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GIOVEDÌ 9 LUGLIO 2020 - CALCIO & FINANZA

QUERELLE SKY-SERIE A, STACCARE O NON STACCARE IL SEGNALE: IL 13 LUGLIO ASSEMBLEA PER DECIDERE


Dalla parte delle squadre il decreto ingiuntivo del Tribunale di Milano che però non è esecutivo


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Businessinsider.com

La data cerchiata in rosso è il 13 luglio. Alla vigilia dell’anniversario che ricorda la presa della Bastiglia. Una giornata in qualche modo simbolica perché i rapporti tra la Serie A e Sky sono ai minimi storici. 

Scongiurato il black out del segnale almeno fino a domenica, con ogni probabilità lunedì 13 luglio si terrà un’assemblea per decidere come comportarsi con la pay tv che ancora non ha pagato l’ultima rata da 131 milioni di euro dei diritti tv del campionato in corso. 

Dalla parte delle squadre c’è il decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Milano che ha accolto il ricorso della Lega di Serie A contro Sky. Tuttavia, il provvedimento non è esecutivo, quindi la tv satellitare può prendere tempo. L’unica arma reale in mano ai 20 club è lo spegnimento del segnale in assenza di rassicurazioni sul pagamento – senza sconti. Uno scontro dal quale non si potrebbe tornare indietro con pesanti conseguenze future per tutti gli attori in campo. 

Gli addetti ai lavori scommettono che sia un bluff per alzare la tensione prima di tornare a sedersi rapidamente al tavolo, ma la pay tv – forte di 40 giorni di tempo per decidere se pagare o presentare ricorso – potrebbe anche decidere di andare a vedere le carte di mano alla Serie A facendo crollare l’intero castello. Perché se da un lato staccare la spina sarebbe un gesto davvero forte capace di mettere in ginocchio la controllata di Comcast, dall’altro fare marcia indietro come se nulla fosse successo sarebbe anche peggio. Sky ne uscirebbe rafforzata al punto da poter esigere quello sconto – nell’ordine del 15% – che oggi i club negano di voler concedere.

C’è poi una terza – e forse più pericolosa – via. E prevede che a togliere il segnale a Sky non sia l’intera Lega, ma una o più squadre: magari il Napoli di Aurelio de Laurentiis o la Lazio di Claudio Lotito. Uno scenario del genere genererebbe il caos totale rendendo impossibile o quasi la trasmissione delle ultime partite di campionato, e preparando un vero e proprio Vietnam in vista del bando per la cessione dei diritti per il triennio 2021-2024.

“Dai documenti il credito risulta certo, liquido ed esigibile” si legge nell’ordinanza del giudice Stefano Tarantola che poi rileva come in particolare sussista “prova scritta delle obbligazioni contrattuali di pagamento assunte, rispettivamente, dalle società intimate, non risultando dagli atti cause estintive o di inesigibilità di tali obbligazioni”. Tuttavia, secondo il giudice “non sussistono i presupposti per la concessione della provvisoria esecuzione”. Di conseguenza, se la minaccia di spegnimento del segnale non spaventasse abbastanza Sky, i tempi potrebbero dilatarsi fino all’autunno. A differenza della pay tv, Img e Dazn hanno pagato il dovuto ottenendo una dilazione dei tempo con saldo previsto per il prossimo 20 luglio.

Di certo, la situazione per Sky è tutt’altro che semplice, ma se da un lato la società nega di aver perso abbonati, dall’altra lamenta un calo degli ascolti. Addirittura la società ha fatto sapere di aver perso circa 2,5 milioni di telespettatori a giornata di campionato, ma le rilevazioni Auditel non sommano gli ascolti “fuori casa” con quelli tradizionali davanti al televisore. E’ probabile, quindi, che il consumo di Sky si sia spostato dal divano al tablet o smartphone (d’altra parte lo smart working ha rivoluzionato tutti i consumi degli italiani). A meno che, invece, la pay tv non abbia avuto un’emorragia di abbonati in concomitanza con la ripresa del campionato.

Difficile immaginare quale sia il punto di caduta, ma mentre il Parlamento è al lavoro per riscrivere la legge Melandri, a oggi non possono partecipare al bando per l’assegnazione dei diritti tv soggetti che hanno pendenze nei confronti della Lega. Come a dire che anche il black out potrebbe essere il minore di mali per Sky, se non trova un’intesa con la Serie A.