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VENERDÌ 20 MAGGIO 2022 - INTERVISTE

ADL: “KOULIBALY UN SIMBOLO DEL NAPOLI, MA NON FORZO NESSUNO A RESTARE; OSIMHEN FINORA A MEZZO SERVIZIO“


Il patron azzurro ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti a margine del taglio del nastro al Villaggio Komen questa mattina


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Aurelio De Laurentiis, presente insieme a Matteo Politano alla inaugurazione del villaggio Komen per i tre giorni della Race for the Cure a Napoli, ha risposto ad alcune domande dei giornalisti presenti in Piazza del Plebiscito. Motivo delle domande il futuro di Kalidou Koulibaly e Victor Osimhen.

“Koulibaly è un simbolo del Napoli,  e se lui non vuole più essere un simbolo è lui che lo deve decidere. Noi vogliamo che Koulibaly resti, ma non è che la gente la si può obbligare. Ognuno ha una propria dignità e le proprie esigenze: noi rispettiamo chiunque. A voi risulta che abbia obbligato mai nessuno pur avendo anni di contratto in più quando voleva andare via? No, mai. L’unico forse che ho obbligato sapete chi è - e che saluto perché è un caro amico? Mazzarri. Walter a un certo punto dopo due anni mi disse: ‘Presidè, io voglio andare via’. ‘No, tu qua devi rimanere’. E devo dire che lui, molto opportunamente e rispettosamente del contratto che aveva, è rimasto e devo dire anche che ci ha regalato quattro anni di soddisfazioni”. 

Un Napoli osimheniano:

“Osimhen l’abbiamo avuto a mezzo servizio per due anni consecutivi, o no? Non è che ha giocato tutte le partite del campionato. Quindi  dare dei giudizi su un calciatore è sempre – secondo me - poco opportuno perché ogni campionato è diverso, perché ogni squadra si modifica nel corso della preparazione del campionato futuro.  Quindi è sempre un’incognita. Quello che dovete poi sempre mettere sul campo è anche il lato psicologico: io sono sempre stato dell’idea che ci vorrebbe uno psicologo o una psicologa, perché una donna fa sempre più piacere, interrogarla e farsi interrogare. Uno fa finta di farsi interrogare, in realtà la interroga. Poi però non bisogna mettere gli allenatori nei guai, perché uno psicologo, una psicologa può dire cose inopportune, creando una barriera di convincimenti nel calciatore stesso che possono poi cozzare con quella che è l’idea di chi allena. E quindi noi ci siamo sempre astenuti, nel rispetto dell’allenatore che è colui che ha la responsabilità della squadra quando la squadra va in campo”.