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VENERDÌ 17 GENNAIO 2020 - STAMPA

NAPOLI-FIORENTINA È INSIGNE-CHIESA: IL MEGLIO DELLA GIOVANE ITALIA


Con Gattuso, Insigne ha ritrovato soprattutto il sorriso


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Il Mattino

Nel calcio moderno si tende allargare il gioco. Guardiola ne ha fatto un mantra, perché sfruttare l'ampiezza del campo ti consente di trovare spazi che altrove rischieresti di intasare. Ecco perché nel secondo decennio del terzo millennio gli esterni (o ali) sono ritornati di gran moda. Certo, ognuno poi ha il suo modo interpretare il ruolo, di farlo suo e di renderlo più personale, ma sta di fatto che se hai una buona gamba, sei rapido nel dribbling e vedi anche la porta non c'è male, al 90% il tuo allenatore ti suggerirà di partire dalla fascia.

Dal punto di vista della zona preferita, quindi, Lorenzo Insigne e Federico Chiesa si assomigliano molto. Sono due esterni puri, quei giocatori che sembrano nati per stare sulla fascia, per attaccare lo spazio e mettere dentro un buon numero di palloni per il centravanti di turno (beato lui). Come se non bastasse, poi, Lorenzo e Federico sono accomunati da un passato importante e allo stesso tempo pesante. Entrambi sono cresciuti nel settore giovanile della squadra per la quale giocano oggi: ovvero Napoli e Fiorentina, motivo per il quale giocano da sempre con la necessità di emergere come leader dentro e fuori dal campo. Una differenza però c'è, prima di esplodere e diventare anche il capitano degli azzurri, Lorenzo Insigne ha dovuto fare un po' di gavetta tra serie C (Foggia) e serie B (Pescara), percorso svolto sotto un tutor d'eccezione come Zeman. Non la stessa cosa per Federico, che da quel 20 agosto 2016 ad oggi ha vestito solo e unicamente la maglia viola della Fiorentina.

Quello di Insigne e Chiesa è un fardello pesante da portare sulle delle spalle che Madre Natura non gli ha fatto poi così possenti. Brevilinei entrambi (anche se Federico è leggermente più alto), dotati di grande tecnica e con spiccata predilezione per il gol, il percorso di questi due ragazzi non è mai stato netto. Colpa di fattori esterni che ne hanno sempre condizionato la carriera e la storia (d'amore) con i rispettivi club. Sul web gira oramai da qualche anno un video (molto sgranato) di Enrico Chiesa che tiene in braccio un piccolissimo Federico. Nell'intervista si parla del futuro della Fiorentina - squadra per la quale Enrico ha fatto gol dal 99 al 2002 - e alla domanda «Chi segnerà dopo l'addio di Batistuta?», è il piccolo Federico (all'epoca aveva 4 anni) a rispondere «Io», con parole più o meno timide. Insomma, molto più di un'investitura, ma «un'autoinvestitura» a lungo termine. Detto, fatto e dopo circa 16 anni da quel giorno ha iniziato a fare ciò che aveva promesso. E ora? L'exploit certificato da numeri importanti per un ragazzo della sua età (è già a 17 reti in tre stagioni e mezza in serie A) ha fatto puntare i riflettori sulle sue giocate, riflettori che in certi casi possono dare alla testa. Tanto più se si parla dell'interesse da parte della Juventus. Ecco perché la sua non è stata un'estate facile, tra voci di mercato, malumori e un presidente come Commisso che ha subito fatto capire di non essere intenzionato a cederlo. La stagione incorso racconta di 16 presenze 2 gol e 5 assist già messi a referto in serie A, ma le prestazioni non sono sembrate stratosferiche come un anno fa, motivo per il quale più di una malelingua ha provato a insinuare il dubbio che la Fiorentina fosse pronta a privarsene già ora a gennaio. Ma al momento sembra solo fantacalcio.

Nessun video, invece, per un piccolo Lorenzo Insigne, ma allo stesso tempo nessuno potrebbe mai negare il fatto che fin dai primi vagiti il napoletano non sognasse di diventare l'attaccante degli azzurri. Tra luci e ombre è arrivato a indossare anche la fascia di capitano della squadra della sua città, e dopo un momento di non poco sbandamento durante la gestione Ancelotti, ha ritrovato il sorrido. Ok, due gol contro il Perugia sono arrivati entrambi dal dischetto, ma le prestazioni in crescendo sono la cartina al tornasole dell'inversione verso l'alto della parabola del stato di forma. Da quando è arrivato Gattuso, che lo ha riportato sulla fascia nel suo tridente, Insigne ha ritrovato lo smalto e soprattutto il sorriso. Ottime notizie anche in chiave Nazionale ed Europei dove per altro giocherà nel tridente con Chiesa che pur essendo destro come lui, predilige agire sulla fascia opposta alla sua. Esterni opposti che si attraggono e che vogliono essere leader a suon di gol.