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LUNEDÌ 21 SETTEMBRE 2020 - INTERVISTE

RADRIZZANI (ELEVEN SPORTS): “RIPENSARE IL MODELLO DI DISTRIBUZIONE DEI DIRITTI TV”


Scegliere soluzioni adatte ad ogni singolo Paese o mercato


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Calcio e Finanza

Il presidente e fondatore di Eleven Sports, Andrea Radrizzani, ha rilasciato un’intervista a SportsPro nella quale ha invitato i proprietari dei club a ripensare al modo in cui vendono i diritti tv al fine di coinvolgere più fan e aumentare i ricavi nei mercati internazionali. Per creare più valore, sostiene che sia necessario modificare il modello tradizionale di distribuzione dei diritti per includere modalità più innovative di commercializzazione dei contenuti, comprese le soluzioni direct-to-consumer (DTC) e le offerte pay-per-view (PPV).

“Il panorama dei media è cambiato drasticamente negli ultimi dieci anni ma il sistema di distribuzione e il modo in cui il titolare commercializza i diritti, è praticamente lo stesso di dieci o 15 anni fa – ha detto Radrizzani -. Normalmente, tendono a vendere diritti esclusivi in ​​ogni singolo mercato del mondo. Quello che penso è che sia ora di cambiare la strategia e adattare la soluzione in ogni singolo paese o mercato”.

Al di fuori degli Stati Uniti, Radrizzani stima che solo “dal 20 al 25 per cento della popolazione” nei principali mercati abbia attualmente accesso alla pay-TV e che, nei mercati emergenti, la cifra sia “probabilmente dal sette al nove per cento della popolazione”. Per questo motivo, ha affermato, i titolari dei diritti dovrebbero adottare altri mezzi per monetizzare i contenuti.

“Non credo che questo numero rifletta il numero reale di persone interessate al calcio o ai migliori eventi sportivi in ​​diretta – ha spiegato – A mio parere, c’è molto più valore da creare grazie a un modello di distribuzione democratizzato e soluzioni personalizzate per ogni singolo mercato. In alcuni mercati, forse è una buona idea mantenere un rapporto esclusivo con un’emittente. In alcuni altri mercati, forse è meglio costruire il mercato e operare in un microsistema pay-per-view e utilizzare canali come l’editoria digitale, le telecomunicazioni e i social media. L’unico modo per farlo è creare una società specifica in cui ci sia una collaborazione tra un investitore e il titolare dei diritti, e questa società deve dedicarsi al mercato e allo sviluppo dei contenuti”.

Radrizzani ritiene che gli investimenti da parte dei private equity – e l’esperienza strategica che ne deriva – potrebbero aiutare a stabilizzare il mercato e portare un prezioso know-how per navigare nelle condizioni del mercato globale. Ha citato l’esempio della Serie A, che è attualmente in trattativa con due cordate (CVC-Advent-Fsi e Bain Capital-Nb Renaissance) per la vendita di una quota del 10% della nuova media company della Lega nella quale dovrebbero confluire i diritti televisivi dei prossimi 10 anni.

Radrizzani ha affermato che questo tipo di partnership azionaria potrebbe rappresentare un modello attraente per i titolari dei diritti, offrendo un certo grado di certezza finanziaria e allo stesso tempo consentendo loro di assumersi maggiori rischi mentre cercano nuovi mezzi per monetizzare i contenuti in territori specifici in cui avrebbero tradizionalmente venduto i diritti ai distributori in esclusiva per un periodo determinato.