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SABATO 15 FEBBRAIO 2020 - CONFERENZA STAMPA

GATTUSO IN CONFERENZA: «ALLAN NON CI SARÀ, NON SI È ALLENATO COME DICO IO. EUROPA? PENSIAMO PRIMA AI 40 PUNTI»


Il tecnico azzurro ha parlato alla vigilia di Cagliari-Napoli


 
     
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A cura di: Redazione
Fonte: Tuttomercatoweb

Prima del match di Coppa Italia con l'Inter Gennaro Gattuso non ha parlato, ma alla vigilia della trasferta di campionato con il Cagliari l'allenatore azzurro è intervenuto nella consueta conferenza stampa pre-partita. Di seguito le sue parole:

Un punto sugli infortunati.
"Milik ha avuto una infiammazione al ginocchio e deve stare fermo. Contrattura invece per Lozano, Koulibaly non si sente al 100%, Allan non si è allenato come piace a me: ha fatto delle grandi camminate e questo a me non sta bene. Insigne e Ghoulam? Se non ho detto nulla vuol dire che sono convocati".

Come giocherà il Napoli?
"C'è tanto lavoro, fatichiamo a spiegarci perché non ci esprimiamo con continuità. Bisogna interpretare le partite in un certo modo, non vanno bene interpretazioni individuali".

Questo può essere un momento di svolta?
"Non abbiamo bisogno di andare a trovare stimoli per andare in Europa League o in Champions League. Dobbiamo fare 40 punti. Dobbiamo pensare a fare bene, ma non per la classifica. Qua di stimoli ne abbiamo tanti perché siamo ancora in una zona pericolosa. Dobbiamo crescere mentalmente perché stiamo pagando una questione di testa. Sento dire che prepariamo bene le coppe e non il campionato perché non ci sono stimoli, ma non è così. Non snobbiamo nulla, bisogna sempre giocare da squadra. A volte non sembriamo squadra e andiamo in difficoltà. In una partita ci sta un momento di sofferenza, su questo dobbiamo lavorare".

Sulla partita con l'Inter:
"Uno può vedere il calcio come vuole. Catenaccio o non catenaccio non mi interessa, quando una squadra va a San Siro e fa il 46% di possesso palla c'è poco da aggiungere. Non abbiamo fatto nessun catenaccio, ma abbiamo giocato da squadra corta ed organizzata".

Da adesso non si deve fare nessuno scontro a nessuno.
"Io ho detto che dopo che si chiudeva il mercato bisognava correre, lavorare, avere in testa il Napoli tutto il giorno. Io non devo gestire un giocatore. Ho 24-25 giocatori da gestire e non posso non essere coerente con loro. Bisogna pedalare".

In carriera da allenatore le sue difese hanno sempre fatto bene.
"Io vedo il calcio in due fasi, quella di possesso e non possesso. Poi si può discutere sulla pressione, alta o bassa. L'errore più grande quando sono arrivato qua è stato uno: fare una pressione ultra-offensiva sistematicamente. Quando ho capito che questa squadra non riusciva a supportare la pressione ultra-offensiva mi sono messo 10-15 metri indietro. Oggi la squadra deve stare compatta e non allungarsi. I centrocampisti devono essere bravi a chiudere gli spazi, poi questa squadra ha qualità quando ha la palla. Con il Lecce perdevamo le prime palle, non la seconda o la terza palla. Questo non è un problema della difesa, ma di tutta la squadra che quando si allunga non riesce a essere compatta. Dobbiamo andare con veemenza sul pallone. La squadra va bene in fase di possesso, ma bisogna essere più umili in fase di non possesso".

Favorevole al challenge?
"A me il VAR piace, sono favorevole. L'arbitro deve parlare a fine partita, come fanno tutti. E' un professionista e a fine partita deve dire cos'ha visto. Qualche arbitro giovane si mette in difficoltà da sola. C'è il VAR, vacci. Ma penso che l'arbitro deve parlare, deve dare spiegazioni e deve dare una lettura della partita".

Come stanno gli altri giocatori che non ha nominato nel punto sugli infortunati?
"Stanno tutti benissimo".

Su Mertens:
"Palle difficili le fa sembrare facili. L'altro giorno ci ha fatto respirare, sapendo gestire le palle, con grande qualità. E' un giocatore che vede la porta, quando viene a legare è furbo. Senza lui abbiamo perso tanto. Per me può fare tutto, non è solo un numero 9. Può giocare esterno, centravanti. Ha una furbizia incredibile e una grandissima tecnica".

