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MARTEDÌ 30 APRILE 2019 - REDAZIONALE

MA NON SIAMO STATI FIN TROPPO SEVERI?


Carlo Ancelotti non è venuto a "pettinare le bambole"


 
     
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A cura di: Ciro Gaipa
Fonte: Napolicalcionews.it

Era il 23 maggio 2018 quando Aurelio De Laurentiis annunciava l'ingaggio di Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli. Quasi un anno dopo il grande entusiasmo si è trasformato in forte disaffezione e malcontento. Il tifo partenopeo continua a sostenere - seppur in minoranza - che questa stagione è da considerarsi "fallimentare". A meno di clamorosi colpi di scena, però, la squadra azzurra terminerà questo campionato al 2° posto in classifica. Attualmente a quota 70 punti, l'obiettivo finale è quello di cercare di vincere le ultime quattro partite contro Cagliari, Spal, Inter e Bologna. Chiudere a quota 82 significherebbe fare esattamente gli stessi punti del primo anno di Maurizio Sarri, addirittura 4 in più rispetto al primo anno di Rafa Benitez. Insomma, un bottino di tutto rispetto per Ancelotti che in questa prima stagione ha gettato le basi per il Napoli del futuro.

PETTINARE LE BAMBOLE - "Non sono venuto qui a pettinare le bambole", aveva esordito il tecnico di Reggiolo nella sua primissima conferenza stampa a Dimaro.  Ultimamente abbiamo sentito troppo spesso riecheggiare questa frase, quasi come un tentativo di delegittimazione nei confronti di Re Carlo. Rammentare certe dichiarazioni è sempre importante, ci mancherebbe, ma strumentalizzarle non è corretto nei confronti di un uomo in grado di vincere ovunque abbia allenato.

FUTURO - Il futuro - almeno per i prossimi due anni - sarà ancora con Carlo Ancelotti. De Laurentiis ha più volte detto di voler proseguire "a vita" il rapporto professionale con il tencico emiliano. E lo stesso allenatore non ha mai negato di trovarsi benissimo a Napoli e di volere continuare ancora per tanti anni il suo percorso sulla panchina azzurra, magari superando il record di stagioni vissute al Milan (addirittura 8, ndr).
Nel frattempo, quest'estate, si ripartirà ancora una volta da Dimaro e ancora una volta da una qualificazione Champions mai in discussione per questa squadra che da dieci anni consecutivi (record italiano) giocherà in Europa. L'obiettivo è migliorare, certo, ma provare a farlo solo ed esclusivamente attraverso il lavoro del campo e le idee. Il mercato porterà calciatori nuovi, molti altri partiranno, ma le prospettive sembrano essere chiare: provare ad avvicinare la Juventus che vince da otto anni di fila e migliorare il percorso europeo, magari riuscendo anche a conquistatare un titolo internazionale. Ma per farlo c'è bisogno di unione e coesione, il famoso "spalla a spalla" invocato anche da Benitez. Le utime polemiche con gli striscioni di contestazione e il bruttisimo episodio di Frosinone con il malcapitato Callejon protagonista non sono certo le basi migliori da cui ripartire. Ma le parole di Ancelotti nell'ultima conferenza dovrebbero far riflettere: "Se la gente si lamenta è uno stimolo a fare meglio". Fare meglio, a questo punto, significherebbe solo scucire dalle maglie bianconere quel tricolore che da troppo tempo manca a questa città.