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VENERDÌ 20 GENNAIO 2017 - EDITORIALE

L'IDENTITÀ VINCENTE


Napoli non ha più confini geografici e rappresenta un codice mondiale


 
     
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A cura di: Domenico Fontanella
Fonte: Napolicalcionews.it

La provocazione di Giampiero Mughini sulla presunta mancanza di un'identità da parte della città di Napoli ha scatenato, come era prevedibile, numerose polemiche. Parole, quelle del noto tifoso bianconero, del tutto prive di fondamento storico e logico. In uno scenario, come quello attuale, in cui le identità territoriali rischiano di essere risucchiate dal vortice della globalizzazione, Napoli è infatti tra le poche città al mondo a poter vantare un'identità ben precisa. Un intellettuale del meridione come Mughini dovrebbe sapere che l'identità partenopea ha una storia di circa 3000 anni, e la sua radice greca è rimasta immutata nel tempo, al punto da aver conquistato culturalmente tutti i vari dominatori stranieri succedutisi nel governo della città. Non è un caso che personaggi come Boccaccio, Petrarca, Giotto, Michelangelo, Leonardo, Vasari, Dumas e tanti altri abbiano riservato un posto nel loro cuore per Napoli, ove hanno lasciato i segni evidenti del loro passaggio. Se proprio vogliamo dirla tutta, ebbene, l'identità napoletana ha cominciato a vacillare a partire dal processo di unificazione guidato da quelli che potremmo definire gli "amici" di Mughini, ovvero i Sabaudi. Sulla base di un preciso programma, si è tentato di sradicare le nostre radici, spingendo numerosi meridionali a lasciare le proprie terre per cercare fortuna nel nord Italia o, addirittura, in America. Ma, ancora una volta, il DNA greco-napoletano ha vinto, beffando coloro che hanno provato, e provano tutt'ora, ad attentarlo. Grazie ai napoletani sparsi nel mondo (discendenti di quelli, all'epoca, costretti ad emigrare), grazie soprattutto alla canzone napoletana da essi esportata, Napoli non ha più confini geografici e rappresenta un codice mondiale. Quindi, caro Mughini, ci dispiace per te che, da meridionale, non sei stato in grado di reggere il peso e la responsabilità di un'eredità culturale così impegnativa, e hai dovuto così ripiegare su una sottocultura radical chic.