Sta facendo delle valutazioni sulla formazione dopo non aver schierato Manolas col Lecce?
"Gli era nata la figlia e non l'avevo mandato a casa. Ha perso due giorni d'allenamento. Quando hai una squadra che s'allena bene, sempre a 300 km/h e quando poi un giocatore non si allena un paio di giorni per lui non è facile. Sapevo che Koulibaly e Maksimovic non giocavano da tanto e potevano avere difficoltà col Lecce. Ho commesso un errore, lo so bene. Ma i giocatori vanno fatti giocare, non bastano gli allenamenti. Quella scelta era dovuta al fatto che Manolas non s'era allenata per tre giorni. Di solito la prima partita quando stai fermo da un po' la fai bene, poi arranchi dopo. Se si allenano bene e non li facciamo giocare è difficile, ma ci sta che possano fare prestazioni negative. Ho parlato con lo staff due giorni fa, abbiamo buttato giù qualcosa su come gestire questo periodo da una partita ogni tre giorni, su chi dovrà riposare e chi no".

Col Cagliari partita trappola?
"Fanno un gioco che dà fastidio. Buttano palla in area, giocano sugli attaccanti e se perdono palla vengono contro subito con grande veemenza. E' una partita che somiglia a quella con la Sampdoria. Palleggia meno del Lecce, ma è uno stadio difficile perché la palla non esce mai. Dovremo fare una partita molto attenta di testa, bisogna capire bene cosa fare".

Il suo Napoli è bipolare?
"La squadra non mi dà mai modo di farmi sbroccare, vedo sempre gli allenamenti. E poi rimango sorpreso. Qua non si dorme più. Io la notte non dormo più, mi sveglio e ho gli incubi. E' difficile dare una spiegazione a questo Napoli bipolare. Noi dobbiamo annusare prima, dobbiamo pensare prima. Non bisogna pensare di essere più forti di Lecce, Cagliari. Ogni partita ha una sua storia. Dobbiamo farci trovare pronti su ciò che non ci piace fare, ossia stare là, subire. E invece no, dobbiamo migliorare a stare là e non avere la sensazione di poter prendere gol ogni volta che superano la trequarti. Come abbiamo fatto a San Siro con l'Inter: siamo stati là, abbiamo sofferto".

Ti ha sorpreso Elmas?
"Non mi sorprende. Lui sa che deve migliorare, che deve imparare a stare nel campo. Ha una forza incredibile. Ancora regala troppe corse a vuoto. Mi ha sorpreso la sua tecnica, non la sua forza che ho notato dopo tre giorni. Deve imparare a stare in campo, può fare ancora meglio. Ha 20 anni, è molto molto forte. Ha la testa da calciatore. Ha voglia, è un po' permaloso ma ascolta e va bene. L'importante è che quando sbaglia tira su la testa".

Il suo Napoli ideale è quello operaio nella testa e nobile nei piedi?
"Mi piacerebbe vedere un Napoli che fa una pressione ultra-offensiva. Una squadra che ha gamba per coprire tutto il campo, per prendere i giocatori davanti con grande forza. Mi piace aspettare un po' l'avversario, ma mi piacerebbe anche fare delle partite a campo aperto con la consapevolezza di non rischiare nulla. La strada da percorrere è questa che vi ho detto perché l'altra non ci porta da nessuna parte".

Come replica a Maran?
"Dobbiamo fare la nostra partita. Sappiamo che il Cagliari ha caratteristiche per metterci in difficoltà. Voglio vedere la prestazione, come teniamo il campo, come siamo disposti a soffrire".

Demme ormai è una certezza?
"E' importante, ma lo è anche Lobotka, che mi piace molto ma deve crescere fisicamente. Demme è un giocatore che fa tanti chilometri e ci dà equilibrio. E' importantissimo ma mi aspetto tanto anche da Lobotka. Dobbiamo essere bravi noi a dargli minutaggio".

L'ambiente di Cagliari sarà uno stimolo in più?
"Gli stimoli dobbiamo trovarli guardando la classifica, non c'è nessuno stimolo in più. Non ho mai visto giocare i tifosi. Tre giorni fa erano in 60 mila a San Siro... Dobbiamo stare sul pezzo, pensare di giocare una grande partita. I tifosi dopo 10-15 minuti non li senti più perché sei preso dalla partita. Dobbiamo pensare alla squadra che affrontiamo, non ai tifosi".

Il tuo Napoli può ripartire da Callejon-Mertens-Insigne, il tridente storico, per presente e futuro?
"Non lo so. Ho giocatori forti in attacco, decido gara dopo gara. In questo momento sto dando pochissimo spazio a Lozano, è vero, però nessuno parla di Llorente che è un gran professionista, si mette sempre a disposizione e meriterebbe molto più spazio. Ma voi parlate solo di Lozano perché è costato 50 milioni e va bene. Le cose che faccio qui non sono dovute all'antipatia per qualcuno, decido in base alla funzionalità per la squadra. Dopo vengo massacrato, ma so che le mie scelte sono fatte in buona sede. Avete scritto che in Messico mi hanno dichiarato guerra per Lozano, e pazienza, vorrà dire che non andrò più in Messico. Mi dispiace per tutti i giocatori, non solo per Lozano. Abbiamo tanti giocatori forti, specialmente in attacco dove c'è tantissima qualità".