A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it
Francesco Modugno – intervenuto a ‘Giochiamo D’Anticipo’ su
11 Televomero – ha parlato della corsa Scudetto e della partita che il Napoli
disputerà domenica sera contro il Torino. “Ipotesi spareggio? Ci sono possibilità elevate. Da un punto
di vista emotivo si arriverebbe al limite, mentre giornalisticamente sarebbe
spettacolare da raccontare. Sarebbe il secondo nella storia del calcio
italiano. L’Inter è satura, magari anche non dotata della profondità di rosa
che abbiamo raccontato, ma ha avuto il torto di tenere in vita il Napoli fino a
questo momento. Ultime cinque giornate? L’Inter affronta una squadra viva
come la Roma, reduce da una striscia di 17/18 gare utili consecutive. I
nerazzurri non sappiamo quanto siano vivi, vivaci non lo sono di sicuro.
Guardando il match di ieri in Coppa Italia si ha l’idea di una formazione
stanca. Motivazioni delle avversarie nelle ultime giornate? Oggi giocano tutti
seriamente nelle ultime gare, nessuno regalo niente. La rabbia agonistica e le
motivazioni degli azzurri dovrà rappresentare un fattore. Favorita tra Inter e
Napoli? Siamo al 50-50. Chi in campo tra Raspadori e Spinazzola in Napoli-Torino?
Posso immaginare che giochi Raspadori, mentre a centrocampo credo potrebbe
esserci più Anguissa che Gilmour. Buongiorno? Si sta facendo un tentativo per
recuperarlo ma i tempi sono stretti, c’è anche un po’ di prudenza sul
difensore.
Futuro di Conte? Nelle recenti parole dell’allenatore ci
sono la rabbia e la preoccupazione per l’infortunio di Neres, il pensiero al
mercato di gennaio che nulla ha dato e molto ha tolto, le riflessioni di
febbraio su una nave da portare in porto per poi sedersi a un tavolo per capire
se continuare a navigare insieme. L’allenatore è stato tradito da qualche
espressione sbagliata. Nelle sue parole c’era rabbia, ma anche il suo essere un
personaggio esigente e pretenzioso. La mia idea è che Conte non vuole andare
via, fosse stato così avrebbe messo in campo un’altra strategia che poi è
quella che hanno utilizzato i suoi predecessori: provare a vincere, per poi
sedersi con il presidente e dire di voler andare via perché non ce la si fa
più. Il suo essere preoccupato, il suo parlare di strategie, programmi,
mercato, visioni e ambizioni fa capire che vuole arrivare all’incontro con ADL
con la consapevolezza che dall’altra parte si sappia già lui che cosa vuole.
Come si concluderà la vicenda? ADL ha sempre fatto e continuerà a fare squadre
forti, Conte sarà contento ma mai a sufficienza. È la storia dei due
personaggi. L’atteggiamento dell’allenatore rappresenta anche il senso di
responsabilità e la pressione che avverte qualcuno che sa che su di lui c’è un
elevato livello di aspettativa”.
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