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SABATO 28 NOVEMBRE 2015 - RUBRICHE

VINYEJ, IL POLIEDRICO TERZINO DAL DOPPIO NOME


La storia di uno dei migliori terzini della storia azzurra


 
     
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A cura di: Raffaele Vatiero
Fonte: Napolicalcionews.it

Se esistesse una Hall of Fame degli azzurri più importanti della storia, con la maglia numero 3 potrebbe farvi parte Jenő Eugen Vinyej. La sua storia è molto complicata e legata soprattutto agli anni della seconda guerra mondiale: nato nel 1922 in Ungheria, giocò diversi anni nella MTK Budapest. Al termine del conflitto espatriò in Cecoslovacchia, dove per poter giocare con la maglia del Sokol Kosice fu costretto a cambiare il suo nome in Vincenc Prošovský. Ancora oggi, se si parla di lui in quelle zone, è ricordato con il doppio nome. Preoccupato della difficile situazione politica che stava venendo a crearsi, decise di lasciare il paese e cercò una nuova squadra che avrebbe potuto ospitarlo. Fu portato in Italia dai dirigenti della Pro Patria, che lo tesserarono nel 1949. Le qualità del terzino fluidificante attirarono le attenzioni del Napoli, che lo acquistò 2 anni dopo, a 29 anni. Qui iniziò la sua fortuna. Ambidestro, dotato di forte senso tattico, aveva un tiro potentissimo, tanto da essere utilizzato per i lanci lunghi con cui serviva i compagni di squadra Jeppson, Amadei, Pesaola. La sua fisicità e le sue caratteristiche tecniche facevano di lui un giocatore poliedrico, tanto da essere utilizzato sia come libero, in una delle prime interpretazioni di quel ruolo, grazie anche all'intuito del tecnico Monzeglio ma addirittura come centravanti, in una partita contro il Novara in cui, però, fu il peggiore in campo. Nella prima stagione in azzurro segnò 4 reti, tra cui addirittura una doppietta contro il Como il 23 dicembre 1951. In tutto, all'ombra del Vesuvio ha collezionato 155 presenze dal 1951 al 1955 segnando 5 gol. A 33 anni, l'allenatore Lauro decise di non puntare più su di lui e di cederlo alla Spal, anche per fare spazio al neo-acquisto Vinicio. Nel club ferrarese fece molto bene nonostante l'età, tanto da diventare capitano e rigorista e da ex segnò anche l'unica rete biancoblu nel match concluso 1-2 per il Napoli il 25 dicembre 1955. A fine carriera è emigrato a New York, dove è morto nel 1976, poco prima di compiere 54 anni.