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MERCOLEDÌ 7 LUGLIO 2021 - EURO 2020

SPAGNA ELIMINATA, MARCA CELEBRA LUIS ENRIQUE: “UN TECNICO CON LA T MAIUSCOLA, È LUI IL VINCITORE DI EURO 2020”


Il ct iberico vero leader: è riuscito a creare una squadra e ha riportato l’orgoglio di essere Spagna


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Marca,com

La Spagna esce dalla semifinale di EURO 2020 ai rigori e dopo una prova notevole offerta contro l’Italia. La Nazionale spagnola torna a casa ma è promossa a pieni voti, tutto merito di Luis Enrique, un tecnico che ha iniziato la sua avventura con qualche perplessità ma che ora si rivela come vincitore e leader. MARCA lo celebra come il ct con la maiuscola, il vero trionfatore dell’Europeo.

Luis Enrique ci è riuscito:  ha dato un cambio radicale e completo a tutta la situazione. Qualcosa di insolito nel calcio. Ha dovuto lasciare Wembley dopo una sconfitta contro l’ Italia, ma lo ha fatto da vittorioso ed acclamato dalla tifoseria e, a distanza anche dalla critica. È passato dalle richieste della sua testa ad una uscita quasi trionfale. La Spagna torna ad essere orgogliosa del suo calcio e della sua Nazionale proprio grazie a lui.

La foto del finale di partita, con Luis Enrique felice e  contento non è una posa. Lo ha detto ai suoi giocatori. "Nello sport professionistico, tutti  dobbiamo imparare a vincere e ad accettare la sconfitta. Per questo voglio fare i complimenti all’ Italia ed anche a voi". In pubblico e di fronte ai suoi giocatori ai quali ha detto di sentirsi orgoglioso di loro e del suo lavoro. Il suo messaggio è stato lo stesso in ogni momento dei quasi 40 giorni di concentrazione. Nello spogliatoio e ai media. E lo ha ripetuto ugualmente ai suoi giocatori solo dopo alcuni minuti dopo l’eliminazione. “È lo sport e sono orgoglioso di quello che avete fatto” – ha dichiarato negli spogliatoi di Wembley tra gli applausi di tutti e la musica a festa. La foto della Federazione, con Luis Rubiales in testa, mentre applaude il tecnico, è il sentimento di tutti e di tutta la Spagna.

Il tecnico asturiano è riuscito, dopo aver dimostrato che nella sua mente esisteva solo l’ idea di far squadra, a metter d’accordo al 99,9% della tifoseria. Da segnalato ad idolo. Quelli che si aspettavano una sua qualsiasi decisione  per attaccarlo (dal giorno in cui rese nota la lista dei convocati), si sono resi conto che tutto aveva una spiegazione e un senso.

L’ ex del Barcellona ha dimostrato di essere un allenatore con la A maiuscola. Nel suo carnet resta di esser riuscito ad ottenere che  un gruppo di ragazzini sia riuscito di nuovo ad entusiasmare tutta la Spagna. Ha dovuto rinunciare a molte cose, a giocatori che non vedeva, ad altri che potevano mettere a rischio la sua leadership e ha dovuto risolvere una infinità di problemi prima,  durante e dopo la competizione.

Lavoro di squadra e con la sua squadra prima e durante

La sua indiscutibile leadership del gruppo lo ha portato a prender decisioni che potevano sembrare strane però una ad una tutte hanno avuto una spiegazione e sono state apoggiate nei fatti e in un lavoro alle spalle. Studia e lavora tutto con la sua squadra, prima e durante le partite. Contro l’ Italia, squadra alla quale ha sottratto il pallone, gran argomento che lo ha trasformato nell’invincibile di Euro 2020, si è presentato senza Morata, riferimento offensivo e calciatore del quale aveva in precedenza detto: “Giocano Morata più altri 10".

Durante la semifinale ha mostrato approcci differenti e ha spostato i suoi giocatori, lasciando capire che dentro quei pantaloni eleganti ci sta un tecnico con criterio e che di calcio ne capisce. La panchina è rimasta viva nei 120 minuti della partita.

Il falso nueve

La mossa di  Morata e Dani Olmo da falso nueve si è trasformata in dominio assoluto e confusione italiana di fronte all’assenza dell’ancora offensiva, la stessa subentrata nel secondo tempo per spazzar via i suoi rivali-compagni di Serie A.

Luis Enrique è il colpevole del fatto che nell’arco di tre ore la tifoseria dimentichi il colore della maglia di ogni giocatore e, soprattutto, del fatto che questi calciatori formano una squadra. Come? Mettendo da parte gli ego e dimenticando origini e colori delle loro maglie di appartenenza. Lo dicono i calciatori, quelli che giocano e quelli che non giocano. In pubblico e in privato. E lo riconoscono anche gli avversari.

Una infinità di prove superate

Non è il  momento di ripetere tutte le prove alle quali si è visto sottoposto questo gruppo ma di guardare il calcio che produce: è questo il marchio di questa Seleccion, formata da un leader e da calciatori come Pedri, Dani Olmo, Morata, Laporte, Unai Simón, Busquets... una SQUADRA con la S maiuscola. Di quelli che ci sono, di quelli che non potranno tornarci. Il Qatar ci aspetta ed anche la Spagna, con il ct come bandiera. Tra poco più di un anno è di nuovo Mundial.

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