A cura di: Myriam Novità
Fonte: Ilmattino.it
Alla giostra del gol è mancato solo lui: il capitano. E dire che la tavola apparecchiata al San Paolo era di quelle perfette. Sei gol, due rigori, quaranta tifosi arrivati per lui dalla Slovacchia e, come se non bastasse, uno stadio intero che ha invocato il suo nome: al 20' ed al 45' del secondo tempo, in occasione dei due rigori concessi al Napoli. Hamsik, che non è ancora andato a segno nelle 15 partite (8 amichevoli e 7 gare ufficiali) giocate dal Napoli in questo avvio di stagione, ha bisogno come il pane di tornare al gol. Gliene mancano soltanto due per raggiungere Diego Armando Maradona: il capocannoniere all time della storia azzurra a quota 115. E ieri prima dei due rigori, gli si sono avvicinati i compagni, Sarri si è fatto sentire dalla panchina sul secondo, il pubblico ha urlato «Marek, Marek», ma lui ha respinto tutti e si è accomodato sul vertice alto dell'area di rigore assistendo ai penalty battuti da Mertens ed essendo il primo a complimentarsi con lui. Come dire «i gol voglio conquistarmeli da me, non voglio che nessuno me li regali».
Uscirà da questo momento. L'ultima segnatura di Hamsik in partite ufficiali, la dodicesima della stagione 2016/2017, risale al momentaneo 0-3 segnato dallo slovacco a Genova contro la Sampdoria nell'ultima giornata dello scorso campionato. Poi è cominciato il digiuno cui Hamsik non è abituato e non ha abituato nessuno. Sarà per un'altra volta. Intanto ieri ha dovuto pagare dazio con i quaranta tifosi arrivati appositamente dalla Slovacchia. Sono quelli dell'associazione «Integrácia» che realizza i desideri dei bambini che partecipano ai concorsi realizzando buone azioni. È attivissima nel Paese per aiutare l'infanzia in difficoltà. Al punto che per arrivare a Napoli ha utilizzato l'aereo presidenziale e con loro ha viaggiato anche il viceallenatore della nazionale slovacca. Marek li ha conosciuti in un viaggio a Gardaland e lì gli hanno raccontato che dei bambini avevano il desiderio di incontrarlo. Detto, fatto: viaggio a Napoli, pizza tutti insieme e i quaranta supertifosi che in questi giorni hanno girato la città con le maglie personalizzate Hamsik hanno avuto modo di incontrarlo a cena dopo la partita.
«Marek è un idolo nel nostro paese hanno detto fa tanta beneficenza, è vicino ai bambini in difficoltà e noi vogliamo supportarlo in questo momento di disagio. Ma questa volta doveva tirare i rigori. E glielo abbiamo fatto notare, state tranquilli», il pensiero dei ragazzi che dalla tribuna Nisida hanno fatto una piccola torcida al grido di «Hamscik», già, perché in Slovacchia l'accento circonflesso significa una esse un po' biascicata.
Con un Benevento naufragato sotto i colpi di un Napoli di categoria superiore l'unico che non ha sorriso appieno è stato proprio il capitano che ha trovato un Belec super al 24' per mettere in angolo un suo colpo di testa e al 46', quando il portiere si è allungato mettendo in angolo un tiro a giro dello slovacco. Novanta minuti e tanti applausi anche da Sarri: «È apparso in netto miglioramento. Volevo tirasse il rigore. Sul secondo ho chiamato Marek, ma mi sono sbagliato io, pensavo fosse a un gol da Maradona, ma è a tre per superarlo, due per raggiungerlo. Giusto sfamare Mertens che è un animale affamato, questo gli dà più benzina». E Mertens, dal canto suo ha l'obiettivo di «raggiungere Dybala». Marek lo ha capito e ha fatto un passo indietro. Per raggiungere e superare Maradona c'è sempre tempo ma solo con gol conquistati e mai regalati.
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