A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews
La Repubblica di oggi parla di un Aurelio De Laurentiis furibondo nella serata di sabato dopo il triplice fischio. “Si sente vittima di Garcia e della squadra” – si legge e tocca a lui, al patron riportare tutto il gruppo in carreggiata. Come? Innanzitutto senza concedere alibi a Garcia, né dare consigli su formazione e moduli. Poi la squadra deve riguadagnare una logica di gioco condivisa, cosa che a Genova non si è visto, pestandosi i piedi Zielinski e Raspadori e con la difesa schierata male. Infatti i gol genoani sono arrivati da palle inattive. Per non parlare della sostituzione di Kvaratskhelia con Zerbin nel finale.
In secondo luogo “va ripristinato un codice interno”: Anguissa e Osimhen sono tornati dalle Nazionali solo giovedì. Mancano poi le gerarchie intermedie con la definizione dei ruoli, partendo, ad esempio dall’ad Chiavelli. E a proposito di dirigenti, i direttori sportivi sono tre, magari sono troppi, mentre nel recente passato era Cristiano Giuntoli a fare da catalizzatore degli sfoghi di Spalletti e dei giocatori. Natan non si è ancora visto in campo, mentre Kim e Kvaratskhelia, perfetti sconosciuti un anno fa, esordirono subito.
I contratti e le lungaggini per le loro trattative hanno strascichi che Osimhen e altri magari portano in campo e – scrive il quotidiano – “De Laurentiis ha anche momenti di grande generosità, appena sfugge alla sua consueta avarizia. Meglio una figura nuova per i primi contatti... un presidente non deve mai apparire l’arcigna controparte”.
Poi una nota sul Dr. Raffaele Landolfi, il quale, pur essendo un fior di professionista, “rischia di sembrare un alieno rispetto ai bravi medici di routine. Riunirli in una identità di settore può essere solo un vantaggio”.
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