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MERCOLEDÌ 30 NOVEMBRE 2022 - INTERVISTE

AVV. CHIACCHIO: “JUVE, CASO COMPLESSO: LA PROCURA DOVRÀ ACCERTARE L’EVENTUALE ESISTENZA DI FATTI NUOVI NON CONOSCIUTI NEL PRIMO PROCESSO”


Per il club bianconero bufera già iniziata con le dimissioni in blocco del CdA


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Interpellato da Radio Kiss Kiss Napoli su quanto sta accadendo alla Juve, l’Avv. Edoardo Chiacchio così si è espresso in merito alla questione.

“Il caso Chievo rappresenta l’unico precedente, un caso con tre punti di penalizzazione. Se mi chiedete quali sono gli scenari e le relative eventuali conseguenze sportive vi rispondo che la situazione è complessa. Il procuratore Chiné aveva chiesto la condanna per via delle plusvalenze ed aveva citato il caso Cesena-Chievo conclusosi con ammende e non con penalizzazioni. Stavolta il caso è più complesso perché la Juve nella questione plusvalenze è stata prosciolta in primo e secondo grado, poi è stato rigettato il ricorso in appello proposto da Chiné. Oggi la Procura deve accertare se  ci sono fatti ed elementi nuovi in un processo nuovo, parlo di fatti non conosciuti al momento del primo processo. Se dovessero emergere fatti e documenti nuovi, il procuratore federale potrà procedere alla Corte d’appello che potrà ammettere il ricorso e condannare la società coinvolta. Oppure ancora aprire un nuovo procedimento ai danni della Juve. Sono valutazioni che il procuratore potrà fare al momento in cui avrà tutti gli atti in suo possesso.

Sul caso D’Onofrio mi chiedete se diventa difficile difendere colui che doveva controllare gli arbitri. Rispondo che lo difendo sul piano sportivo esclusivamente aggiungendo poi che, sinceramente parlando, anche in passato ho difeso i peggiori personaggi coinvolti in Scommessopoli. Mi è capitato di difendere nel caso dei 27 punti dell’Albinoleffe e dei 14 punti del Benevento. Si tratta di posizioni difficili e delicate. Sul caso D’Onofrio riguardava una denuncia di colui che si riteneva penalizzato e dismesso, aveva registrato alcune telefonate inviate poi alla Procura e D’Onofrio è stato deferito. Poi qualche giorno prima del processo è stato arrestato. Sono convinto della buona fede dei vertici arbitrali, cioè che D’Onofrio non aveva detto tutto ed era sembrato persona capace, aveva fatto anche condannare tanti arbitri e sembrava una persona perbene. Per scrupolo professionale ho deciso di non rinunciare all’incarico. Ho chiesto l’estinzione del procedimento perché aveva rassegnato le dimissioni. Il mio compito è finito, attendo la sentenza.

Se per la Juve è in arrivo una bufera che ricorda il crac Parmalat? Sotto il profilo civilistico-penalistico non penso siamo a quei livelli. Lì c’erano centinaia e migliaia di truffati. Direi più sanzioni serie sportive inflitte alla Juve e societariamente lo tsunami è già iniziato con le dimissioni del CdA l’altra sera. Stravolgere i vertici societari d’emblée di un club è già di per sé uno tsunami che non ricordiamo abbia precedenti”.