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VENERDÌ 10 FEBBRAIO 2017 - RUBRICHE

LA STORIA SONO LORO - DIRCEU, L'ULTIMO 10 AZZURRO PRIMA DI MARADONA


Storia dello 'zingaro' che incantò il San Paolo


 
     
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A cura di: Raffaele Vatiero
Fonte: Napolicalcionews.it

Ci sono giocatori che lasciano il segno in una squadra anche solo restandovi per una sola stagione. Questo è il caso di Josè Guimaeres Dirceu, mezzala dal sinistro potentissimo, ritenuto uno dei brasiliani più forti dell’epoca.

Nato a Coritiba nel 1952, comincia a solcare i campi di gioco della squadra della città per poi trasferirsi nei club più blasonati del Sud America, ovvero il Botafogo, la Fluminense ed il Vasco da Gama. Successivamente cominciò il suo viaggio per tutto il globo che in 30 anni di calcio giocato lo portò a vestire la maglia di ben 18 squadre differenti e gli valse l’appellativo di Zingaro. Dirceu detiene ancora il record di 3 Mondiali e 2 Olimpiadi disputate con la maglia della Nazionale brasiliana (sconfiggendo anche l’Italia di Zoff nella sfida al terzo posto al Mondiale d’Argentina).

Arrivò in Italia nel 1982, ormai trentenne, acquistato dal Verona che dopo un anno lo cedette al Napoli guidato da Pietro Santin. In quella catastrofica stagione in cui la squadra riuscì a raggiungere la salvezza solo alla penultima giornata di campionato, Dirceu riuscì a mettere in mostra tutte le sue qualità e fu l’artefice di molti dei successi della squadra azzurra. Realizzò complessivamente solo 5 reti all’ombra del Vesuvio, ma tutte con tiri da fuori area. Il pubblico napoletano ricorderà sempre le prestazioni di quella maglia numero 10.

E fu proprio con l’arrivo dell’altro 10 nel 1984, quello rimasto nel cuore di tutti i tifosi, che la società decise di venderlo all’Ascoli. Da questo momento in poi iniziò un lungo viaggio che lo portò prima in Messico, poi negli Stati Uniti e di nuovo in Campania, prima con la maglia biancoverde dell’Avellino e successivamente dell’Ebolitana, allora militante in Quarta Divisione e poi a Benevento. Il rapporto con Eboli fu talmente grande che dopo la sua partenza la squadra gli dedicò lo stadio e lui decise di ripagare l’amore aprendo una concessionaria di noleggio auto.

Tornò in patria nel 1995 dove morì in un incidente d’auto a soli 43 anni, travolto da una vettura che probabilmente stava partecipando ad una gara clandestina.