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LUNEDÌ 20 MARZO 2023 - INTERVISTE

ALBIOL: “A NAPOLI SON TORNATO A SENTIRMI IMPORTANTE E A COMPETERE AD ALTI LIVELLI: SONO CRESCIUTO, MATURATO E HO AVUTO GRANDI ALLENATORI”


A Napoli l’amore che ho avuto è stato immenso, andar via non è stato semplice…


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

In una lunga intervista rilasciata a DAZN Spagna, l’ex azzurro Raul Albiol, oggi al Villarreal, ha parlato anche del suo periodo a Napoli.

A Napoli sei stato capitano…

Napoli mi ha stregato, mi sono innamorato di Napoli e ci arrivai in un momento difficile del Real Madrid, due anni praticamente senza aver giocato. A Napoli ho sentito l’amore della gente, a Napoli sono tornato a sentirmi calciatore, a sentirmi importante e son tornato a competere ad alti livelli sia in Champions che in Serie A. Dal primo giorno ho capito che è una città che vive moltissimo il calcio, mi sono sentito molto amato e poi quando provieni da un brutto periodo e ti senti amato, poi andar via diventa difficile. Sono stati 6 anni in cui ogni estate era uguale: ok vado via, vado via – dicevo, ma poi non andavo mai via. Era tanto l’amore che mi davano che era difficile andar via, anche per la mia famiglia. Al principio hanno sofferto ma poi alla fine nessuno voleva andarsene. È stato complicato andar via ma quell’estate ho avuto l’opportunità di andare al Villarreal e ci sono andato. Non è stato semplice, sono stati 6 anni bellissimi e me li sono goduti tutti ed ho anche avuto bravissimi allenatori. Ho avuto Benitez, Sarri, che per me è stato una sorpresa veramente positiva nella mia carriera ed un anno ho avuto anche Ancelotti. Carletto è fenomenale. Purtroppo per me quello non fu il mio anno migliore, ebbi un infortunio e dovetti lottare a febbraio e non riuscii a disputare tutta la stagione con lui e questa cosa mi dispiace un po’, non aver potuto sfruttare al massimo quella stagione e non aver dato il meglio di me stesso, però con lui ho avuto un buon rapporto. È una gran persona, un grande allenatore e lo dice la sua carriera, non è casualità.

A Napoli ti tenevano come su un piedistallo, ti chiamavano El Cid Campeador?

Sì ma mi hanno anche rubato la macchina…

Ti hanno rubato la macchina? Non ci credo!

Sì ma aveva 8 anni o addirittura 10 anni. Era una macchina che avevo dai tempi del Valencia, la portai a Madrid e poi a Napoli.

E… volò…

Sì, volò, volò…  Sì ma devo dire comunque che mi hanno voluto tantissimo bene, la mia famiglia ha avuto tutto, anche i miei figli si sono affezionati, due sono nati lì e molte volte mi parlano dell’epoca di Napoli, un’epoca che ci portiamo dentro. E la mia carriera sportiva ha avuto un miglioramento: sono cresciuto, maturato come difensore e questo mi è servito per tornare in Spagna ad un livello migliore.