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VENERDÌ 27 GENNAIO 2017 - RUBRICHE

LA STORIA SONO LORO - CLERICI, IL BRASILIANO PROTAGONISTA DEL PRIMO SCANDALO CALCISTICO


Storia dell'attaccante che ha vestito più maglie in Serie A


 
     
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A cura di: Raffaele Vatiero
Fonte: Napolicalcionews.it

Riprende la rubrica di NapoliCalcioNews “La storia sono loro”, dedicata ai giocatori che hanno fatto la storia del Napoli. Il protagonista di oggi è un giocatore che detiene molti record: un attaccante grintoso, dotato di tecnica e fantasia, che faceva letteralmente di tutto per aiutare i compagni di squadra, un centravanti di cui i difensori avevano paura: Sergio Clerici. Soprannominato El gringo, è passato alla storia come l’ultimo giocatore brasiliano che giocò nel calcio italiano dopo la chiusura delle frontiere (che riapriranno solo a partire dal 1980, ndr) e come lo straniero che ha vestito più casacche nella storia della Serie A (7 in totale, record ancora imbattuto) e, suo malgrado, protagonista di uno dei primi scandali del mondo calcistico, definito “della telefonata”.

Nato a San Paolo, in Brasile, nel 1941 da famiglia di evidentissime origini italiane (il nonno paterno era milanese, quello materno fiorentino), cominciò a muovere i primi passi nel mondo del calcio con la maglia della Portuguesa Santista. Notato dal Lecco, fu portato in Italia nel 1960, dove rimase 6 anni, con un’esperienza in Serie B, senza però mai brillare. Da questo momento, iniziò il suo continuo cambio di casacche, partendo da Bologna, e successivamente Atalanta, Verona e Fiorentina, tutte esperienze sottotono, ma fu al Napoli che visse il suo momento di gloria. Arrivato ormai 32enne, riuscì a ribaltare lo scetticismo con cui era stato accolto dai tifosi, con partite ottime ed una dedizione che difficilmente fu vista in altri campioni del calcio. Nel Napoli allenato da Vinicio faceva coppia fissa con Braglia, ed era considerato il punto focale dell’avanguardia azzurra, l’attaccante di movimento che non offriva punti di riferimento agli avversari. Il suo debutto avvenne il 15 ottobre 1973, quando il Napoli affrontava la Juventus ed il nuovo arrivato si mise in mostra mettendo a segno il rigore che sancì il 2-0 finale. In quella prima stagione realizzò 15 reti e contribuì a piazzare la squadra al secondo posto in classifica, con conseguente qualificazione in Coppa Uefa. Al termine di quel campionato, fu accusato dal Foggia di aver favorito la vittoria del suo vecchio club, il Verona, destinato alla retrocessione in Serie C, proprio ai danni della squadra pugliese. Quell’inchiesta si chiuse con la retrocessione dei veneti, e sei punti di penalizzazione per i pugliesi. Nella stagione successiva (ed anche l’ultima in azzurro) segnò 14 reti, ma la prestazione migliore risale sempre alla sfida contro i bianconeri, allo stadio San Paolo: gli azzurri persero per 2-6, complice anche l’impegno in Coppa Uefa di qualche giorno prima, ma Clerici fu l’autore della doppietta e tentò in ogni modo di spronare i compagni di squadra. Dopo l’esperienza azzurra, El gringo tornò a Bologna e successivamente andò a Roma, sponda Lazio. Appese le scarpe al chiodo e tornò in Brasile per alcune esperienze da allenatore, prima al Palmeiras, successivamente al Santos ed infine all’Inter de Limeira, poi disse definitivamente addio al mondo del calcio.