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VENERDÌ 24 NOVEMBRE 2023 - CONFERENZA STAMPA

MAZZARRI: “DOPO 23 ANNI CHE ALLENO SONO EMOZIONATISSIMO. DESIDERAVO ALLENARE QUESTA SQUADRA FORTISSIMA, SPERO DI FARLO ALMENO FINO A FINE ANNO”


Il tecnico azzurro ha tenuto la sua prima conferenza stampa


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Walter Mazzarri ha tenuto la sua prima conferenza stampa in azzurro alla vigilia di Atalanta-Napoli presso il Centro Tecnico Konami di Castel Volturno.

Il Dr Nicola Lombardo introduce Walter Mazzarri brevemente prima della sua conferenza stampa vera e propria.

“Tutti  conoscete Walter Mazzarri per cui fa quasi ridere parlare di conferenza di presentazione. Il  mister ci teneva a precisare di aver ricevuto tantissimi messaggio di congratulazioni, di auguri e saluti da parte di tantissime persone che non è riuscito a rispondere a tutti, si scusa ma risponde a tutti quelli che non è riuscito a rispondere".

 

Mister bentornato, ci racconta i suoi primi giorni?

Sono emozionato, ve lo giuro dopo 23 anni mi avete fatto riemozionare…

Pensa che questa sia la squadra più forte che abbia mai allenato?

Cominciamo… sicuramente sì, parto dalla fine. In questi giorni  devo fare attenzione a come parlo, perché sono famoso per il fatto di lamentarmi… ma ora sono riposato, ho dormito 12 ore al giorno e non mi lamento più, non sono stanco, ero in campo 1 ora e mezzo fa e non sono stanco. Il gruppo è fantastico, con Spalletti mi emozionavo nel vedere il Napoli in casa e fuori casa, era una cosa davvero bella per tutti anche per gli italiani. Un bellissimo calcio, una grande organizzazione e un piacere vederli giocare. Quando vedi una squadra così dopo 23 anni di carriera speri di poterli allenare quindi grazie al presidente, spero di allenarli almeno fino a fine anno.

Un Napoli  che viene da un momento difficile. Quando ha incontrato la squadra  cosa vi siete detti? Avete fissato degli obiettivi? 

Penso sia facile dire che anche se non ho vinto scudetti ma una coppa Italia dopo 23 anni che non si vinceva nulla, ho visto cosa è successo e lo ricordate anche voi. Ai  ragazzi ho detto che probabilmente una squadra non abituata a vincere è fisiologico che pagasse, anche inconsciamente i ragazzi pensavano di essere i più forti e non rincorrevano più l’avversario. Ho tanto studiato e visto i cambiamenti del calcio negli ultimissimi anni. È fisiologico, sarebbe stato difficile e lo sarebbe stato per tutti. Sono venuto per la mia esperienza, metterò avanti a tutto i pericoli, avviserò i ragazzi di non sottovalutare niente. Penso sia questo il mio vero compito al momento.

Che ti ha chiesto ADL, la Champions?

Ho un buon rapporto con ADL, quando me ne sono andato ci sono stati 2 anni di silenzio ma poi mi sono risentito e da allora ho un rapporto davvero bello e ora sono tornato. Siamo anche in amicizia e ci diamo del tu, ci siamo chiariti e il rapporto è importante, potete anche chiederlo a lui poi non so se vuol chiedermi altro…

In che condizioni psichiche  e fisiche ha trovato la squadra, anche in vista del calendario? 

Sono nato per soffrire… Anguissa l’ho visto oggi per la prima volta e non posso dire tanto. Ho parlato con alcuni, i titolari che ho incontrato erano 7 o 8. Ho fatto quel che ho sempre fatto e credo abbiano capito quel che ci siamo comunicati: sono qui a vigilare sul particolare, ecco mi piace dire così. Ci sarà tempo di stare insieme anche perché giochiamo ogni 3 giorni e sarà come stare sempre in ritiro.

Le prime impressioni su Osimhen e le sue condizioni.

Su Osimhen ho avuto la sensazione di un ragazzo stupendo, l’ho visto in panchina molto solare, la mia sensazione è di un ragazzo generoso che al di là del successo personale punta a vincere per e con la squadra e se c’è da correre lo fa di più  ed è il primo a farlo. Sta rientrando, l’ho visto poco anche lui, sarò più preciso più in là.

Chi sceglierà tra il Cholito e Raspa: conteranno più gli  allenamenti fatti insieme o il tipo di strategia per via dell’interpretazione del ruolo per domani?

Quando mi fai queste domande non mi piace dar vantaggio all’avversario. Raspa e Cholito sono diversi, Raspa è più tecnico, il Cholito è più vicino a Osimhen, le mie valutazioni saranno fatte per questo e altri aspetti per esempio la freschezza e lo vedrete domani. Voglio  vantaggi per noi, loro giocano a uomo e non voglio dare vantaggi a Gasp.

Il Napoli delle prime 16 partite dà l’idea di una squadra  che non gioca sempre con la stessa intensità in gara: è un appagamento inconscio, un fatto di condizione atletica? Pensi di rispondere poi a chi ti dà l’etichetta di ‘bollito’?

Bollito? Buono! Lo mangio anche io… sono talmente esperto che non rispondo a queste sciocchezze. Con più certezza come ho detto a Pondrelli, potrò rispondere dopo. Finora ho fatto solo partitine da 10 minuti, in più non criticherò mai il lavoro del mio predecessore e ora non sono in grado di essere più preciso. Dobbiamo aspettare, lavorerò con la squadra e con Pondrelli.

Modulo: sarà il 4 3 3 o farà cambi o adotterà una difesa a tre?

