A cura di: Redazione
Fonte: Corriere dello Sport
Il 5
luglio di quarant’anni fa Diego Armando Maradona fu presentato allo stadio San Paolo. Il Corriere dello Sport, attraverso la firma di Mimmo Carratelli, ripercorre quella giornata storica:
"Dalla mattina,
Fuorigrotta divenne un grande bazar attorno al “San Paolo” e, alle quattro del
pomeriggio, erano già in molti dentro lo stadio. Mille, duemila e tremila lire
il costo dei biglietti per i tre ordini di posti. Sul prato del “San Paolo”
comparvero majorettes di Posillipo e Mergellina e suonarono violinisti
danzanti. Sugli spalti, bandiere, striscioni, registratori portatili con le
prime musiche inneggianti. C’erano donne e bambini, giovani e vecchi, famiglie
intere, gente dei rioni popolari e dei quartieri-bene. Furono 253 i giornalisti
accreditati, 78 i fotografi e nove le reti televisive per la ripresa
dell’avvenimento. E scoccò finalmente il tempo dell’emozione massima, le 18.31 del 5 luglio
1984. Un respiro accentuato, un aguzzare di occhi, un ondeggiamento sugli spalti e la
liberazione di un “oooh” di meraviglia. Nella ressa dei fotografi, sotto il
ronzio delle telecamere, nell’agitarsi di inservienti e poliziotti, Maradona
sbucò dal sottopassaggio sotto la Curva A. Il re era arrivato. Tutti videro un
piccolo ragazzo di un metro e 68, la testa di riccioli neri, due gambe massicce
e una faccia da scugnizzo. Ovazione immediata. Maradona si presentò in pantaloni chiari di una tuta, una maglietta bianca
sponsorizzata dalla Puma, una sciarpa azzurra e, ai piedi, scarpette da
ginnastica. Tremò lo stadio per il boato che sprigionò e che si diffuse per
tutti i Campi Flegrei e salì sino alla collina di Posillipo. Sugli spalti
furono accesi fuochi d’ogni colore. Potenti fumogeni sprigionarono nuvole
azzurre. Diego fece un giro di campo, seguito dal codazzo dei fotografi. Salutò. Al
centro del campo c’era un tappeto di caucciù, azzurro. Maradona si fermò sul
tappeto, gli fu dato un microfono. Dagli altoparlanti uscirono rumori confusi.
L’agitazione cessò, ci fu un improvviso silenzio. E arrivarono le parole
magiche del pibe che si diffusero nello stadio. «Buonasera, napolitani. Sono molto felice di essere tra di voi»".
|