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SABATO 7 GENNAIO 2017 - RUBRICHE

NAPOLI-SAMPDORIA: LA SFIDA DELLE CAPITALI DEL MARE


Storie di mare e di pallone, a cura di Mimmo Fontanella


 
     
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A cura di: Domenico Fontanella
Fonte: Napolicalcionews.it
Si avvicina il match con la Sampdoria, che vedrà  opposte due città accomunate dall'amore intenso per il mare.
Come Napoli, anche Genova ha una tradizione marinara di tutto rispetto, se solo si pensa all'esperienza delle 4 Repubbliche marinare, tra le quali appunto figurava, insieme ad Amalfi, anche la città in cui ha sede la società doriana. 
Se Napoli può vantarsi di avere dato i natali a personaggi che hanno fatto la storia della navigazione mondiale (come ad esempio l’ammiraglio Francesco Caracciolo), Genova non è da meno, avendo donato al mondo quello che viene ricordato come il più grande esploratore di tutti i tempi: Cristoforo Colombo.
Proprio con riferimento alla grande impresa che portò l'illustre genovese alla scoperta delle Americhe i destini delle due città si sono curiosamente intrecciati.
Non tutti sanno infatti che tra i marinai che salparono da Siviglia con le 3 caravelle c’era un certo Peppiniello di Napoli, il quale, secondo diverse fonti, era solito dispensare consigli a Colombo, che li apprezzava particolarmente.
Si narra, ad esempio, che, dopo il fallimento di una prima spedizione, la Regina Isabella avesse concesso a Colombo un’altra possibilità. 
Quest’ultimo, orientato in un primo momento ad allestire per la nuova spedizione ben 17 navi, dovette ricredersi dopo averne parlato con Peppiniello, il quale, con il suo acume, consigliò di allestire solo 13 navi, considerando il 13 un numero fortunato rispetto al 17 (numero universalmente riconosciuto come iettatorio).
Al di là di questi curiosi e leggendari aneddoti, Cristoforo Colombo è anche considerato il Padre della cucina napoletana. 
Infatti, le scoperte botaniche e le importazioni effettuate in Europa dai primi viaggi dell’esploratore genovese (pomodori, peperoni, paprica, fagioli e fagiolini, mais zucchero, cacao) costituirono una vera rivoluzione nella gastronomia dell’epoca, in particolare per i napoletani. 
Soprattutto il pomodoro è divenuto, nei secoli successivi, un elemento indispensabile della cucina partenopea. 
Eppure, all’inizio,  non piacque troppo agli europei. Solo a partire dal 1750 cominciò ad essere utilizzato come salsa, e  la sua coltivazione si sviluppò in maniera esponenziale, in concomitanza con l’inizio della produzione della pasta per mezzo del torchio dei pastai. 
Il successo del pomodoro in una città come Napoli fu facilitato dal suo colore: la salsa rossa sui maccheroni, richiamava un po’ il Vesuvio. 
Fu così che, nel 1832, Ferdinando II re di Napoli organizzò nel Parco della Reggia estiva di Capodimonte un ricevimento campestre e chiamò un pizzaiolo a preparare per la prima volta a Corte, le pizze. 
Il pizzaiolo preparò una pizza con pasta (lievitata), mozzarella, salsa di pomodoro, e basilico: era nata la pietanza più famosa al mondo, la pizza Margherita.
 
Avvocato Domenico Fontanella