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VENERDÌ 24 FEBBRAIO 2017 - RUBRICHE

LA STORIA SONO LORO - VOJAK, LA MEZZALA CON L'INSEPARABILE BASCO


Storia di uno dei maggiori bomber della storia azzurra


 
     
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A cura di: Raffaele Vatiero
Fonte: Napolicalcionews.it

Mezzala cinica e veloce, dal destro potentissimo, implacabile sotto porta, capace di giocare indistintamente sia in attacco che a centrocampo, contraddistinto dall’immancabile basco, che calzava sempre, anche durante le partite. Sono queste le maggiori caratteristiche di Anton Vojak, nato a Pola, in Istria nel 1904. Per anni, a causa delle leggi anti-slave imposte dal fascismo, fu costretto a vedere storpiato il suo nome in Vogliani o addirittura Vogliacco. Nonostante ciò, segnò una storia importante nel calcio italiano. Dopo aver giocato per la squadra della sua città, partì alla volta di Roma per il servizio militare. Qui conobbe Sclavi, l’allora portiere della Lazio, che lo convinse a svolgere un provino per la squadra biancoceleste. Superata la prova, dopo pochi mesi fu acquistato dalla Juventus, dove rimase per 4 anni, durante i quali vinse anche uno scudetto. Fortemente voluto dall’allenatore Garbutt, arrivò a Napoli nel 1929 e da qui cominciò il suo periodo di gloria, in coppia con Sallustro, con il quale diede vita ad una delle maggiori coppie offensive di tutto il calcio italiano, capace di segnare 41 reti in 34 partite nella stagione 1932/33. Il suo record di 22 reti in stagione fu imbattuto per ben 78 anni, quando fu detronizzato da Edinson Cavani nel 2011. Quell’anno gli azzurri chiusero il torneo al terzo posto, assieme al Bologna. Durante i suoi 5 anni in azzurro mise a segno ben 102 reti in quasi 200 presenze, piazzandosi nella classifica dei bomber più prolifici della squadra partenopea, preceduto solo da Maradona, Hamsik, il compagno di reparto Sallustro e Cavani. Altro record che contraddistingue Vojak è l’essere stato il primo giocatore del Napoli ad essere convocato in Nazionale: il debutto avvenne il 14 febbraio 1932, in occasione della sfida tra Italia e Svizzera disputata a Napoli, vinta dai padroni di casa per 3-0. Dopo l’esperienza all’ombra del Vesuvio decise di vestire la maglia della neo-promossa Genoa, ma la sua carriera era in declino, difatti segnò solo 4 reti nell’unica stagione in maglia rossoblu. Successivamente ebbe alcune esperienze in Serie C, prima con la maglia dell’Italo Gambacciani Empoli (dove rivestiva anche il ruolo di allenatore) e poi dello Stabia. Ritornò a Napoli nel 1940, stavolta come allenatore, rimpiazzando Baloncieri e riuscendo ad impedire la retrocessione. Rimase sulla panchina azzurra ancora per 2 anni, dopodichè si dedicò al campionato cadetto, fino alla sua morte, avvenuta nel maggio del 1975.