A cura di: Ciro Gaipa
Fonte: Napolicalcionews.it
Tra pochi minuti Aurelio De Laurentiis parlerà da Palazzo Petrucci per presentare i due ritiri estivi del Napoli. La squadra sarà a Dimaro Folgarida dal 17 al 27 luglio e poi a Castel di Sangro dal 30 luglio al 14 agosto.
Con il presidente del club saranno presenti anche i rappresentanti delle istituzioni locali delle due sedi: tra loro, i sindaci di Dimaro e Castel di Sangro, i presidenti delle rispettive province e regioni, oltre al presidente dell’Apt Val di Sole. ______________________________________________________________________ AGGIORNA LA PAGINA (PREMENDO F5) PER NON PERDERTI LE PAROLE DEI PROTAGONISTI Ore 17.45 - Parte un video celebrativo della vittoria dello Scudetto. Ore 17.50 - Parla Aurelio De Laurentiis: "Ringrazio tutti i presenti. È stata una stagione
straordinaria, nonostante le tante difficoltà. Antonio Conte ha saputo gestire
ogni imprevisto con grande competenza. È merito suo se abbiamo vinto lo
Scudetto, altro che vittoria 'facile': è un’affermazione falsa. Questo è stato
un campionato durissimo, con squadre come Bologna, Lazio e Roma che hanno fatto
molto bene. Soprattutto la Roma con Ranieri, che ha cambiato passo. La nostra
vittoria va valorizzata, non sminuita". Sulla situazione del calcio europeo: "Il calcio è in crisi, e le istituzioni fanno finta di
nulla. La Premier League, che è la più ricca, perde 700 milioni di sterline
all’anno. DAZN abbandona la Francia, e in molti campionati ci sono distacchi
abissali tra prima e seconda: qualcosa non va. Servirebbero davvero gli Stati
Generali del calcio per capire dove stiamo andando". Sui ritiri e sull'impegno con i territori: "Siamo qui per promuovere Dimaro e Castel di Sangro.
Siamo l’unico club che riesce a non andare in tour mondiale e che porta
comunque decine di migliaia di tifosi da tutta Europa, dall’Austria, dalla
Svizzera, dal Nord Italia. Dobbiamo dare valore a queste realtà". Sulle domande di mercato:
"Non fatemi arrabbiare con domande sciocche sul
mercato. Qui siamo per parlare di altro. Il mercato è in corso, ci vorrà almeno
un mese per avere un quadro chiaro. Ogni giorno leggo che il Napoli ha
acquistato 70 giocatori: è divertente, ma lontano dalla realtà". Ore 18.25 - Partono le domande dei giornalisti: La Champions è la competizione dei dettagli. Visto che l'appetito vien mangiando, il suo pallino quest'anno è fare una grande Champions? Ha parlato con Conte di quanti innesti serviranno? "Avevo detto che non avremmo parlato di calcio, ma vedo che è
inutile cercare di mantenere un tono educato e rispettoso.
Comunque, dopo due Scudetti in tre anni, è normale che si cominci a pensare
alla Champions League. Ma i pronostici non si fanno, portano solo sfortuna.
Questa mattina su un giornale (Il Mattino, ndr) si diceva che, negli ultimi dieci anni, solo noi
e la Juventus siamo stati costantemente ai vertici. Ma va anche detto che, a
differenza nostra, loro non sempre hanno giocato in modo trasparente. Il Napoli
invece sì: abbiamo sempre agito con correttezza, ed è una scelta di vita. Quando avevo 19 anni, mio zio Dino mi propose di
seguirlo in America. Io gli risposi che avrei voluto divertirmi cercando di
fare il suo stesso lavoro, quello del cinema. In America c’è il concetto del
sogno americano, ma in Italia nulla ti viene regalato. Nonostante questo, mi
sono impegnato: abbiamo fatto grandi cose nel cinema, e credo anche nel calcio,
pur non essendo la mia prima scelta". "Io da piccolo giocavo a pallacanestro, non venivo da
questo mondo. Ma le mie origini torresi e irpine mi hanno trasmesso una
creatività naturale, che si è sposata bene sia con il cinema che con il
calcio". De Bruyne è l'operazione più importante che farebbe il Napoli? "L’operazione De Bruyne è partita tre mesi fa, ma non è la
più importante che abbia mai portato avanti. Parliamo certamente di un
fuoriclasse, lo sappiamo bene, anche se non è più giovanissimo. De Bruyne è un tassello prezioso di una squadra che
sarà potenziata, perché ci aspettano quattro competizioni: Serie A, Coppa
Italia, Supercoppa e Champions League. Avremo bisogno di diversi innesti. A noi piace lavorare con attenzione, senza lasciare
nulla al caso. È il nostro stile. Nessuno si aspettava una conferma così rapida di
Antonio Conte. Quindi, potete stare tranquilli: stiamo lavorando per fare le
cose per bene". Ancora ADL: "Vorrei avere subito i giocatori a disposizione, ma ci sono
due ostacoli. Il primo è economico: se vuoi chiudere subito, devi essere
disposto a spendere anche il 30% in più. Il secondo riguarda la concorrenza:
quando ci sono altri club interessati, chi vende aspetta di capire le scelte
