Si ringraziano Serbia e Costa Rica per l’omaggio: l’Italia non si è mai sentita al Mondiale come questo pomeriggio a Samara. La Serbia ha battuto 1-0 la Costa Rica con gol di Kolarov, che gioca in Italia. Il giocatore più creativo è stato Milinkovic, che gioca in Italia. L’occasione che poteva cambiare la partita è passata sulla testa di Gonzalez, che gioca in Italia. Il gol dopo 11 minuti del secondo tempo. Kolarov ha tirato la punizione che calcia da quando, ragazzino, si allenava da fermo al Cukaricki: mancina, da destra, a giro sopra la barriera. Keylor Navas non ci è arrivato: palla nell’angolo e tre punti nel girone di Brasile e Svizzera.
 
LA CHIAVE — La differenza tra queste due squadre – e non c’era bisogno di venire fin sul Volga per scoprirlo – è la qualità. La partita però lo ha dimostrato con chiarezza. La Costa Rica nel primo tempo è stata più presente, più concentrata, forse più lucida, ma non ha mai avuto un giocatore in grado di portare un po’ di vento nell’area serba. Occasioni grosse, un paio. La prima è nata dall’idea migliore della partita di Ruiz: palla verticale per Ureña, che ha calciato su Stojkovic in uscita. La seconda, clamorosa, è arrivata quando Milinkovic ha lasciato solo Giancarlo Gonzalez in area. GG, gigante e (troppo) gentile, ha graziato tutta la Serbia deviando male di testa.
 
GLI ITALIANI — Bilancio da Serie A. Ljajic ha giocato una partita meno che normale: largo a sinistra si è visto poco e all’inizio, con coerenza, non ha cantato l’inno come da antica scelta. Milenkovic ha perso Ureña nella prima grande occasione, ma si è riscattato con una chiusura su Campbell e altre giocate di fisico. Se per Kolarov parla il gol, Milinkovic ha dimostrato – anche alla sua prima partita non amichevole con la Serbia – di essere di altra categoria. Ha dimenticato Gonzalez in area nella migliore occasione della Costa Rica, in compenso si è inventato una gran rovesciata a gioco (erroneamente) fermo e soprattutto ha messo due volte Mitrovic davanti alla porta. Il 9, sciagurato, ha fatto due brutte figure.
 
LA COSTA RICA — I rossi sono già quasi fuori dal Mondiale ma meritano qualche riga. Chiunque abbia giocato in una squadra umile, poca tecnica e tanto cuore, non può non apprezzare la Costa Rica. I rossi si aiutano, non hanno paura di difendere in nove ma, quando possono, ci provano. Hanno lasciato spesso la palla alla Serbia ma, almeno per un tempo, sono stati più pericolosi. Nel secondo tempo però sono calati e in svantaggio ci hanno provato meno di quanto dovuto. I paragoni con la squadra del 2014 sono inevitabilmente perdenti ma nella vita di una piccola nazione c’è un mese magico in tutta la storia… e la Costa Rica, il suo jolly, se l’è giocato in Brasile.