A cura di: Maria Villani
Fonte: As.com
Luka Jovic è protagonista nel Real Madrid più per i suoi problemi che per i suoi gol. Il serbo, ingaggiato l’estate scorsa al prezzo di un grande attaccante e con ulteriore proiezione (60 milioni di euro) per dar sollievo a Benzema, sta trascorrendo la sua stagione tra la disconnessione in campo ed offrendo una sensazione di disagio nel gioco della squadra di Zidane (solo due dos gol in 770 minuti), critiche e polemiche.
L’ultima settimana, questa, quando ha saltato la quarantena decretata dal Real Madrid dopo la positività di Thompkins al Coronavirus per tornare al suo Paese. Stando ai media locali, è stato visto per le strade di Belgrado a festeggiare il compleanno della sua fidanzata. Un comportamento che ha suscitato un vespaio di polemiche in Serbia.
E lì, la figura dell’attaccante madridista è stata presa di mira qualche mese fa quando ha avuto un battibecco con il suo ct, Ljubisa Tumbakovic. Il divorzio tra i due è un fatto, dallo stop della FIFA dello scorso settembre. Jovic fu convocato dalla Serbia. Nella prima partita contro il Portogallo, il tecnico lo lasciò in panchina, facendolo entrare a soli tre minuti dal fischio finale. Per la partita successiva, contro il Lussemburgo, il giocatore accusò un infortunio e fu tenuto fuori, eppure solo 4 giorni dopo giocò con il Real Madrid contro il Levante (i sette minuti finali). A Tumbakovic non piacque affatto questo atteggiamento del giocatore che per questo fu scartato nelle ultime convocazioni. Il ct spiegò così l’allontanamento: "Io curo ogni giocatore perché dia il massimo con la Nazionale di Serbia. E non ho mai rinunciato a nessuno. Uno di quelli che si è allontanato dalla Nazionale è Luka Jovic. E la verità è solo una. Non esiste alcun conflitto tra Jovic ed il sottoscritto. Il problema di Luka Jovic è Luka Jovic. Di punto in bianco questo giocatore ha abbandonato gli allenamenti e non ha risposto. Da allenatore conterò sempre su un giocatore di questa classe perché non sarebbe professionale da parte mia non pensare a lui. Intanto deve essere lui a convincere noi, i media, i tifosi, alla gente della Federazione ed a me come ct, in quanto responsabile. E lui non ha fatto nessun passo in questa direzione ".
Questo conflitto ha rovinato l’immagine di Jovic, nel mirino anche nel suo Paese negli ultimi mesi per la sua vita extrasportiva…
A Madrid, la sua situazione non è migliore, nonostante Zidane in persona lo difenda a spada tratta. Però la sua stagione è deludente. Un mistero. Niente a che vedere con la sua folgorante stagione scorsa, quando realizzave ben 22 gol con l’Eintracht, uno ogni 104 minuti, incluso un poker al Fortuna Düsseldorf. Jovic deve ancora farsi vedere al Real Madrid. Ha realizzato soltanto due gol in 770’ (uno ogni 385’) e molti ostacoli: la mancanza di adattamento al gioco della squadra, di padronanza del castigliano, la sfortuna (due conclusioni contro il palo) ed il VAR (due gol annullati per fuorigioco). Ed ha già assaggiato i fischi del Bernabéu. "Il pubblico era molto duro", giunse a dire dopo essersi ‘liberato’ con un gol al Leganés. Zidane, per coinvolgerlo, gli ha fatto svariate telefonate. “È "il futuro, ha 21 anni, farà molti gol ed è bravissimo. Bisogna aver pazienza” – ha detto in conferenza stampa. Una pazienza che sembra che il tecnico stia perdendo: lo ha lasciato fuori dalla lista per le ultime tre partite di Liga, incluso il Clásico, dove convocò il ‘dimenticato’ Mariano. Un attaccante, l’ispano-dominicano, che ci mette più sangue e dinamite (disputò un minuto contro il Barça un gol…) del serbo, come chiuso nel suo guscio e la cui figura inizia a generare controversia. Questo tunnel nel quale si ritrova Jovic ha iniziato a richiamare l’attenzione in Europa. Vari club, tra cui il Napoli, hanno chiesto di lui, del suo futuro. La prima opzione di Jovic è quella di continuare al Madrid per vincere, però sono varie le squadre che hanno iniziato ad avere interesse, anche se quest’obiettivo non è possibile.
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