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MERCOLEDÌ 22 MARZO 2023 - INTERVISTE

DALLA SPAGNA – IL CENTRO PARADISO… PERDUTO E DEGRADATO, L’ASSOCIAZIONE OMONIMA: “LOTTIAMO PERCHÉ NON CADA NELL’OBLIO!”


Il presidente Salvatore Cierro ai microfoni del portale iberico Revista Libero


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Revista Libero

Vogliamo recuperare questo pezzo di storia del Napoli e della nostra città. Costruito negli anni ’70 ed abbandonato definitivamente nel 2004. Queste mura che oggi sono chiuse, con un campo abbandonato al suo destino, han visto allenarsi per 7 anni il miglior giocatore di tutti i tempi: Diego Armando Maradona. Ci ha fatto vincere due  scudetti, una Coppa UEFA, una Coppa Italia e una Supercoppa. “Mi rifiuto che cada nell’oblio!” – irrompe con forza Salvatore Cierro, presidente dell’associazione  Centro Paradiso, creata qualche anno fa proprio allo scopo che ciò non accada.

Nato nel 1991, logicamente non ha potuto vederlo giocare nel suo Napoli ma tutti raccontano a Salvatore che in questo quartiere di periferia veniva gente da tutta la città ed anche da tutta la regione Campania. E solo per vederlo allenarsi  e vedere i suoi meravigliosi calci di punizione!. Mi dicevano che era un ambiente familiare. La gente aspettava con ansia il giovedì per venire a vedere la squadra agli allenamenti prima delle partite. Era un qualcosa di magico, e che purtroppo, ora, non esiste più”. 

Insieme ad altri membri – come il tesoriere Pierluca Nardone - la comunità chiede con forza la riapertura di questa cittadella sportiva per eradicare, inoltre, la povertà di una zona che, come tutta Napoli,  vive di contrasti e soffre gestioni politiche arbitrarie. “Non è la stessa cosa Scampia o Soccavo come il Vomero o Posillipo. Sappiamo che la nostra idea è  bizzarra e rivoluzionaria però Diego era così, uno che non si arrendeva mai alle ingiustizie” – spiega il portavoce dell’ idea.

Perché sì. Abbandonato dalle istituzioni, incluso il Napoli  Calcio. Questo rende utopia le idee della creazione di crear un museo all’interno del recinto e il recupero del campo per facilitare l’aggregazione  culturale e sportiva all’interno di un quartiere periferico che ha perduto la sua anima. “Siamo comunque contenti perché, al momento, il museo è nato spontaneamente fuori. È cominciato con la sua morte e, a partire da allora si nutre ogni giorno che passa. Noi abbiamo posto la targa inaugurale; il resto è ad opera di un tifoso napoletano nato in Polonia. “Diciamo sempre che è un napoletano nato lassù per errore”, scherza Salvatore tra le risate mentre subentra Nardone nella testimonianza.

“Abbiamo varie iniziative per autofinanziare il nostro sogno. Siamo una organizzazione senza scopo di lucro che riceve donazioni tramite crowdfunding. Inoltre, abbiamo alcuni amici che alcuni anni fa hanno inventato SpaccaNapoli, La Mossa del Comandante, un gioco di carte ispirato a Maurizio Sarri y al sarrismo. Ed ora lo hanno attualizzato chiamandolo Una storia Azzurra”. Lo racconta Mario Giacca, uno dei suoi creatori. “Per mezzo di questo semplice gioco raccontiamo la storia del Napoli e della città intera, con i suoi miti e le sue leggende, la sua magia e le sue tragedie”.  In questo compare anche Maradona, logicamente, però anche Salvatore Carmando, il mitico massaggiatore al quale Diego baciava la fronte prima delle partite. Ci sono carte con Careca, Cavani, Luciano Moggi, il Vesuvio o la meravigliosa carta scudetto, ma ci sono anche il VAR  e la irrispettosa Parthenope o la fermata miracolosa di San Gennaro. Una benedetta follia che si ama senza necessità di esser compresa. Come el Diez, come l’Argentina o Napoli. “Costa 20 euro e il ricavato va all’associazione”.

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