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LUNEDÌ 5 NOVEMBRE 2018 - CONFERENZA STAMPA

VIDEO - BUFFON: “PSG MIGLIORATO E PIÙ COMPATTO; ANCELOTTI HA DATO AL NAPOLI LA CONSAPEVOLEZZA DELLA GARA”


Gioco ancora perché ho ancora motivazioni e condizione fisica


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Napolicalcionews

Gianluigi Buffon, portiere del PSG, ha tenuto la sua conferenza stampa nel ventre del S. Paolo  alla vigilia del match di Champions al S. Paolo contro il Napoli. Le sue parole sono state trasmesse da TV Luna.

Conosci bene lo stadio S. Paolo,  cosa ci racconti di  particolare?
Conosco bene questo stadio e penso che sia molto difficile vincere qui, dato che è uno stadio molto caloroso, dove l’ambiente è difficile perché la squadra e i tifosi hanno grande feeling. Penso che per noi è molto importante cercare di vincere la gara ma è molto complicato poiché  il Napoli che ho visto a Parigi è una squadra da rispettare.

È una gara dalle conseguenze importanti sulla qualificazione, avvertite pressione?
Sì. Non è una gara normale domani, sappiamo che vincere sarebbe importante, una gran cosa ma l’importante per domani è non perdere. Abbiamo la possibilità di vincere ancora contro Liverpool e Stella Rossa. Sarebbe una cosa bella.

Champions, Italia, Napoli: tutti ritorni: quali emozioni dopo la squalifica?
Emozioni sicuramente! Se gioco ancora a 40 anni è perché sono conscio che le emozioni che dà  questo lavoro le danno poche cose nella vita. Con questa consapevolezza ho avuto la fortuna di poter rientrare in una gara così importante in Italia e a Napoli, questo  mi dà scosse importanti e spero, dopo questo esilio forzato, di poter fare una buona gara ed essere utile ai miei compagni e alla causa.

Il campionato francese è poco allenante: le difficoltà del PSG in Europa possono dipendere da questo?
Non so se l’aggettivo giusto sia facile o difficile. In Francia trovo delle squadre che individualmente hanno qualcosa di superiore all’Italia e lo mettono in mostra. Con tali qualità offensive la parte difensiva può essere penalizzata, ecco perché realizziamo più gol a differenza dell’Italia dove lo studio sulla tattica in difesa è maggiore. In Francia vedi le qualità di ogni singolo giocatore, in Italia questo non accade, non so se sia un bene o un male. Difficoltà? Penso che il nostro lavoro è partito 3 mesi fa e negli ultimi 20 giorni, dopo Napoli, ho visto una squadra diversa, migliorata e compatta, per far bene in Europa occorre compattezza e solidità  e le gare di Marsiglia e Lille hanno dato queste indicazioni.

Oggi Ancelotti ha detto del piacere di ritrovarti, parole di rispetto  per il professionista e di affetto per l’amico.
Rispondo dicendo che è inutile sottolineare il ‘contraccambio’. Carlo è una persona speciale e lo sappiamo tutti, tanto è vero che ha il potere di pochi, quello di far diventare le sue squadre la seconda squadra di tutti facendo tifare gli altri per esse. Persona atipica, è riuscito nel nostro mondo complicato, con molta naturalezza a farsi apprezzare e a vincere. Ecco  perché mi fanno arrabbiare quando dicono solo che è una grandissima persona,  è anche un grandissimo tecnico! Ha vinto per 20 anni perché ha qualcosa di diverso. Non si discute solo la persona ma  anche il tecnico!

Qualche aneddoto?
Sono legati a Parma e alla Juve: fu lui a chiamarmi a Torino dandomi la certezza di ripartire insieme. Era maggio, disse che a giugno saremmo ripartiti insieme, io sentivo le voci su Lippi, firmai e accadde quello che accadde, poi l’anno dopo vinse la finale di Champions e si rifece.

La tua relazione con la Champions, giocarla ma non vincerla…
Sappiamo e so che siamo in una situazione non facile, vero è che la squadra l’ho vista in crescita  importante nelle ultime due settimane e questo mi fa ben sperare. Il mio motivo di continuare a giocare non dipende dal vincere o meno la Champions ma da motivazioni e  condizioni fisiche. Ho ancora motivazioni e voglia di sacrificarmi, quindi continuo.

L’anno scorso hai temuto di perdere lo scudetto?  Cosa  cambia tra il Napoli di Sarri e quello di Ancelotti?
L’anno scorso è stato un momento lungo - poi dipende, è relativo  e soggettivo – una settimana, nella quale ho pensato di non vincere più lo scudetto per demeriti evidenti del Napoli per quel che riguarda la differenza tra i due Napoli, non mi va di dire se è meglio Sarri o Ancelotti ma la prima cosa che balza all’occhio è il tipo di consapevolezza che mostra in gara, il  calcio sciorinato in precedenza era bello ma il Napoli doveva andare a 2000 all’ora oppure crollava, ora vedo il ritmo che la partita richiede ed una  gestione più consapevole della gara.

Quindi Ancelotti?
Questo lo dite voi…