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LUNEDÌ 24 SETTEMBRE 2018 - STAMPA

IL MATTINO – LE PAGELLE: ANCELOTTI COME ‘THE ILLUSIONIST’: IL SUO MODULO È UN REBUS CHE MAZZARRI NON SA DECIFRARE


Il solo Luperto sotto la sufficienza, peccato per il rigore su Berenguer


 
     
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A cura di: Maria Villani
Fonte: Il Mattino

Il Napoli non aveva mai segnato nei primi 40’, stavolta lo fa addirittura per due volte. Merito di una squadra che capitalizza al massimo il miglior momento della gara, quei 20’ iniziali nei quali mette all’angolo il Torino e lo muove a suo più totale piacimento. Poi un piccolo sbandamento nel quale i granata trovano coraggio. Il gol di Insigne è la mazzata finale, perché nella gestione del doppio vantaggio nella ripresa gli azzurri danno l’impressione di una superiorità assoluta. Insigne è il trascinatore offensivo, ma anche la coppia di centrali garantisce sicurezza, così come prezioso l’impatto di Verdi al primo gol con la maglia del Napoli partendo da una posizione che solitamente non è la sua preferita.


6,5 OSPINA
In fin dei conti è col Torino che gli tocca fare la prima vera parata in serie A visto che fino a ieri è rimasto spettatore. L’intervento è efficace e fondamentale per tenere lontano il Toro nell’arrembaggio del primo tempo. Sul rigore non può nulla, e per il resto si mette in mostra con un bel dribbling secco su Zaza.

7 HYSAJ
Prima a destra e poi a sinistra, si conferma jolly difensivo anche nell’era Ancelotti. Si propone con continuità sulla corsia e si spinge al di là della metà campo spesso e volentieri. Dalle sue parti di pericoli nemmeno l’ombra: colpa della pochezza del Torino, ma anche merito del gran senso della posizione dell’albanese.

6,5 ALBIOL
Ok, il giallo a inizia ripresa era evitabile, ma quando lì dentro c’è lo spagnolo la sensazione che si respira è quella della calma piatta. Non si muove una foglia e Ospina può dormire sonni tranquilli. Belotti e Zaza gli ronzano attorno senza fargli neppure il solletico, perché Raul è un gigante buono ma che sa farsi rispettare.

6,5 KOULIBALY
La vicinanza di Albiol gli fa comodo perché lo sgancia dai compiti prettamente difensivi e gli consente di staccarsi un po’ in più nelle uscite palla al piede. Tra le sue qualità c’è anche quella del lancio lungo che il più delle volte viene raccolto dagli attaccanti nelle repentine ripartenza azzurre guidate da Verdi e Callejon sulle fasce. 

5,5 LUPERTO
Si ritrova catapultato a giocare dal primo minuto in un ruolo che sta imparando a conoscere. Nascendo centrale di difesa, fare il terzino non può essere il suo pane quotidiano. Regge e tiene botta giocando un primo tempo di grande personalità nel quale accende la miccia in occasione del gol del vantaggio siglato da Insigne. Peccato per il fallo da rigore su Berenguer nella ripresa. 

6,5 CALLEJON
È talmente importante per il Napoli che Ancelotti gli cuce addosso un centrocampo su misura. Ovvero lui è quello che può fare la cosa che gli riesce meglio: correre in avanti e attaccare la profondità. Per chi lo deve marcare non è mai una giornata di relax e se il suo nome non figura nella lista dei marcatori è solo per colpa del palo.

6 ROG
Guardando i piedi dei suoi compagni di banco si sarà chiesto «Cosa ci faccio io qui in mezzo?». In realtà il suo è un contributo oscuro ma prezioso perché è quello che deve andare a sporcare le linee dei passaggi del Torino, borseggiare i portatori di palla e innescare le ripartenze azzurre appoggiandosi su Hamsik o Callejon.

6,5 HAMSIK
Nella sua partita numero 400 in serie A tira fuori una prestazione di personalità. Recupera una bella quantità di palloni, innesca qualche prezioso contropiede e sopratutto ci prova dalla distanza con un paio di conclusioni che forse avrebbero meritato miglior fortuna. Il capitano si vede anche in questi momenti e in queste giornate qui.

7 VERDI
Contro il Torino non aveva mai fatto gol
e in un colpo solo si è sbloccato due volte: contro il granata e con la maglia del Napoli. Dici poco, per convincere Ancelotti che la sua importanza in questa squadra può essere vitale, servono proprio prestazioni come questa. Sfiora la doppietta in un paio di occasioni. In netta crescita.

6,5 MERTENS
La sua partita è racchiusa in due frame: l’assist delizioso per il gol di Verdi e il pallone recuperato a centrocampo preludio della rete del 3-1 di Insigne. Per essere uno che viveva di gloria personale e record di gol questi sono indizi di una maturazione fondamentale. Si mette al servizio dei compagni che ringraziano e capitalizzano al meglio.

7,5 INSIGNE
C’è poco da fare, il Napoli gira attorno alle magie del suo scugnizzo fatto in casa. Sblocca la partita e poi la chiude con due gol che lo consacrano quale capocannoniere azzurro di questo inizio di stagione. Chi lo conosceva da esterno offensivo si stropiccia gli occhi nel vederlo così a suo agio in posizione più centrale.

6,5 ZIELINSKI
Entra per dare maggiore copertura su una corsia che nel primo tempo era stata quella più attiva nel Napoli. Si piazza a sinistra e fa un po’ il pendolo tra la fascia laterale e il cuore della manovra. E’ sempre un pericolo quando parte palla al piede e gli scambi nello stretto con i compagni sono spesso uno spot per questo sport.

6,5 ALLAN
Si piazza al centro del campo con il cartello “divieto di transito”. Dalle sue parti, infatti, non si passa più e di fatto la partita finisce con il suo ingresso. Perché porta un pressing costante a tutto campo e si mette in mezzo a tutte le azioni dei granata. A tutto questo si aggiunga che si è fatto anche un’ora di riposo che alla lunga sarà fondamentale.

6 MAKSIMOVIC
Ancelotti lo mette dentro al posto di Luperto uscito per crampi e lo dirotta a fare il terzino a destra. Ogni qual volta tocca la palla i fischi dei suoi ex tifosi lo sovrastano. Non un problema per il serbo dal sangue di ghiaccio che non sbaglia un appoggio o una chiusura difensiva. Nessuna sbavatura e tanta sostanza.

7,5 ANCELOTTI
Più che un allenatore, è un illusionista. Perché prima ti fa credere di voler “copiare” il lavoro di Sarri e poi si inventa un modulo nuovo. Prima tira fuori il 4-4-2 e poi fa giocare Callejon largo e Verdi che taglia al centro. Insomma, per Mazzarri decifrare quello che ha in mente Carletto diventa più difficile di risolvere l’enigma della Sfinge. Il Napoli della prima mezzora e quello che gestisce il finale dopo il gol di Insigne è di rara concretezza.