A cura di: Maria Villani
Fonte: Il Mattino
«Eravamo rientrati allo stadio da un paio di settimane, ma domenica ai cancelli il servizio d'ordine ci ha detto che in occasione della partita Napoli-Lecce, non potevano entrare i tamburi, i megafoni e neppure lo striscione. Ho chiesto perché, ci è stato risposto di aver trovato cinque torce - una sorta di fumogeno - e una scritta all'esterno del San Paolo contro il dirigente del Napoli Formisano». Lo ha detto a «Punto Nuovo Sport Show», trasmissione in onda su Radio Punto Nuovo, in dichiarazioni riportate dal sito «Tuttonapoli.net» Alessandro Cosentino, un esponente degli ultras della Curva B dello stadio San Paolo di Napoli.
Ieri, infatti in Curva B non c'era il tifo organizzato. «Per quasi tre mesi - spiega Cosentino - non siamo entrati mai al San Paolo, per il regolamento d'uso e la sua applicazione. Un paio di settimane fa siamo rientrati avendo avuto il giusto contentino per poterci esprimere come vogliamo, rispettando alcune regole e le cose sono andate abbastanza bene. Domenica avevamo uno striscione ancor più grande di quello 'Liberi di tifare' con ulteriori spese ma ci hanno risposto così. Adesso mi domando, siccome prendiamo le multe per i sediolini, per esserci appoggiati a una vetrata, come hanno fatto a non capire chi ha portato queste torce? Abbiamo dato la nostra parola a delle persone e non credo saremmo stati così stupidi da introdurre torce e seppure qualche testa calda l'avesse fatto, l'avremmo isolato perché vuole il male della curva. Abbiamo deciso con grande tranquillità di tornarcene indietro, delusi, siamo arrivati ad un punto di non ritorno. La partita con il Barcellona? Avevamo già deciso di non entrare per una questione di caro biglietti. Credo sia stato dato uno schiaffo alla dignità della gente che va nei settori popolari, ci è sembrato quasi un dispetto mettere la curva a 70 euro. Siamo stanchi».
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