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VENERDÌ 17 DICEMBRE 2021 - REDAZIONALE

DIEGO ARMANDO MARADONA, UN UOMO E UN CALCIATORE PER SEMPRE NEL MITO


La vita del Pibe de Oro, raccontata in una infografica interattiva, Maradona dal campo da gioco al palcoscenico del mondo


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Napolicalcionews.it

Il mito di Diego oltre il calciatore, l’uomo e il personaggio

A un anno dalla scomparsa, Maradona non smette di far parlare di sé, ed entra nel mondo dei miti.

È passato poco più di un anno da quando Diego Armando Maradona se n’è andato. Ma dal 25 novembre del 2020, quando è morto a sessant’anni appena compiuti, la sua figura è più che mai solidamente ancorata nei luoghi e nei cuori di coloro che lo hanno amato.

La morte del Pibe de oro, considerato da sempre immortale per i suoi fan, ha provocato sgomento nel mondo, ma anche il rafforzamento della sua immagine che sempre più confina con il mito.

Alcuni scomodano addirittura gli dei, non a caso era soprannominato “D10S”, e lo venerano adesso così come lo avevano venerato in vita. Ma accanto a chi lo amato vi sono tutti coloro che lo hanno sempre messo in discussione come uomo, come personaggio e come calciatore.

Come si legge su www.sitiscommesse.com/maradona/, Maradona è difficile da definire in maniera unitaria. La sua vita è avanzata per 60 anni su tre binari paralleli, e su tutti e tre ha generato sentimenti e reazioni contrastanti. Cerchiamo di capire chi era questo calciatore, quest’uomo e questo personaggio che non sarà dimenticato tanto presto.

Il giocatore più forte del mondo?

Quando si ripercorre la sua carriera è impossibile non citare alcuni passaggi che hanno portato il piccolo Diego, che giocava nelle strade di Colle Fiorito, a essere definito il miglior giocatore al mondo. Queste tappe sono ripercorse in maniera completa nell’infografica. Maradona brillava tra i compagni sin dagli esordi e dopo solo 11 partite con l’Argentinos Juniors fu convocato nella nazionale maggiore. Nel 1979 e nel 1980 si era già meritato due Palloni d’oro sudamericani.

La sua consacrazione a livello Mondiale arriva nel 1986, con i mondiali in Messico. In quell’occasione Diego emerge in tutta la individualità, trascinando fino alla vittoria, come fosse solo in campo, una squadra definita mediocre.

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Le sue azioni fanno avanzare l’Albiceleste fino alla partita con l’Inghilterra, rimasta nella memoria collettiva per varie ragioni. Si tratta di una partita epocale in cui l’Argentina cerca un simbolico riscatto dopo l’affare delle Falkland. È la partita in cui Diego segna di mano e poi dichiara che si trattava della mano di Dio. È la partita di quello che è stato definito il gol più bello del secolo, in cui 4 minuti dopo la mano, scarta tutta la difesa inglese e fa dimenticare tutto.

L’arrivo a Napoli e la gloria eterna

Era già l’eroe delle periferie quando dal Barcellona Maradona arriva a Napoli, acquistato dall’allora presidente Ferlaino. La città all’epoca era come l’Argentina d’Italia. Povera e piena di difficoltà, desiderosa di un riscatto contro il nord ricco e industrializzato. A Napoli mancavano molte cose, ma l’arrivo di Maradona, bastò a riempire tutti i vuoti e i video dell’accoglienza al San Paolo lo testimoniano.

Come un semi dio sceso tra gli uomini, Maradona realizza il sogno di una città e del sud intero. Mai nessuna squadra meridionale aveva vinto uno scudetto. El Pibe de oro ne regala ben due alla città, nel campionato 1986-87 e in quello 1989-90. Due che valevano più di venti, e che lo resero degno di essere glorificato sui muri della città e nelle preghiere, al pari di San Gennaro.

L’uomo umile, fragile e discutibile

Nel corso della sua carriera Maradona non si è mai staccato dalle sue origini umili, sempre legato alla sua famiglia. La visione di Diego seguito dal papà sugli spalti di tutto il mondo, risuona nel modo di vivere i legami familiari di coloro che lo amano. Ma il ritrovarsi coperto di ricchezze, lo ha anche portato a essere vittima di se stesso e dei propri vizi.

Mentre sul campo infiamma gli animi, l’uomo Maradona si dimostra fragile e mette in scena le sue debolezze. Tutti parlano delle frequentazioni discutibili, delle dipendenze, e presto arrivano le condanne con le squalifiche dai Mondiali. Maradona è sul palcoscenico mediatico anche quando non gioca, attaccato da tanti, ma sempre difeso dai suoi. La sua vita privata è segnata da tradimenti, figli non riconosciuti, accuse che arrivano da più parti. E anche la sua morte, dopo più di un anno non smette di far discutere.

Il personaggio discusso tra i grandi della terra

Maradona e Francesco, il “grazie” del Papa con un rosario. Il loro rapporto ha riconciliato la mano de Dios e la Chiesa

Nonostante ciò, dopo il commosso addio al calcio, il 10 novembre del 2001, il carisma che aveva sul campo si sposta in altri ambiti. Maradona non si preoccupa mai di essere diplomatico, non ha paura di schierarsi di parlare in modo netto. Il mondo lo vede seduto con Fidel Castro o con il presidente venezuelano Chávez. È l’eroe dei popoli del sud che non teme di attaccare senza mezzi termini Bush, e che poi sempre pubblicamente esprime la sua ammirazione per Obama.

Quando commosso abbraccia Papa Francesco, il mondo non vede altro che l’abbraccio di due rivoluzionari e mitici argentini, e non può far altro che volergli ancora più bene.

Fonti foto:

https://it.wikipedia.org/wiki/Finale_del_campionato_mondiale_di_calcio_1986

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/11/26/maradona-e-francesco-il-grazie-del-papa-con-un-rosario-il-loro-rapporto-ha-riconciliato-la-mano-de-dios-e-la-chiesa/6018018/