Sono uno di quegli allenatori che può far qualsiasi modulo e a volte  faccio lezioni agli altri a Coverciano. Sono stato fermo un anno e mezzo e ho studiato tanto e credo di poter insegnare qualsiasi modulo. Mi serve la conoscenza della squadra e varierò di partita in partita. Ora non posso rispondere. Una squadra che ha dato spettacolo per tutta Italia  penso di farla giocare come è abituata a fare. È andato via solo qualcuno dei giocatori e quando sarò padrone della situazione e vedrete di volta in volta.

Gasp dice che il  Napoli è un  test di riferimento ma anche per te perché in 17 giorni  passerai in rassegna tutte le più forti d’Italia e poi ti gioho il passaggio agli ottavi di Champions.

Sono esperto… sono partite importanti, il momento è delicato ma mi sono trovato bene quando mi sono buttato dentro le situazioni senza pensare alle conseguenze. Quando nel 2009 sono venuto, ricordate che in base al valore della squadra le partite erano proibitive, tranne il Bologna avevamo la Fiorentina, poi il Milan, la Juve e se mi fossi posto il problema in anticipo, non sarei mai venuto a Napoli e ora mi sembra una situazione in base alle forze e all’evoluzione un po’ simile. Andrà bene anche questa volta.

Obiettivi fino a fine stagione li ha chiesti ADL? La vetta della classifica è così distante per parlare di scudetto?

Quando entri in un momento così delicato non puoi dettare gli obiettivi, si sa che la prossima partita è alla morte, è creare entusiasmo, è lottare per 90 minuti. Voi sapete il calendario e ora si pensa a risolvere i problemi in squadra rispetto all’anno scorso e la prima verifica è già domani contro un avversario  che gioca un calcio a tutto campo, a uomo, sono fisici. È come una raccolta dati, dopo l’Atalanta sarò più consapevole. Vedevo la squadra in TV e se non la alleni non hai il polso di tutte le sfaccettature.

Alcuni giocatori avevano parlato di scudetto: nella testa è ancora possibile o impossibile pensarci?

Semplice risposta: se non si comincia  a rivincere non si può pensare allo scudetto. L’ultima è stata persa e stiamo a meno 10: che senso ha fare proclami? Si pensi a vincere di volta in volta, si guarda avanti, si pensi a non perdere.

Cavani centravanti macchina da gol, ora c’è Osimhen: ci sono somiglianze tra i due più che tatticamente ma per carattere e voglia di vincere e segnare?

Da fuori sembrano simili: il ragazzo l’ho visto in tv poi ci ho parlato due minuti, allenandolo lo saprò meglio. Con Cavani avevo feeling e si deve avere feeling col tecnico perché tu giocatore corri anche per lui, per rendere di più. Cavani l’ho voluto e migliorato e lui faceva quel che gli chiedevo io, Osimhen sembra abbia la stessa tipologia di gioco.

A proposito di feeling, sembra  perso con lo stadio Maradona: pensa a ristabilirlo al suo esordio e poi quando ha visto lo scudetto sulla maglia azzurra cosa ha pensato?

Non so fare sviolinate, lo sapete. Per me Napoli è casa mia. Aneddoto: il pres è venuto nello spogliatoio da me e mi ha fatto vedere uno spezzone del film che uscirà… da brividi… ho provato la stessa sensazione di quando vincemmo la coppa Italia. Mentre  vedevo il film si è accorto dei brividi e della pelle d’oca che avevo. Non ho parole, sono entusiasta di essere qua e sapete come sono andato via: in Toscana i napoletani mi hanno sempre dimostrato affetto. Sono andato via che avevamo fatto tanto, arrivammo secondi e dopo una squadra che ho portato avanti in c’è stata una scalata anche della società, una scalata che è partita da me e loro sono stati bravi a migliorarsi ogni anno. Lo stadio è importante e e in una piazza grande quando arrivano i risultati belli arriva anche il contrappasso che fa parte delle grandi piazze. Da quando c’è il presidente è ritornato ai fasti, allenare il Napoli è una grande responsabilità al momento.

I tre tenori: Osimhen come Cavani, Zielinski come Hamsik e Kvara come il Pocho?

Pensate alla Reggina quando ho fatto le mie  cose migliori, eravamo on il 3 4 3, con la mezza punta a destra e 4 centrocampisti e 3 difensori. Prendiamo un centrale delle mie ex squadre, levavo un difensore e mettevo sempre il 4 3 3 nel finale arretrando Behrami, un po’ alla Lobo. Il 4 3 3 difesa a 4 va bene perché se avevo giocatori non veloci dovevo mettere uno a protezione ma quando abbiamo cominciato a vincere toglievo Gamberini e mettevo un attaccante in più mettendo sempre Behrami a protezione della difesa.

Cavani come Osimhen e a questo punto Kvara come Lavezzi? E  10 anni fa sperava di tornare a Napoli per completare qualcosa?

Una domanda che mi  son fatto anche io quando decisi che era finito il mio ciclo. Eravamo secondi e io pensai che se non facevamo il salto di qualità negli acquisti era difficile migliorare ed era anche difficile stimolare i ragazzi dopo 4 anni che li allenavo. Ero al 4 anno, poteva esserci il 5 e dovevo migliorare il 2 posto:  sapevo non sarebbe stato facile in quel momento storico. Kvara-Lavezzi è un discorso di carattere: è diverso,  la posizione è uguale, le caratteristiche sono diverse. Il Pocho era uno che non rientra cosa che invece fa Kvara. Il  calcio è diverso adesso, il modulo è diverso io lo tenevo alto Lavezzi perché non  aveva voglia, o meglio non aveva  fiato e qualità organiche per rientrare, altrimenti scoppiava. Poi saltano tutti  e due l’uomo, ovvio, con Cavani e Osimhen è più facile fare il paragone.