del giocatore per ottenere il massimo possibile. E poi non dimentichiamo un altro aspetto: quest’anno ci sono
32 squadre impegnate nel Mondiale per Club. Potremmo individuare qualche
profilo interessante proprio in quel torneo, ma si tratta di giocatori che
avranno bisogno di riposo prima di iniziare una nuova stagione, altrimenti
rischiano infortuni. Insomma, possiamo avere tanti desideri, ma non sempre è
possibile realizzarli subito". Prosegue ADL: "Mi definiscono un visionario, ma spesso ho semplicemente
visto in anticipo quello che sarebbe successo. Oggi dicevo: sembriamo pugili
suonati che continuano a salire sul ring, senza accorgerci che stiamo
crollando. Il calcio più ricco al mondo (la Premier, ndr) perde 750 milioni di
sterline, e cosa si fa? Si organizza un Mondiale per Club, si allarga la
Champions, si aumentano le partite. Nessuno pensa a ridurre il numero delle
squadre o a cambiare rotta. Si va avanti così, lasciando morti e feriti per
strada, solo perché le istituzioni devono sopravvivere. Servono regole più chiare per i procuratori, con
limiti precisi. E in Italia bisogna portare i contratti a 8 anni: so che il
Ministro dello Sport sta lavorando a un decreto legge in questa
direzione. Resta irrisolto anche il grande problema degli stadi,
che va affrontato seriamente se vogliamo un calcio sostenibile". Sullo stadio: "Quest’anno lo stadio Maradona è stato sempre pieno,
anche grazie al lavoro di Tommaso Bianchini, che ha saputo creare un legame
forte con i tifosi offrendo loro opportunità che prima non esistevano. Abbiamo
raggiunto numeri da record. Ma mi chiedo: quante persone hanno davvero potuto
vedere bene la partita? In Italia, molti stadi non sono pensati per offrire
allo spettatore un’esperienza paragonabile a quella di altri paesi europei. È
assurdo che lo stadio venga consegnato al Napoli solo il giorno della partita: devo
montare e smontare ogni volta tutta l'infrastruttura pubblicitaria, con costi
che superano centinaia di migliaia di euro l’anno. Il PSG gioca in uno stadio che ha a disposizione 365
giorni l’anno, paga un milione di affitto ma ne ricava 125. È evidente che c’è
una grande differenza". Sulle giovanili: "Si parla sempre di strutture e di vivai, ma noi in
questi anni siamo stati vincenti, corretti e con i conti in ordine, tirando
fuori anche giocatori dal nostro settore giovanile. Però un giovane non
garantisce automaticamente a un allenatore la sicurezza di essere titolare in
una grande squadra. Quindi va in prestito per crescere: a volte funziona, altre
volte meno. È un problema più complesso di quanto sembri. Il sistema calcio è malato. Guardate cosa è successo
negli Stati Uniti con il basket: le società si sono stufate delle istituzioni
locali, si sono fermate per sei mesi, e da lì sono ripartite più forti. Forse
dovremmo fare lo stesso anche noi". "Noi ogni anno investiamo centinaia di milioni: tra
cartellini e stipendi, quest’anno spenderemo circa 300 milioni. E poi arriva
una squadra di Serie B che vuole i nostri giocatori in prestito, ma ci chiede
di pagare il 50% dello stipendio. A quel punto, mi chiedo: che senso ha? Perché
siete venuti a chiederlo? Dobbiamo resettare tutto e valorizzare solo chi ha davvero
le credenziali per competere in Serie A. Senza un’adeguata audience e senza un
certo livello di fatturato, come si può pensare di competere con le grandi?". "Durante i ritiri estivi ci saranno due amichevoli a Dimaro e
tre a Castel di Sangro. Negli anni mi sono sempre state proposte trasferte
all’estero, ma mi sono opposto. Una volta, con Ancelotti, siamo andati negli
Stati Uniti e me ne sono pentito. Siamo stati anche in Irlanda, Inghilterra e
Germania, ma poi abbiamo cambiato approccio. Abbiamo iniziato a invitare squadre europee a venire da noi,
pagando loro le spese di trasferta. Sono venuti club spagnoli, francesi,
tedeschi, turchi. E sarà così anche quest’anno. Mi hanno proposto di andare in
Australia con un’offerta milionaria, ma non vogliamo rischiare di compromettere
l’inizio della stagione con viaggi troppo lunghi. Il bello di Castel di Sangro è che siamo noi a ospitare:
giochiamo, ci alleniamo il giorno dopo e ci riposiamo. Tutto resta sotto
controllo. Non mi sono mai preoccupato della valorizzazione economica
del Napoli. Finché sarò in vita, resterò qui. Poi saranno i miei figli a
decidere. Nel 2018 ho ricevuto un’offerta da 900 milioni di dollari. Se oggi mi
offrissero 2 miliardi e mezzo, non venderei comunque. Il Napoli è identità,
napoletanità, è un’idea che vogliamo portare avanti".
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