste attenzioni qui, la fortuna è  aver trovato calciatori molto forti che mi han permesso di allenare in squadre importanti come anche il Napoli.

... 

Osimhen e agli altri ho dato un giorno di recupero totale anche se potevamo allenarci qui ma allenarci era rivivere una  cosa di tutti i giorni. Poi abbiamo preparatori molto bravi che sanno benissimo andare a indicare il carico che dobbiamo fare negli allenamenti successivi, le distanze anche se qualcosa va sempre ripetuto – le distanze e a che velocità devi fare. Questo   fa la differenza per il carico muscolare e mentale. Si fa in modo che dal punto di vista dell’impostazione non si addizioni fatica su fatica. Quando si vincono partite così sono massaggi alla testa oltre che ai muscoli e funziona più del massaggio di un massaggiatore professionista. Stanno tutti abbastanza bene e si cerca di andare a scegliere il meglio possibile anche se per me non è facile, ho tanti dubbi per la qualità dei calciatori  che ho.

Ci dice un aggettivo non ancora usato per il Napoli o che lei userebbe?

Magari quello di non far confusione tra lavoro e scaramanzia, quello mi sta a cuore: ecco non parla di questo è scaramantico. No, non è scaramanzia, è lavoro che abbiamo avanti, è un pannello dopo la partita senza pensare ad altro. Poi se volete comprare pasticcini e spumante… lei oggi capita qui perché è il compleanno di Amir, non si vedono pasticcini e spumante tutti i giorni. Si lavora seriamente e correttamente perché poi è quella partita di prima, di Empoli, che ci ha distrutto il lavoro di un anno intero: per quel che era stata la forza, l’equilibrio e la maturità della squadra. Avevamo perso qualche partita ma eravamo riusciti a reagire e lì fu brutto: dal mancato tre a zero,  invece abbiamo perso negli ultimi minuti. Sono partite devastanti e soffrimmo moltissimo. Senza camera d’aria, gomme piene e via in questa partita qui. è difficile. Capisco che fate fatica a interpretare la difficoltà delle partite come Empoli, se steste nel mio ruolo vi accorgereste di tutto e sarebbero più comprensibili i miei discorsi senza far giochi tra scaramanzia o non. Macchè, noi vogliamo vincere per dare soddisfazione alla gente, sentiamo l’amore e la vicinanza della gente, le sensazioni di questo amore infinito per questi colori e non bisogna commettere il minimo errore, eppure a volte ci sono errori che non volendo vengono fuori e possono ribaltare le situazioni. Non permetteremo che dall’euforia cominci la presunzione che sarebbe la fine della crescita personale.

Modelli e vittoria come balsamo: questo Napoli può essere modello del calcio italiano, una squadra che riesce sempre a correre, è strutturata, ha identità pur cambiando elementi, un po’ all’inglese?

Non so se possa diventare un modello da prendere. La nostra impostazione è quella: giocare un buon calcio il che assomiglia alle nostre  caratteristiche e qualità per far più risultati possibili. I complimenti ci fanno piacere, ovviamente. 

La moda del per forza turnover ma con una impostazione chiara con 6-7 elementi…

Diventa impostazione come si comincia, che tipo di squadra si ha. Se si hanno calciatori forti… sono valutazioni che van fatte lì per lì. Con Di Lorenzo che vai a cercare? Se fa vedere le stesse cose inutile il sostituto. Osimhen che sembra morto all’80’ ti fa 100 metri in apnea per concludere ma ti arriva anche da un calcio d’angolo con una rincorsa fino a contrastare al limite della nostra area, dove il momento vuole quello e lui è disponibile, ha questo sentimento per squadra e compagno. Sono elementi extra e super e va fatta attenzione. Gli altri non sono uguali perché poi ci sono calciatori che dopo tre o quattro partite devono riposare,  il loro motore deve riposare, quando li hai abituati in un certo modo, via facendo correggi, ma quando hai due calciatori forti meglio che funzionino tutti e due senza ‘riserva’ altrimenti il titolare abbassa,  se non è Dilo, Osimhen, Lobo che ha preso possesso. Sono valutazioni che si fanno strada facendo in base alla crescita e alla forza e tu li vedi e ti accorgi se uno deve riposare o meno. Anche se poi dovremmo farlo riposare qualche volta…

Qual è il limite tra pericolosa presunzione e rassicurante consapevolezza?

Il modo di venire ad allenarsi. Quando uno viene e ha la schiena dritta, con lo sguardo normale e sereno, lavora. E poi c’è quello che viene: ‘Ahò me devi da’ qualcosa?’ Niente, non ti devo dare niente, è il nostro  lavoro,  tu devi dare qualcosa a noi, a me alla fortuna di metterti la maglia di una squadra importante il Napoli, di esibirti dando un segnale a quelli che ti guardano, i bambini, la  cosa più importante di questo sport. 

Anguissa è come un diesel: come si spiega che finora non ha mai giocato in un top club europeo?

Non mi devo spiegare tutto, io guardo e prendo per buono quel che mi passa avanti. Con Lobo sono fortunato perché tentai di prenderlo quando ero all’Inter, mi fu segnalato da Alessandro Pane. Faceva il centrocampista e giocava davanti alla difesa e ha allenato in C e B -  poi si fece invece giocare Brozo in quella posizione, non si potevano spendere quei soldi che ci erano stati richiesti. Arrivato qui già conoscevo benissimo Lobo. Quando si prende un calciatore il direttore fa il nome di un calciatore, oppure ti ascoltano se hai visto qualcuno. Noi abbiamo Simone Beccaccioli che ha una cultura di calciatori e tira fuori dei nomi. Poi il direttore ti dà i suoi nomi che ha sul taccuino e di lui non  ce n’è stato bisogno. Pane mi disse ‘guarda questo che è bravo’. Volevo fare un complimento a Pane e Lobo… Anguissa è un altro fortissimo, un ‘extralarge’ dal comportamento: ti fa una sovrapposizione in bandierina sopra il tornante, poi c’è il contropiede e te lo ritrovi a contrasto al limite della tua area. Ha un gran raggio d’azione a tutto campo e lo fa con forza e continuità, senza sosta, è sempre disponibile per la squadra. 

Ci racconta le sue emozioni dopo aver ricevuto il Premio Bearzot?

È un premio importantissimo, che mi inorgoglisce, per il personaggio che ha insegnato il comportamento nel calcio, com’è il calcio e avere questo premio a casa mia mi fa sentire più forte.