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SABATO 21 AGOSTO 2021 - CONFERENZA STAMPA

SPALLETTI: “NAPOLI SFIDA ‘ECCITANTE’, DOVREMO ESSERE AL LIVELLO DELLE MIGLIAIA DI OCCHI CHE CI GUARDANO”


Terzino sinistro? Mario Rui i concorrenti ce l’ha, eccome


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Luciano Spalletti ha tenuto la sua conferenza stampa alla vigilia di Napoli-Venezia al Konami Center di Castel Volturno.

Che ruolo vede per il suo Napoli: da protagonista  o outsider?
Non mi convinceranno mai a non pretendere cose importanti da loro. Poi strada facendo si vedrà la nostra ambizione, si va sempre a confrontarci per ottenere  il massimo contro chiunque. Poi le volte che ci riusciremo farà la realtà delle nostre ambizioni.

Cosa aspetta vedere dalla sua squadra domani? E cosa manca se manca qualcosa?
Mi sembra non manchi nulla, abbiamo  avuto anche un’ulteriore settimana per vedere le cose da esercitare in conseguenza degli ultimi arrivati. Conosciamo la strada da percorrere per il dove dobbiamo arrivare. Mi aspetto la convinzione di cui ho già parlato nelle mie precedenti conferenze stampa, il sapere di esser forti.

Si aspettava di arrivare a inizio campionato con questo organico o ci vuole qualche elemento in più?
Mi son portato dietro la rosa, eccola, ce l’ho per non dimenticarla non manca niente per giocare la partita domani e le successive partite. Se si va a guardare poi, se servirà  in futuro qualcosa per completare allora completeremo, ma i calciatori devono sapere che a me, a loro non manca niente per il percorso e ti assicuro che essere noi è bellissimo. Si parte forte per arrivare forte.

A una settimana dalla fine del mercato teme di perdere i pezzi pregiati? E da centrale Juan Jesus può adattarsi sulla  corsia esterna?
Quando sono venuto qua ho detto che ero felice di essere a Napoli, era conseguenza dei calciatori non solo per le persone  e i tifosi e la città: Napoli l’ho scelta  per i nomi in rosa. Quei nomi in rosa preferirei tenerli ed è su quei nomi che mi baso per il futuro. Juan Jesus lo conosco bene, per quello che è stato il momento in cui l’ho lasciato era al livello degli altri, una grande occasione che Giuntoli ha portato a casa e ci darà una gran mano perché si adatterà anche a far il terzino sinistro. È forte fisicamente, integerrimo, del livello di persona che ho trovato nel Napoli – persone stupende. Lo hanno accolto nel migliore dei modi, lui ripagherà l’accoglienza e la disponibilità anche di una piazza di livello, qual  è Napoli.

Lei è un ‘top coach’, una  garanzia del calciomercato: in quest’aura sente il peso della responsabilità per questo ruolo? Può definire questa  sfida la più bella, la più pruriginosa della sua carriera?
Ho trovato una piazza molto disponibile verso di me, rendendomi felice. Dico anche che essere con me vuol dire essere con il Napoli, ossia, voglio tutti responsabili  per questo ruolo e questo sport perché è un ruolo importante e una squadra  importante. Poi lo sviluppo di quel che faremo dipenderà da come metteremo in ordine i nostri passi a cominciare da domani. Cominciare ordinatamente vorrà dire che anche i passi successivi saranno ordinati e in linea. La sfida? Sicuramente bella, tengo molto in considerazione quello che mi capita, le situazioni che mi capitano ogni giorno sono le più belle, il futuro non lo so, il passato è passato. Ho a cuore questa sfida qui, vivrò bene questo momento con questa sfida e le maggiori soddisfazioni della mia vita. Le rilancio la definizione: è la sfida più ‘arrapante’.

Un altro slogan dei tifosi è ‘Noi vogliamo vincere’…
Rispondo che hanno ragione, anche noi vogliam vincere e avere di nuovo i tifosi ci permetterà di guardarli direttamente negli occhi, guardare la loro passione, poi ci domanderemo se stiam facendo il massimo  per onorarla. Da qui bisogna partire, riempire di quelle cose la maglia del Napoli, come loro si aspettano. Ne abbiamo parlato in questi giorni coi calciatori, Napoli non è una piazza come tutte le altre e dobbiamo avere la forza di sopportare gli occhi, non solo le presenze, allo stadio e gli occhi sono migliaia. Ci sia o non sia pubblico noi abbiamo la pressione degli occhi che ci guarderanno sempre e noi dovremo essere al livello di quegli occhi che ci guardano. Se qualcuno pensa di non essere osservato o si trova più comodo a non essere osservato, è meglio non giocare nel Napoli. Noi abbiamo le pressioni degli occhi, dobbiamo fare risultati e tutte le responsabilità ce le vogliamo prendere, tutte, tutti, e si va a giocare.

