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MARTEDÌ 15 GIUGNO 2021 - INTERVISTE

MARADONA, L’INFERMIERE: “AVEVO AVVISATO DELLA TACHICARDIA; RICOVERO PESSIMO; FALSIFICATA LA FIRMA"


Ricardo Almiron è stato il primo dei sette imputati a deporre davanti alla Procura per il processo sulla morte di Diego


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Pagina12.com

Ricardo Almiron, infermiere, è l’ultima persona che avrebbe visto per l’ultima volta Diego Maradona quando era ancora in vita. L’infermiere ha complicato la situazione dei suoi superiori, coordinatori dell’impresa di infermieristica e della psichiatra Agustina Cosachov, nel dichiarare che il ricovero dell’ astro calcistico è stata molto deficitaria, senza apparecchiature di controllo e che lui stesso ha avvisato il resto dell’equipe medica sui pericoli della tachicardia che aveva percepito nell’ex giocatore  sin dal primo giornoAlmiron ha dichiarato di fronte ai procuratori che si interessano del caso che nessuno lo ha ascoltato.

L’infermiere e gli altri 6 accusati devono difendersi dall’accusa di omicidio doloso con dolo eventuale, in pratica, la loro negligenza ha condotto Maradona alla morte, qualcosa che dovevano rappresentarsi gli accusati perché si vedeva che l’ex giocatore stava ritenendo liquidi, non si muoveva dal letto e tutto il quadro era – secondo i procuratori – molto pericoloso per la salute del Diez. Il punto più esplosivo della dichiarazione è stato quando Almiron ha riferito della falsificazione della firma di  Maradona, già morto, sul foglio presenze degli infermieri.

“In vita l’ho visto tra le 21.30 e le 22 del giorno prima della morte. Gli ho fatto io i controlli. Poi alle 6.30 del mattino  del 25 novembre, prima di lasciare il turno, l’ho visto solo dalla porta”. Con queste dichiarazioni, Almirón ha chiarito che in realtà nessuno ha fatto una reale verifica dello stato di salute di Maradona dopo 14 ore, tra le 22 fino alle 12, quando è entrato nella camera e Maradona era già morto. A peggiorar le cose. L’infermiere ha raccontato di aver firmato il foglio prima di andar via ed è evidente che Maradona dopo di questo non poteva aver firmato nulla. di certo la sua firma appare su tutto il foglio, il che dimostra che – in linea di principio — è  falsa. I procuratori hanno disposto che da oggi, martedì, si inizi una perizia su questa rubrica.

Il centro delle dichiarazioni di Almirón è stato che il ricovero domiciliare non  era tale, che non vi erano né monitor né elementi di controllo, che lui stesso portava apparecchiature proprie e al fare un paragone con altri ricoveri domiciliari per i quali aveva lavorato in precedenza, le condizioni della casa del barrio San Andrés erano deplorevoli. Ad aggravare ancor di più le cose, l’infermiere ha affermato di aver informanto delle difficoltà che constatava nella salute di Maradona e che non aveva avuto alcuna risposta. "L’ho visto con la tachicardia tutto il tempo, l’ho scritto nel gruppo che avevamo e non c’è stata alcuna reazione da nessuno". Nel gruppo vi era la psichiatra Cosachov, il coordinatore degli infermieri, Mariano Perroni, e la coordinatrice della Swiss Medical, Nancy Forlini. 

Tutto il caso Maradona è piuttosto ritardato essenzialmente perché l’ equipe dei procuratori -- Laura Capra, Cosme Irribarren e Patricio Ferrari, coordinati dal procuratore fiscal generale John Broyard – si è presa tutto il tempo per formare una commissione medica esaustiva e realizzare analisi molto dettagliate sulle comunicazioni tra Leopoldo Luque, Agustina Cosachov, Carlos Díaz, la testa del gruppo medico e psicologico che curava Maradona, e tutto il resto di coloro che prendevano parte al trattamento.

Per riassumere, gli inquirenti affermano che le negligenze sono state di tutti i tipi:

* Non sono state seguite le patologie cardiache.

* Gli sono state somministrate medicine controindicate per via delle sue patologie cardiache.

* Sono stati ignorati i sintomi, tra questi il gonfiore, il che significava che stava ritenendo liquidi, la qual cosa lo ha portato alla morte.

* È stata evitata l’assistenza di personale adeguato. Ad esempio, è stato impedito l’accesso di un medico clinico e sono stati tenuti lontani gli accompagnatori di terapia .

* Maradona non è stato ricoverato in un centro di riabilitazione dove sarebbe stato tenuto un altro tipo di controllo.

* La famiglia è stata manipolata perché non fosse messa al corrente di quello che stava accadendo.

* Ci sarebbero dovuti essere infermieri specializzati nella problematica delle dipendenze, in modo speciale la dipendenza da alcool, di cui Diego soffriva.

* La casa del barrio San Andres, a Tigre, era inadeguata e non aveva gli elementi più imprescindibili per una emergenza.

* I rapporti contenevano informazioni che non collimavano con lo stato reale e l’attenzione medica di Maradona, simulando il fatto che si effettuasse un trattamento sistematico.

* Gli infermieri hanno dichiarato falsamente che il paziente era stato controllato in svariate occasioni. Questa include la mattina mañana del 25 novembre, giorno della morte, nel quale Almirón ha scritto di essere entrato nella stanza alle 6.30 e che Maradona dormiva e respirava normalmente. L’ autopsia e la commissione medica, per contro, hanno affermato che ci sono state 10 ore di agonia.

Come  previsto, intorno alle 12, Almiron è arrivato alla procura di San Isidro accompagnato dal suo avvocato, Franco Chiarelli, per dare inizio all’inchiesta. La cosa più sorprendente della sua deposizione è che in sua difesa  Almiron non ha aggiunto che  Maradona non si lasciava visitare ma che i  problemi sono sorti perché le condizioni di questo presunto ricovero domiciliare erano pessime. 
L’infermiere è sotto accusa come gli altri imputati, però la sua partecipazione a questa rete è minore: non aveva responsabilità sulle decisioni che sono state prese. La cosa più probabile è che verrà giudicato essenzialmente per i rapporti falsi e per non aver avvertito sufficientemente sui pericoli che correva la salute di Maradona.

Tutto il processo porterà, prima o poi, ad un giudizio orale. E in tale istanza, la principale difesa degli accusati sarà segnalare che Diego non permetteva né le cure, né le visite più basilari. Gli inquirenti sostengono che Maradona non era in condizione di decidere nulla, qualcosa che si è visto dal giorno del suo compleanno, per la qual cosa è stato necessario il ricovero in un centro di riabilitazione. Ieri  Almiron si è messo dal lato dell’accusa degli inquirenti, perché ha posto l’accento sulla negligenza che vi è stata in tutto quello che è stato fatto.

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El enfermero Ricardo Almirón contó que le falsificaron la firma a Maradona después de muerto.