A cura di: Antonietta Del Vecchio
Fonte: Napolicalcionews
Il tecnico del Benevento Gaetano Auteri, nella serata di ieri, ha raccontato tutta la sua verità nella trasmissione Ottogol, in diretta su Ottochannel. L'allenatore siciliano si racconta a viso aperto senza il timore di raccontare particolari scomodi e parte proprio dalla umiliante sconfitta contro la Juventus Next Gen. Ecco le parole di Auteri: “L'epilogo è giusto: avevamo dimostrato di poter essere competitivi, ma poi è accaduto qualcosa e l'alchimia s'è rotta. Il calcio è semplice, tutti devono fare la parte che gli compete, qualcuno, invece, sembra aver sconfinato dal proprio ruolo. Per la prima volta in carriera ho percepito di essere poco seguito. Sono stato sempre abituato a entusiasmare i miei calciatori, abbiamo sbagliato tutti. Non ci volevo credere quando mi hanno riferito che quando sono stato esonerato qualcuno ha festeggiato”. Il mancato mercato di gennaio. Auteri dice di non volerne parlare e risponde così: “Abbiamo fatto delle valutazioni, i fatti dicono che non sono state corrette. Non è vero che he la società non voleva andare in B e quindi di non voler spendere sul mercato. Eravamo una squadra in salute che però stava inciampando: il mercato è coinciso col periodo che è andato tra le partite di Potenza, Altamura, Foggia e Monopoli. Ad un certo punto si è perso il concetto di squadra: un compagno non può giudicare un altro, né inseguire obiettivi personali. Si è persa la sacralità del campo" Il tecnico prosegue: “Avevo pensato di mettere qualcuno da parte, ma poi ci ho ripensato e ho provato ancora a coinvolgere tutti. La verità è che abbiamo perso la sacralità del campo: non è detto che si debba per forza essere amici fuori, basta avere rispetto della società e della maglia che si indossa, pensando sempre agli obiettivi comuni. Il gruppo non si è rotto, ma nelle difficoltà improvvise ha prevalso l'io e non il noi”. “Il mio contratto? Posso anche dare un esempio e rinunciare agli ultimi mesi. Mi è dispiaciuto che qualcuno abbia contestato questa proprietà, mi è sembrato di essere tornati a 8 anni fa. Gli errori li fanno tutti, ma non bisogna mai dimenticarsi delle reali potenzialità di città e provincia. Preferisco che si contestino l'allenatore e i giocatori, la proprietà proprio non lo merita. Non ho mai avuto bisogno di contratti e qui mi sento sempre in debito. Rescindere ora potrebbe essere un motivo di riflessione per qualcuno. Non contano solo i soldi, si sono diritti e doveri. Se non c'è questo senso di appartenenza, vuol dire che molti qui non ci stanno bene”. Ma la domanda è lecita: Auteri rimarrebbe ancora alla guida del Benevento. La risposta non è chiara: “Ho due modi di pensare: uno d'istinto, l'altro più razionale. Ma non vi dico cosa sceglierei, tanto in passato nell'uno o nell'altro caso ho fatto delle stupidaggini”. Il rapporto col presidente non è mai stato in discussione: “C'è stima, una persona che ha dei valori. Lamesta ha iniziato da idolo, era adorato dalla gente. Poi è andata come è andata, ma in questo i compagni non lo hanno aiutato, anzi nei momenti di difficoltà si è sentito preso di mira”. Dice che non ci sono stati atteggiamenti plateali, ma si vedeva in allenamento che non non ci fosse unità di intenti e che traspariva insicurezza anche dalle cose più semplici: “Il rispetto dei ruoli è fondamentale: esprimere giudizi sugli altri non è il massimo. Anche i giovani hanno contratti alti e questo spesso non ti porta ad acquisire coscienza”. “I giovani? Il girone d'andata ha fatto percepire il potenziale. Il girone d'andata ha espresso dei valori positivi, quello di ritorno l'ha fatto al contrario. Come sempre c'è una via di mezzo: il primo periodo ci indica il potenziale, il secondo parla del percorso formativo. Bisogna educarli alla professione e all'atteggiamento”. Tappa obbligata: il calcio è un gioco di squadra e nessuno risolve i problemi da solo. “Cosa potranno diventare i nostri giovani? Talia è già un giocatore di qualità, Perlingieri potrà esserlo, ma dovrà crescere come uomo. Poi ci sono i Nunziante, i Sena, tutti ragazzi di valore per la categoria. Ovvio che tutti sono chiamati a fare un percorso importante e non solo a raggiungere obiettivi economici”.
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