Cosa le è piaciuto di più e cosa di meno finora?
L’adattamento, quando ho chiesto cose differenti, il passaggio dal 4-3-3 al 4-3-2-1, la costruzione a tre, la duttilità a voler fare e riconoscere i comportamenti che vogliamo mettere in pratica. Soprattutto la qualità degli elementi, la qualità delle persone che c’è dentro, persone di livello nel comportamento, nel vivere un allenamento, venire in un luogo dove bisogna aver contatto, adattarsi, capire  e saper capire, disponibilità ad esser gruppo mettendoci dentro anche quelli come Tommy e gli altri che pure fan parte del gruppo, come Paolo, il cuoco. Tutti coloro che vivono qui dentro, un gruppo compattissimo. La differenza la fa il comportamento regale di uno come Koulibaly, da persona che parla con tutti,  semplice e che potrebbe permettersi qualsiasi cosa ed è il più umile, il più composto, normale e corretto di come si fa in questi ambienti qui.

Può provare ad arrivare in fondo?
CI arriveremo comunque di sicuro.

Provare a vincere dico?
Lei è uno di quelli forti, ci mette un carico pesante, lo vedremo nella strada di cui abbiamo detto. Lei fa parte di quella gente che ha visto grandi calciatori, ha visto il più grande di tutti, quindi è facile dire quello è il nostro livello. Dovremo parlare ai nostri tifosi attraverso il lavoro e l’attaccamento al lavoro e alla maglia, poi i risultati e dove arriveremo fa parte del suo gioco, ci sono tanti altri che voglion vincere e non bisogna esser troppo esagerati nel chiedere subito il massimo, partire prima e poi valutare con calma, tanto poi ci si rivede tra una settimana, anzi, anche più volte a settimana.

Mario Rui, l’ alternativa Juan Jesus e ora Ghoulam che ritorna: non si aspetta un mancino?
Lei non può fare il mio lavoro, non potrebbe farlo. Lo sottolineo, ha dimenticato Malcuit, Di Lorenzo, li citi lei perché altrimenti se li incontra li vedrà con facce scontente.

Dico anche Zanoli…
Stimo tutti, ho  portato la rosa appresso proprio per non dimenticare nessuno, ho gente che può giocare a sinistra, che gli può anche prendere il posto. Mario Rui anche se non ha il dirimpettaio che pensate, ne ha altri 4 o 5, siamo a posto. Con le lamentele non ho mai fatto classifica. A me non mi porta beneficio dire mi manca questo o quello. Ho il problema di scegliere chi sta fuori domani, non di un posto dove mi manca qualcosa o qualcuno. Lamentarsi è la teoria degli sfigati. Dire non ce la posso fare, invece tu sei fatto così, è una teoria che non si può portare avanti.

Osimhen è immarcabile: un’arma micidiale devastante sia nel 4-3-3 che nel 4-3-3 2-1?
Victor è un calciatore forte, chi lo ha detto è un dirigente molto apprezzato nel calcio e da me, ci ho avuto a che fare e ho constatato il livello di qualità di conoscenza calcistica e dialettica di materia. Una volta lui disse che Spalletti è un po’ pazzo o qualcosa del genere. Sono sempre apprezzate le sue dichiarazioni…

Per la prima punta può avere vantaggio avere altri 2 centrocampisti che fan metri o si buttano in bandierina e si dividono la lateralità con la punta esterna. Lo valuteremo. Parlando di Osimhen dimentica il van di attaccanti esterni che abbiamo e sono tutti eccezionali.

Insigne imperturbabile: si aspetta un Insigne sempre più leader della squadra?
MI parrebbe strano che un ragazzo che vedo sempre sorridente e voglioso, scherzoso coi compagni, che dà il suo  contributo, che gli crei incertezze il mercato o il contratto. Credo che le incertezze sul lavoro siano di altri mestieri non del nostro  mondo, mi sembra eccessivo che una persona del livello professionale come tutta la Serie A, come l’abbiamo sognata da bambini, si faccia turbare perché il nome è sul mercato. Quella che lei chiama turbativa Lorenzo ci mette il piedino e la schiaccia o la calcia e la mette dove gli pare, la poggia in porta, o in uno scaffale.

Come sintetizza in una frase i suoi primi mesi napoletani e che parole rivolge ai tifosi?
Ogni volta che ci penso mi vengono in mente i mille colori di Pino Daniele;  è facile pensare a quello perché è sempre il sole, il  mare, i riflessi della luce che cala in picchiata nell’acqua con le ombre, roba bellissima. Mi hanno portato a cena in due ristoranti e ci ritorno appena posso… Ai tifosi non abbiamo da dire niente, dobbiamo solo respirare la loro passione, la loro voglia e portarla dentro il campo. Siamo noi che andiamo a portare quell’entusiasmo, quei sogni che loro non possono andare a esaudire, vorrebbero essere noi e noi dobbiamo farci carico dei loro sogni e portarli nel rettangolo durante le partite.

Ha chiesto alla società per Napoli-Juve di avere  Insigne e Manolas?
Ho già risposto, il presidente ha già parlato. Venendo a Napoli ho pensato a un Napoli  con quei nomi lì e Manolas e Insigne sono nel gruppo che ho preso in considerazione, anzi sono calciatori che alzano il livello della qualità degli altri calciatori che ci giocano vicino. Se li porto in conferenza stampa rispondo meglio, il livello è top. Certezza? Sì per me, perché no. Stesso discorso di sempre, occorre essere ottimisti nelle cose, poi la qualità dei calciatori è fondamentale. Io la società e i dirigenti veniamo dopo, loro vengono prima”.